4. Uno di loro?

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Superato il pranzo disastroso, il resto della domenica era trascorso persino troppo in fretta, considerato cosa c'era ad attenderlo il giorno successivo a scuola. Il test di matematica lo preoccupava solo in parte, molta della sua ansia si concentrava su ciò che sarebbe successo a Elia: essere chiamato "segaiolo" davanti al resto del gruppo non era qualcosa su cui Yuri sarebbe stato in grado di soprassedere.

Luca si riferiva a loro come i suoi amici, ma non poteva davvero definirli tali. Conosceva Yuri dai tempi dell'asilo, le loro famiglie si frequentavano da sempre, loro due erano stati iscritti alle stesse scuole, stessi campi estivi, stessi sport di squadra, e anche se era stato un rapporto forzato da tutte le direzioni, per moltissimi anni Luca si era ritenuto fortunato ad averlo nella sua vita. Lo aveva sempre considerato alla stregua di un fratello, sicuramente migliore di quello che gli era toccato davvero. Poi però qualcosa di molto brutto aveva stravolto le loro vite, li aveva cambiati entrambi e allontanati. All'inizio era stato un distacco quasi impercettibile, ma crescendo e maturando ognuno le proprie convinzioni, la distanza tra loro si era accentuata, pur continuando a far parte l'uno della quotidianità dell'altro.

Luca sapeva di avere le sue buone ragioni per non fidarsi più di lui, per quanto gli facesse male. Eppure, non riusciva a tagliarlo fuori dalla sua vita: oltre ad essere l'unico vero amico che avesse mai avuto, una parte di lui non riusciva ad accettare la verità. Quell'amicizia era soltanto un'altra delle bugie della sua vita e di sicuro Yuri non l'avrebbe mai accettato davvero. Semplicemente, finché restava nascosto, sarebbe stato al sicuro da ogni spiacevole conseguenza. E non sarebbe stato solo.

Con tutti gli altri, compresi Stefano, Giulio e Alex (l'unico a frequentare un'altra scuola), aveva rapporti superficiali che avrebbe comunque interrotto, una volta finite le superiori, non aveva quasi nulla in comune con loro. In realtà aveva poco in comune con tutte le persone che conosceva e faticava a capire perché le ragazze si interessassero tanto a lui. Sapeva di avere un aspetto gradevole, era alto, con un fisico abbastanza sportivo e una faccia ok, con occhi azzurri ok, capelli corti biondi ok, un naso abbastanza ok e un sorriso ok. Gli risultava difficile descriversi in modo più specifico di così o trovare dei pregi del suo carattere o del suo aspetto fisico. Tutt'altra cosa era il modo in cui vedeva gli altri ragazzi, uno in particolare.

Aprì Instagram senza pensarci, spinto più dalla noia e voglia di non pensare a nulla. I profili dei suoi compagni erano pieni di vita, di eventi, feste, serate, viaggi, interessi. Ogni volta che scorreva la home finiva per deprimersi. A costo di sentirsi uno stalker, cercò Elia, per vedere ciò che vedeva di solito: profilo privato. Aveva avuto la tentazione di inviargli una richiesta diverse volte, ma era sempre riuscito a trattenersi. Poi, visto che gli era tornato in mente poco prima, cercò Gabriele e anche in quel caso vide ciò che vedeva ogni volta: c'erano solo due foto in cui si vedeva bene, nelle altre era sempre un po' controluce o preso da prospettive strane. Molte foto erano sparite e il profilo risultava grigio, finto, ripulito di tutti i colori del ragazzo che non esisteva più. Ultimo post: ottantuno settimane fa.

Non credi che il numero 7 sia un figo?

Sì, è bravo, gioca bene.

Ma non dico in quel senso, intendo come aspetto fisico.

Non so che dire, penso sia ok, sicuramente alle ragazze può piacere.

Chi lo dice che può piacere solo alle ragazze, scusa?

Dai, non fare lo scemo, Gabri, non sei divertente.

Non deve essere divertente, per essere vero. Tu comunque non puoi capire, vero, visto che per te è solo ok, non è così?

No, non era così, e sì, anche lui credeva che il numero 7 fosse bello davvero. Ma aveva finto, da vigliacco qual era, gli aveva lasciato credere che fosse l'unico tra loro a essere così. Chissà se, facendosi avanti, le cose sarebbero andate diversamente; forse in quel posto ci sarebbero finiti insieme, o magari si sarebbero aiutati a vicenda a nascondersi meglio dalle loro famiglie. Si ripromise ancora una volta di stare attento, ma sapeva già che il giorno dopo, vedendo Elia, avrebbe avuto voglia di buttare tutti i suoi buoni propositi nel cesso e sentirsi libero di essere sé stesso, per una sola volta nella vita, con lui.

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