6 | Sai che ti voglio bene, vero?

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CAPITOLO 6
Sai che ti voglio bene, vero?

Non appena nel parcheggio del campus universitario, Logan spegne il quadro elettrico della macchina e con sé anche il motore. Nell'abitacolo c'è solo silenzio, nessuna dei due ha il coraggio di dire qualcosa. O se effettivamente bisognerebbe dire qualcosa in una situazione del genere. L'unica cosa che so è il senso di colpa che sento divagare rapido nel petto fino a farmi quasi soffocare dalla vergogna.
Ce l'ho trascinato io nella mia vita e anche lì, al ristorante. Avrei dovuto semplicemente chiamare un taxi, magari avrei evitato tutto quello che è successo solo pochi minuti fa e che non riesco a togliermi dalla testa. Le immagini si ripetono all'infinito in una sorta di loop infernale.
Stento ancora a crederci... lui sopra Adrien a sferrargli tanti di quei pugni da riempirlo di sangue, ho perso il numero di quanti ne ha tirati. Troppi, questo è certo.
Logan non è così, non lo è mai stato. Anche quando c'è stato quel disguido al campus con Elias lui ha cercato in ogni modo possibile a mantenere un dialogo, non alzare le mani. Sinceramente pensavo che non sapesse usarle e non gliene avrei mai fatto una colpa. Essere uomini non significa sapere per forza saper picchiare al momento del bisogno, anzi vederglielo fare mi ha confortato per niente. Sono io quella impulsiva, quella che ha sempre tirato i cazzotti senza pensarci due volte... ma Logan, oh, no. Non è da lui.

Vedergli questa versione che non sapevo avesse dentro di sé, nelle parti più oscure del suo carattere, mi ha lasciata spiazzata, ma ancora di più è stato il comportamento di Adrien. Inutile dire che ora come ora l'idea di doverlo incontrare di nuovo mi suscita solo disgusto. Usare in quel modo il padre di Logan solo per farlo incazzare è stato un colpo veramente troppo basso di cui non credevo sarebbe mai stato capace.

Mi volto verso Logan e gli do un'occhiata, scrutandogli il profilo del viso sprofondato nel buio che avvolge entrambi.
Di spalle contro il sedile fissa un punto indefinito davanti a noi, dove non c'è niente, solo il muretto in cemento.
«Mi dispiace.»
Sono io quella a spezzare il silenzio. Il mio tono di voce è mortificato.
«Non avrei... non avrei dovuto chiamarti. Se solo non l'avessi fatto tutto questo non sarebbe mai successo» sussurro in colpa. Logan finalmente accenna un movimento. Si volta verso di me e mi guarda. I suoi occhi neri come la pece luccicano di un piccolo bagliore proveniente dalla poca luce del lampione alla mia destra.
«Se non fossi venuto chissà cosa sarebbe potuto accaderti» ribatte lui, invece, con aria contrariata e caccia un sospiro rumoroso. Con la mano destra sbucciata sulle nocche cerca la mia, me l'afferra incurante del male che molto probabilmente sentirà e la stringe forte. I miei occhi iniziano a bruciarmi di colpo.
«Io so difendermi» gli ricordo. Logan molla la testa contro il sedile e caccia un piccolo cenno di sorriso, guardandomi per alcuni istanti in silenzio.
«Non quando sei mezza ubriaca» replica. «Se fossi stata lucida, conoscendoti, avresti reagito alzando le mani come una pazza furiosa.»

Le sue parole mi fanno inevitabilmente sorridere con tristezza al solo pensiero. In automatico gli stringo la mano, appena quanto basta per non fargli del male, ma sul suo vino si disegna ugualmente una smorfia sofferente.
«Mi dispiace davvero tant-»
«Shh...» mi zittisce sul posto. «Smettila» ordina con una dolcezza disarmante che mi colpisce in pieno. Annuisco, restando in silenzio.
Poi apre la portiera, quindi stacca le nostre mani. Lo seguo a ruota e insieme ci indirizziamo verso di appartamenti studenteschi senza aggiungere altro. Quando è tempo di dividerci, entrambi ci fermiamo senza però accennare alcun movimento. Lo guardo timidamente, non sapendo che dire, se augurargli buona notte nonostante quello che è successo o dirgli un'altra volta che mi dispiace probabilmente beccandomi un altro shh da parte sua.
I suoi occhi mi scrutano silenziosamente, scavandomi fin dentro l'anima.
D'improvviso la mia mano scivola e afferra la sua, gliela stringo facendo incastrare le nostre dita e lo attiro verso l'ala est dei dormitori dove si trova la sua stanza.

Cuori in Tempesta 2 |  ❗In RevisioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora