A weird day

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Mattino. La sveglia trillò molestamente dritto in un orecchio di Jay il quale, ancora con gli occhi chiusi, allungò un braccio alla cieca e la spense.

Lunedì... oggi è lunedì...

Sempre senza aprire gli occhi si tirò a sedere e sgusciò fuori dal tiepido letto, lasciandosi investire dagli spifferi gelidi che entravano dalla finestra socchiusa. Sbuffò, iniziando a vestirsi.

Dovevo fare qualcosa...

Si passò una mano fra i capelli castani arruffati.

Ma cosa?

D'improvviso ricordò tutto, il giorno prima, il nuovo coinquilino e compagno di scuola, Edward. Sospirò e andò a svegliarlo. Lui balzò in piedi immediatamente, borbottando qualcosa come 'mi vesto e preparo la colazione'. Forse non era poi così male, come coinquilino.

~~~

Mentre andavano a scuola insieme ognuno se ne restò in silenzio, in compagnia dei propri pensieri. Camminavano fianco a fianco, gli zaini stracolmi e fruscianti e le mani che si sfioravano. Edward avrebbe tanto voluto afferrare la mano di Jay e stringerla nella propria, era qualcosa più forte di lui, ma... be', si conoscevano da appena un giorno e poi il castano non gli sembrava molto aperto né con 'certi gusti'.

In quel momento s'affiancò a loro una ragazza assai carina dai capelli castani-ramati e un viso piuttosto grazioso, sul quale spiccavano un paio di allegri occhi grigi.

La ragazza cinse le spalle di Jay con un braccio, allungando poi una mano a scompigliargli i capelli. Lui le rivolse un'occhiataccia penetrante.

- Buongiorno, Jay!

- Ciao, Amélie.

Il castano non sembrava troppo felice di vederla, o forse era solo perennemente impassibile, privo di emozioni.

Lei invece esibì un sorrisino malizioso.

- Chi è lui, il tuo nuovo bocconcino? - chiese, ed Edward arrossì.

Oh, allora gli piacciono i ragazzi.

- Non è il mio 'bocconcino'. È il mio nuovo coinquilino, si chiama Edward.

Jay si rivolse al compagno.

- Edward, ti presento Amélie. È un po' strana... - disse, e si picchiettò l'indice sulla tempia come a sottolineare che era pazza.

Il ragazzo dagli occhi verdi piegò il capo di lato. Era una scintilla d'affetto quella passata nei suoi occhi?

- È la tua ragazza?

- Ah-a, ma cosa ti passa per la testa? È la mia migliore amica.

Si strinsero la mano.

- Come già detto, mi chiamo Amélie. Sono venuta qui dalla Francia... vivevo con mio zio, poi lui è andato in Australia. È un surfista abbastanza conosciuto, si chiama Emilien.

Al nome 'Emilien' Jay esibì una smorfia di disappunto, ed il moro se ne chiese il perché.

- Il mio nome è Edward, e nemmeno io sono originario dell'Inghilterra... ma non ha importanza. Piacere di conoscerti, Amélie.

- Piacere mio!

Lentamente, ripresero a camminare verso scuola. Jay restò in silenzio. Non era un tipo di molte parole.

~~~

- Sei bravo a cucinare - disse il castano, versandosi da bere. Edward sorrise.

- Nulla di speciale, ciò che mi ha insegnato mio fratello. Lui sì che era un ottimo cuoco.

Jay gli lanciò un'occhiata perplessa.

- Era?

Stranamente il moro non si sentiva affatto a disagio, nonostante il padrone di casa fosse un quasi estraneo e solitamente a lui non piacesse parlare di Rocky con nessuno.

- È morto.

- Ah, mi dispiace... io... non volevo...

Edward allungò una mano sopra il tavolo e gli arruffò i capelli con delicatezza, come aveva fatto Amélie quel mattino.

- Tranquillo, va tutto bene.

Jay arrossì e strinse le labbra in una smorfia ambigua, ritraendosi quasi involontariamente.

Ah... non gli piace il contatto fisico?

Poi al ragazzo dagli occhi verdi balenò nella mente un altro pensiero.

O sono io?

All'improvviso sì che si sentì a disagio. Era unicamente perché si conoscevano da poco o gli stava antipatico?

- È simpatica, Amélie... - provò a rompere il ghiaccio Edward, e il castano masticò lentamente ciò che aveva in bocca, prima di deglutire con altrettanta calma.

- Quella ragazza è fuori di testa.

Argomento sbagliato, eh?

- Vi conoscete da tanto?

- Ci siamo conosciuti quando ancora vivevo in Australia...

- Oh, davvero? Era bella, l'Australia?

- Molto - disse Jay, in un soffio, e il suo volto si trasformò in una maschera di malinconia.

Il moro percepì ulteriore disagio aggiungersi a quello che già provava. Non era così che doveva andare la loro seconda cena insieme...

- E tu, Edward? Ti manca la tua casa, la tua famiglia?

Edward deglutì a vuoto.

- Non mi manca nulla. La casa dove sono cresciuto è vuota, mia madre è assente con la testa, mio padre un alcolizzato cronico che non faceva altro che prendersela con me e mio fratello. Come ti ho detto mio fratello Rocky è morto, investito in una notte di temporale da una macchina, mentre andava dal suo ragazzo. Lo stesso ragazzo per cui ora io sono qui perché, guarda caso, lui è fidanzato con un altro di nome Shane.

Il castano inclinò il capo di lato, attento.

- Shane?

- Sì...

- Ah...

Il ragazzo dagli occhi verdi non ci badò troppo, preso com'era a pensare che l'amore fa schifo. Sospirò rumorosamente. Nonostante la lontananza, Chase gli mancava da impazzire. Si impose di soffocare ogni emozione inopportuna.

Il resto della serata la passarono senza spiccicar parola. Dopo cena Jay si sedette sul divano a leggere, mentre il coinquilino accese la televisione a basso volume, mettendosi a guardare un film.

Era non molto tardi quando sentì il castano posargli il capo sulla spalla: leggendo s'era appisolato, scivolandogli lentamente addosso come i bambini alla propria mamma.

Edward trattenne il fiato e lo osservò dormire tranquillo contro il proprio corpo. Era così dannatamente bello.

E gli parvero pochi, pochissimi minuti quelli che passò ad ammirarlo prima di riprendere a guardare la televisione, solo che sullo schermo stavano ormai scorrendo i titoli di coda...

Allora gli chiuse il romanzo che stava leggendo (il nome della scrittrice gli suonava familiare...) e lo posò sul tavolo. Sì, era sufficientemente tardi per andare a dormire. Fissò indeciso la propria camera e quella di Jay: cosa doveva fare? Mettergli una coperta addosso e lasciarlo lì? O portarlo in braccio fino alla sua camera? E se fosse stato troppo pesante?

Optò per la seconda.

Wow, ma è leggero come una piuma!

Mentre lo posava sul letto e gli rimboccava le coperte, lo udì mugugnare qualcosa. Si avvicinò ulteriormente, cercando di cogliere almeno una parola comprensibile.

- Troy...

Green Eyes 2 - Follow your heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora