16. Aftermath of pain

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Nina Gomez

Guardo il via vai di clienti senza avere la più pallida idea di cosa fare: non c'è nessuno che si ferma al bancone a chiedere qualcosa, neanche un bicchiere d'acqua. 

Sospiro, portando il mio sguardo annoiato su Mi-Cha, intenta a chattare con qualcuno attraverso il cellulare, e sorrido quando la vedo ridere da sola. Chissà chi è il misterioso ragazzo che la fa sentire così felice... 

Distolgo lo sguardo prima di essere sgamata a frignare da sola – quando tutto sommato io un ragazzo ce l'ho, seppur non per davvero – quindi decido di prepararmi un soft analcolico per me stessa, così da rinfrescarmi un po'. Sarà anche ottobre, ma qui dentro si muore di caldo. 

«Nina, voleva passare SJ a dirtelo, ma è incasinato nella sala giochi...»

Sobbalzo, non appena le mie orecchie vengono invase da una voce alta e particolarmente vicina, e solo quando alzo lo sguardo verso la persona che si sporge oltre al bancone, realizzo che si tratta soltanto di Dae-Ho. 

Caccio fuori l'aria trattenuta, mollando lo shaker che sorreggo con la mano destra, e la mia espressione confusa incita il ragazzo a riprendere ciò che ha da dirmi. 

«Ha detto di andare a prepararti, che fra un quarto d'ora devi esibirti» mi avverte semplicemente, tranquillo, quindi annuisco e mi tolgo il grembiule da barista che ho legato in vita. 

«Ti accompagno io» grida, cercando di sovrastare il caos di tutti gli altri clienti e, seppur la voglia di trovarmi da sola con il fratello di Jun sia quasi pari a zero, faccio un respiro profondo e mi posiziono al suo fianco, intimandogli quindi di avviarsi verso gli spogliatoi. 

Mi da ascolto ed io, di parola, lo seguo senza allontanarmi. 

Mi chiedo per qualche motivo, oggi, io abbia così tanta ansia nel trovarmi a pochi passi da Dae... insomma, tutto sommato è un ragazzo divertente, sa come farti ridere senza farti sentire a disagio, eppure... 

Forse l'aver sentito che ha messo in atto una scommessa dedicata alla mia conquista mi ha fatto cambiare completamente l'idea che ho di lui. Certo, in questo anche Jun ha fatto la sua parte, e questa cosa mi distrugge internamente, ma Dae... credevo che mi vedesse come una semplice ragazza, una buona compagnia con cui scherzare e ridere un po'. Non avevo certamente messo in conto di interessargli come "ragazza" o, peggio, come "avventura di una notte" – perché la sera dell'uscita pubblica a quattro mi ha dato proprio questa impressione, mentre parlava a Jun con tono arrogante e superiore: stava mettendo alla prova suo fratello, convinto di avermi presentata al pubblico come "ragazza ufficiale" soltanto per la loro scommessa.

Sembrava seriamente voler sentire tutti i dettagli di come è andata la nostra avventura, proprio come fanno i classici adolescenti che si vantano delle proprie conquiste con gli amici. 

Questa consapevolezza mi infastidisce, e non poco, perché io non sono un oggetto che deve essere spiattellato a destra e a sinistra per delle marachelle adolescenziali. Sono ancora minorenne, quindi anche io sono ancora un'adolescente, ma questo non vuol dire che io sia come tutte le altre, che accettano di andare a letto con il primo che capita sotto tiro. 

Sospiro tra me e me, cercando di mandare via dalla mente tutti i pensieri negativi che mi stanno riempiendo il cervello, e nello stesso momento in cui tento di tornare alla realtà, vedo Dae che si volta verso di me e fa per dire qualcosa.

«Scusa, cosa hai detto?» chiedo di ripetere, a disagio. 

«Ho detto che mi dispiace di averti detto che mi piacerebbe essere qualcosa di più, per te, oltre che un amico. Pensavo sul serio che mi fratello stesse fingendo» ripete, con più chiarezza, e le sue parole mi mandano leggermente in confusione.

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