19 | Voglia di casa

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CAPITOLO 19

Voglia di casa

Non so l'esatto momento in cui le emozioni si accavallalo le une sopra le altre fondendosi con i ricordi, ogni attimo passato insieme a Logan, ogni risata, ogni sorriso che mi ha strappato e ogni volta che gli ho detto di volergli bene per poi abbracciarlo forte a me, quanto il più vicino possibile al mio cuore. Forse succede quando si lascia alle spalle noi, quel che eravamo, o forse è quando sento il rombo della sua moto che riconosco anche senza voltarmi. E, invece, lo faccio comunque, scorgendolo la lontano accelerare in tutta forza e sfrecciare via, portandosi dietro tutto quello che gli ho dato e che non gli è stato sufficiente.

Le lacrime scivolano abbondanti come un fiume in piena che ha sfondato una diga alta migliaia di metri. Cadono sul mio viso, mi raggiungono il mento e poi gocciolano sulle mie mani che tremano con violenza.

Yuri ha raggiunto il suo ragazzo al muretto dove prima c'ero io, probabilmente intenzionato a lasciare della privacy a me e Logan. Forse se fosse rimasto tutto questo non sarebbe accaduto. Entrambi mi fissano. Sento lo sguardo di Duncan addosso, probabilmente si sta domandando che cavolo abbia combinato perché non era di certo questo il suo consiglio.

Ho fatto tutto il contrario. Ho fatto un casino. Ho fatto tutto quello che non avrei voluto perché le mie intenzioni erano ben diverse, non so quali con esattezza ma io Logan lo volevo nella mia vita, non mi importava sotto quale luce ma mi sono bloccata perché sono una vigliacca che teme l'imprevedibile.

E lui lo è. E' fottutamente imprevedibile, esce fuori dal mio controllo, non so mai cosa aspettarmi così come non mi sarei mai aspettata che la nostra storia sarebbe finita con un lieto fine del genere.

E' rimasto fino in fondo un gentiluomo, come pochi, forse come ciò che non si trova più in questa società che viviamo con la massima superficialità dove il contatto carnale viene prima di quello emotivo.

Con gli occhi sul mare ora più agitato tanto che sembra quasi uno specchio in cui mi ci rifletto, una mano si poggia sulla mia spalla. Al mio fianco appare Duncan. Lo guardo, lui ricambia e senza dire niente mi sta vicino con Yuri.

«Mi ha dato questo» dico tra i sospiri che cerco di sopprimere. Gli porgo la piccola pietra nera ovale.

«I pinguini la regalano per giurarsi amore eterno» sorrido e la voce mi si incrina, tanto quando il mio fiato, caccio un singhiozzo doloroso che mi strugge ogni parte e fibra del corpo.
Duncan avvolge un braccio intorno a me e mi attira a sé sospirando.

«L'ho perso» dico tra un singhiozzo e un altro. «L'ho perso... Che cosa ho fatto? C-cosa... cosa ho fatto?» mi volto verso di lui con la vista annebbiata dalle lacrime che non vogliono proprio smettere. Ho male al petto. Non respiro.
Duncan mi abbraccia con entrambe le mani e io sprofondo di faccia nel suo petto in un pianto isterico, frenetico, lamentoso come quello di una bestia ferita e agonizzante in una foresta desolata dove non verrà nessuno a salvarla, non questa volta.

Logan mi salvava. Quando io crollavo, c'era lui. E mi ha salvata in ogni modo che una persona potesse farlo.
Tutti i buoni propositi, la nostra amicizia, i ti voglio bene, la cena di Natale a cui io l'avevo inviato... non esiste più niente ormai.

Rimango così, inerme e vittima della mia perenne insicurezza, tra le braccia del ragazzo del fratellastro di Logan. Non so per quanto tempo. Ma di una cosa sono certa e quella è una chiamata che parte d'improvviso riportandomi con i piedi sulla Terra. Duncan non c'è più, Yuri allo stesso modo. Se non sono andati diversi minuti fa dopo che hanno insistito di restare con me ancora per un po' ma io ho categoricamente rifiutato.

Cuori in Tempesta 2 |  ❗In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora