Epilogo

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Seo-Jun Kim

«Quanto sei ridicolo, Jun... posso quasi paragonarti al Re Carlo III, vestito come una Madonna» mi prendo in giro da solo, squadrandomi allo specchio da un lato e dall'altro, immaginando che queste siano le parole che direbbe Nina appena mi vedrà conciato in questo modo.

Alzo la tunica bianca come se fosse il vestito di una donna, e faccio un inchino, ma subito dopo rinuncio anche al prendermi beffe di me stesso, realizzando che così facendo rischio di rovinarmi l'emozione che continua a tenermi saldo con la mente.

Mi butto all'indietro sul letto, quindi, sospirando a pieni polmoni mentre ancora non riesco a capire se stia davvero per succedere, o se tutto si rivelerà soltanto un sogno.

Guardo il soffitto del mio lato di camera come se fosse la cosa più interessante che esista al mondo – o meglio, come se stessi vivendo la giornata più agonizzante di sempre – in attesa di qualcuno che arrivi e mi dia il via libera per raggiungere la cattedrale.

La più grande parte di me spera che quella persona sarà colei che amo ogni giorno di più, il mio piccolo e adorabile Chow Chow – la mia Nina – perché solo lei saprebbe come far calmare il miscuglio di emozioni che ormai regnano dentro di me, ma la parte più piccola e razionale di me sa che non è possibile vederla prima dell'inizio della cerimonia. L'incoronazione è quasi come un matrimonio, un patto che si firma in tutta serietà, non ammette trasgressioni, e Nina rappresenta la mia donna, colei che prenderà il titolo di Regina Consorte, lo stesso di mia madre, a seguito di tutto ciò... Con questo, quindi, non mi è permesso vederla prima della cerimonia, ed io non riesco a fare altro che pensare a quale vestito le abbia preso mia madre – quello che non mi è stato permesso di vedere, a me come anche a Nina, fino ad oggi. Darei qualsiasi cosa, pur di vederla adesso, con quel vestito che neanche so come è fatto, mentre sfila per me con la sua innocente sensualità. Mi starebbe bene anche solo vederla con i suoi vestiti di sempre, purché mi dia un suo caldo bacio come augurio di buona fortuna. Ho bisogno di lei, perché per una volta sono io ad aver bisogno della forza e del coraggio che riesce a donarmi attraverso la sua presenza e i suoi sorrisi.

Lancio uno sguardo fugace al mantello nero a striature dorate, con il collo pieno di piume bianche, e d'istinto inizio a scuotere le gambe e respirare più profondamente, sperando dentro di me che qualcuno metta fine a questa agonia al più presto. Non ne posso più di aspettare.

L'ansia mi fa alzare di colpo dal letto, avvertendo subito le vertigini per il movimento fulmineo, ma non me ne curo affatto. Tasto con molta preoccupazione la tasca destra dei miei pantaloni, sotto alla tunica bianca da Santo, e sospiro, tornando ad avere un respiro un po' più calmo.

Il mio regalo c'è.

Nello stesso istante in cui riporto la mia attenzione al mio riflesso proiettato allo specchio, qualcuno bussa alla mia camera ed entra.

«Oh Santo Cielo... Sia lodato il Signore» si inchina Dae-Ho, sputtanandomi per il mio abbigliamento.

«Finiscila» gli ringhio contro, infastidito, ma alla fine entrambi scoppiamo a ridere.

Sono ridicolo, lo so... ma l'incoronazione è un'usanza che risale fin dai tempi dell'Anti Cristo, e le sue usanze devono essere seguite ancora oggi. Mi ritengo soltanto fortunato perché ho una madre che ha preferito modificare un po' le cose – poiché il suo ruolo di Regina glielo ha concesso – quindi mi è stato permesso di indossare lo smoking sotto alla tunica, e tutto il vestiario per l'incoronazione non è più tanto eccentrico come un tempo.

Sospiro, per placare un po' le risate scatenate dalla situazione con mio fratello, e mi alzo dal letto, pronto ad indossare il mantello.

Mi aiuta ad agganciarlo senza farlo cadere a terra – nonostante sia talmente lungo che comunque striscia come un vestito da sposa – ma non resta in silenzio.

ROYAL HEARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora