21. Lo spilungone?

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Luca si svegliò di soprassalto, privato bruscamente del tepore dato dalle coperte e dal corpo di Elia premuto contro il suo.

Dopo la loro prima volta, Luca aveva davvero dato una mano a Elia a lavare i piatti lasciati nel lavello, anche se non sapeva da che parte iniziare, cosa che gli aveva fatto guadagnare le bonarie prese in giro di Elia e i relativi nomignoli, come "piccolo lord", "principino" o, quello che li aveva decisamente fatti ridere di più, "il principesso sul pisello". Avevano cenato chiacchierando a lungo, di argomenti vari e generici, avevano bevuto un paio di birre (ovvero il doppio di quante ne reggesse solitamente Luca, ma Elia aveva detto che non avrebbe guidato per riaccompagnarlo a casa nel caso avessero superato la prima, così lui aveva chiesto anche la seconda per avere una scusa per restare). Tra gli argomenti che erano venuti fuori a tavola c'era stata la gita che Luca avrebbe saltato e a cui nemmeno Elia avrebbe preso parte, perché troppo costosa. Dopo aver saputo che i giorni in cui le loro classi sarebbero state in viaggio coincidevano e dopo la promessa di approfittarne per imboscarsi insieme da qualche parte a scuola, Luca aveva smesso di rimpiangere quell'assurda punizione di suo padre. Elia aveva parlato delle sue scarse possibilità economiche con naturalezza, senza piangersi addosso o far sentire in colpa Luca per la loro differenza, come invece gli era capitato, in passato. Gli aveva poi spiegato che a giugno sarebbe andato a un concerto a Milano con il fratello e che per fortuna aveva tenuto lui i biglietti comprati per andare con Mauro. Faceva nomi di gruppi e cantanti che Luca cercava di ricordare, ma appena credeva di averne memorizzato uno, Elia ne tirava fuori almeno altri tre.

«Non mi aspetto che tu ti metta a seguirli o a recuperare tutta la discografia,» diceva poi cose del genere, «ma se vorrai dargli un ascolto, anche solo a un paio di pezzi, almeno capirai di cosa sto parlando.» Così era stato deciso che Elia gli avrebbe creato una playlist per, letteralmente, «conoscere le basi del rock e del classic metal» e lui aveva annuito, felice che l'altro avrebbe speso altro tempo nel fare qualcosa per lui. In cambio, Luca gli avrebbe prestato un libro per lui particolarmente significativo. Aveva poi ottenuto anche delle informazioni indirette su cosa potesse regalargli per il suo compleanno che, ricordava, sarebbe arrivato entro un paio di settimane. Luca gli aveva poi raccontato di aver ricevuto una proposta di lavoro, un paio di settimane prima, mentre comprava delle scarpe in un negozio del centro ed Elia lo aveva preso in giro dicendogli che solo a lui poteva capitare che fossero gli altri a proporgli un lavoro, e non il contrario. Gli aveva confessato che avrebbe voluto accettare, ma che i suoi si sarebbero opposti perché, soprattutto a pochi mesi dalla maturità, doveva concentrarsi sullo studio. Lui però, aveva bisogno di avere i propri soldi da spendere o risparmiare senza dover rendere conto a nessuno. Anche se diversissimi sotto quell'aspetto, non si era sentito giudicato da Elia, che l'aveva ascoltato e gli aveva suggerito di aspettare effettivamente il diploma per lavorare, perché avrebbe avuto tutta la vita per farlo, mentre aveva solo pochi mesi per ottenere un voto più alto, alla fine dell'anno.

Dopo cena si erano spostati di nuovo in camera, per altri baci e le coccole che prima erano mancate. Aveva creduto che Elia fosse contrario a quel tipo di effusioni; invece, si era lasciato abbracciare e accarezzare a lungo sul viso e tra i capelli, mentre parlavano ancora delle cose che piacevano all'uno o all'altro, di film, fumetti, libri, videogiochi, scuola, genitori, come ogni ragazzo della loro età e non come due persone che si conoscevano da così poco, appartenenti a mondi così diversi. Aveva combattuto contro il sonno il più possibile, restando a guardarlo mentre le palpebre gli si chiudevano, pesanti, contro la sua volontà. Temeva che al suo risveglio non lo avrebbe trovato lì o che lo aspettasse una conversazione imbarazzante su quanto l'altro si fosse pentito delle sue intenzioni di continuare a vederlo. Invece, fu la voce di un altro uomo a riportarlo alla, seppure confortante, realtà dei fatti: era mezzo nudo a casa di qualcun altro.

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