4. Baby girl, big thoughts

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Seo-Jun Kim

Tutti – ma letteralmente tutti – qui nella mia sala preferita del Royal Hearts stanno dando di matto. C'è chi dice di aver visto una bambina già formata che sembra essere uscita da un altro mondo, e chi invece dice di averla vista in modo provocatorio e scopabile...

Nessuno di loro si sta più concentrando sulle scommesse nel gioco, e i miei nervi non fanno altro che aumentare a dismisura.

In molti di loro sono appostati davanti alla porta della sala con fare indagatorio – a dir la verità sembrano un ammasso di scemi – ad attendere che di fronte a loro venga spalancata quella del camerino femminile.

Alcuni sono persino usciti da qui... forse qualcuno di loro ha già preso posto nella sala grande, dove si terrà la prima esibizione della ragazza.

A proposito della ragazza... tutto il trambusto che si è venuto a creare tra queste mura è solo colpa sua, che nasconde il suo vero essere doppiogiochista e manipolatrice dietro a quel faccino da angioletto.

Pensa di ingannare tutta la mia famiglia, ma non ha capito che i Reali non si toccano? Io non mi lascio calpestare, e per questo devo trovare quanto prima un modo per cacciarla da qui.

Non so perché mi senta così nervoso a vederla, seppur non la conosco neanche... forse, trovarla in mezzo alla strada, con i lunghi capelli scompigliati, e lo sguardo incantato a guardarmi – perché guardava me, giusto? – mi ha dato un'impressione talmente buffa, ridicola, che poi ritrovarmela nell'azienda di famiglia ha totalmente ribaltato tutto. Immediatamente ho come avuto conferma di essere stato riconosciuto e pedinato, e a me i paparazzi – o gli stalker soprattutto – stanno sul cazzo.

Il mio pensiero viene completamente catapultato al presente appena un coro di grida mi spacca i timpani, e spintoni che mi smuovono di poco mi fanno stringere con violenza i pugni.

Guardo tutti i coglioni scappare dalla slot machine, entusiasti e arrapati, e la rabbia sembra non avere fine, realizzando di essere rimasto completamente solo.

Ma che diamine pensano di fare? La reputano una bambina, ma intanto le corrono dietro come cani? Sono davvero degli stupidi scemi... se pensano che io lascerò succedere una cosa del genere, all'interno del mio locale, con una mia seppur involontaria dipendente, sono assolutamente fuori strada.

Se ne deve andare da qui, ma non sarà questo a farlo. Nessuno di loro dovrà osare toccarla, perché se c'è un modo per terrorizzarla e farla tornare nella sua patria, il più esperto in materia sono io.

In uno sbuffo sonoro e rigido, raggiungo in poche falcate l'uscita della stanza e, dopo aver spento le luci, chiudo la porta a chiave e cammino a passo abbastanza svelto, fino a quando non raggiungo la tenda della sala.

La musica si riesce a sentire da fuori, ma le urla dei presenti coprono quasi del tutto la voce di chi canta.

Scosto piano la stoffa nera appesa al ferro, ed entro con lo sguardo basso, chiedendo subito un bicchiere di rosso al bancone gestito da mia sorella. Essere una principessa non vuol dire non avere desideri lavorativi, e mia sorella ne è l'esempio lampante.

Da dentro, la voce della cantante arriva alle mie orecchie e la mia convinzione disastrosa si dissolve nell'aria in una nuvola di fumo.

Ma... è davvero Nina ad essere sul palco? Secondo me sta solo cantando in playback, fingendo di avere una voce da Dea mentre ruba i diritti ad un'altra ragazza.

La mia mano poggiata sul marmo del bancone viene sfiorata da un qualcosa di freddo, quindi la mia attenzione si sposta per un secondo al bicchiere appena lasciato per me, e ritorno ad ascoltare l'esibizione, quasi rapito dalla voce angelica e straziata che riecheggia nell'aria.

ROYAL HEARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora