13. Qualcuno che accetta gli inviti?

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Delle ricorrenze come San Valentino gli era sempre importato poco o nulla. Quell'anno, però, il 14 febbraio sembrava occupare sul suo calendario più spazio degli altri giorni. In meno di mezz'ora aveva chiuso definitivamente con quello che ormai era il suo ex ragazzo e la persona di cui si era scoperto interessato se ne era andato con la ragazza più carina della scuola (era anche simpatica e gentile, avrebbe tanto voluto fosse una stronza).

Una volta a casa riscaldò il pranzo, mangiò, si fece il caffè, lavò i piatti e sistemò un po' del disordine lasciato dal fratello. Il tutto in meno di un'ora. L'appartamento era piccolo, non ci voleva granché a riordinare e basta, ciò di cui c'era davvero bisogno era una sistemata strutturale. C'erano sempre piccoli lavoretti di manutenzione in sospeso, ma nessuno tra lui, Federico e la madre, trovava il tempo o le risorse per occuparsene. E poi erano in affitto, certe questioni non spettavano a loro, quello era sempre un ottimo pretesto per non muovere un dito a riguardo. Così, il flessibile del bidet continuava a perdere, la caldaia si inceppava ancora, la tapparella della finestra della cucina restava semi aperta e le ante della dispensa in cucina storte.

Ripensò a Luca e Rebecca vicino alla macchina di lei e fece un rapido conto mentale. L'auto della ragazza costava più o meno quanto quattro anni dell'affitto della loro casa in Barriera di Milano.

Pensò che in fondo fosse andata bene così, quel giorno, guardandosi intorno non vedeva un ambiente accogliente in grado di far mettere a proprio agio degli ospiti, soprattutto del "tipo Luca". Come gli era venuto in mente di invitarlo lì? Aveva davvero così tanta voglia di portarselo a casa e continuare quel discorso iniziato nella sua macchina? Si sentiva una specie di adescatore.

Lo immaginò a disagio tra quei soffitti bassi e quelle stanze poco illuminate, la cucina appena abitabile, il tavolo così piccolo che lui, con quelle gambe da spilungone che si trovava, avrebbe fatto fatica a sedercisi.

Ma adesso Luca e Rebecca se ne stavano a fare qualcosa da ricchi in una casa da ricchi, con altre persone ricche. O almeno, sperava. Perché l'idea che fossero da soli gli dava fastidio. Non ne aveva nessun diritto e sapeva anche che avevano avuto a che fare l'uno con l'altro a malapena e Luca gli aveva detto di lasciar perdere. D'accordo, lui era stato anche poco carino a lasciarlo lì ad ascoltare tutte quelle cose che lui e Mauro si erano detti a vicenda, ma scappare in quel modo come un coniglio e mandare all'aria i loro programmi era stato altrettanto brutto e per quello, sì, poteva benissimo essere arrabbiato. E poi era Luca a essere in difetto nei suoi confronti, per tutti i mesi in cui aveva riso di lui insieme a quelle capre dei suoi amici. No, non era vero, Luca non aveva mai riso con loro. A pensarci bene, quando lo vedeva insieme a loro, non aveva mai l'aria rilassata e divertita che invece lui gli aveva visto nelle poche volte in cui si erano trovati da soli. Gli tornò in mente lo sguardo gelido che si era beccato dopo la rispostaccia data a Rebecca. In quell'istante aveva potuto scorgere il Luca che tutti conoscevano e questo aveva un solo significato: lui era un'eccezione, trattato quasi sempre diversamente dagli altri. Era una cosa che lo faceva sentire bene, importante. Iniziava a capire di avere un certo ascendente su quel ragazzo, e iniziava a capire un po' anche lui.

Ma stare ancora lì a rimuginare su cosa sarebbe potuto succedere quel pomeriggio e su cosa invece Luca stesse facendo con Rebecca era fuori discussione. Non aveva nessuna intenzione di starsene sdraiato a letto a pensare a un'altra persona e a rodersi il fegato per essersi bruciato la sua possibilità. C'era una cosa che, invece, poteva fare per Luca; uscì, prese la macchina e guidò fino a Falchera, dal nonno.

Il giorno seguente, a scuola, cercò tra gli studenti una testa bionda che spiccasse in altezza sulle altre. Se non era tipo da deprimersi tutto il giorno per qualcuno, non era nemmeno uno che lasciava correre. Prima di lasciare perdere tutto con Luca avrebbe comunque voluto fare quella famosa chiacchierata e avere le sue risposte. Invece del ragazzo, però, trovò l'amica. O meglio, fu Rebecca ad andare da lui, alla fine del secondo intervallo.

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