What are you gonna do?

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Fuori all'albergo c'era davvero tanta gente e in molti s'affrettavano a prender posto sul bus, ma la maggior parte dei ragazzi era ancora all'ingresso a consegnare le chiavi.

Zoe si guardò intorno per un po', ma non riusciva a scorgere la persona che cercava.

Se lo ricordava, nonostante avesse bevuto un po' e ci fosse un sacco di gente: Michael era un ragazzo alto, con i capelli scuri, gli occhi luminosi e fumava.

Il fumo, si. Prese quindi ad osservare i ragazzi con delle sigarette fra le mani, cercando di trovare qualcuno che combaciasse con la descrizione che aveva prefisso nella mente.

S'avvicinò al pullman, mettendosi di lato alla porta.

«Fa' attenzione a dove metti i piedi, Hemmings!» si lamentò altezzosamente un ragazzo alto, con mossi capelli del colore del miele, gli spessi occhiali ad incorniciargli degli occhi scintillanti e una camicia a quadroni legata alla vita.

Il ragazzo che aveva di fronte a sé abbassò la testa, come infastidito, ma senza avere il coraggio di replicare.

Eppure Zoe si ritrovò il tizio che aveva parlato addosso, colpito in pieno volto da un altro ragazzo biondo, il quale gli disse chiaro e tondo di essere stufo di vederlo comportarsi cosi, prima con suo fratello Michael e poi con uno dei suoi amici.

Quando il biondo nominò Michael, Zoe sentì un'ondata di sollievo scorrerle nelle vene, mischiata alla consapevolezza che il fratello di Sarah non avesse avuto vita facile.

Ashton, come l'aveva chiamato quello, si scostò da lei e la superò, pronto a colpire il biondo.

«Tu e tuo fratello non valete un cazzo, McChesney, quindi levati dalle palle e lasciami stare.» gli disse con tono sprezzante, spostandolo con un braccio.

Poi Hemmings e McChesney si misero a parlare e Zoe capì solo che quello col ciuffo lungo era sceso dal pullman poiché l'aveva visto in difficoltà.

Si chiamavano entrambi Luke, confondeva molto vederli chiamarsi a vicenda con tale nome, che inizialmente Zoe credé d'aver capito male.

Non sapeva se rivolgersi ad uno dei due e chiedere almeno dove fossero diretti, o lasciar perdere. Ma non poteva mollare, per Sarah Zoe avrebbe sconfitto un po' di timidezza e avrebbe saputo qualcosa in più.

«Scusa, posso chiederti un'informazione?» fece rivolgendosi al ragazzo che aveva nominato Michael.

«Certo, dimmi..» fece, poi alzò lo sguardo e la guardò curioso. «Non sei di scuola, vero?»

«No, io sono di qui, di Oxford.» chiarì. «Comunque, mh, io volevo sapere dove è che andate.. Ho notato che siete qui da qualche giorno, quindi suppongo stiate tornando a casa..»

«Assolutamente si!» ridacchiò «Comunque torniamo a Londra, al King's College.» rispose.

«Ah, bene, grazie!» si congedò e fece per voltarsi.

«Scusa, ma..» la bloccò il ragazzo. «Tu chi sei? E come mai vuoi sapere dove siamo diretti?»

«Mi chiamo Zoe!» urlò allontanandosi. «E non preoccuparti, prima o poi ci rivedremo!»


Luke si alzò all'improvviso, interrompendo un discorso con Clary su quanto volessero che i My Chemical Romance tornassero insieme. Quando Michael se ne accorse, pochi minuti dopo, abbassò repentinamente i piedi dal seggiolino e attraversò il corridoio del bus, raggiungendo il fratello nel cortile.

«Tutto bene, Luke?» chiese serio.

«Non ti preoccupare, piccoli screzi tra Irwin ed Hemmings. Solite cose..» rispose. «E poi c'era una ragazza che mi ha chiesto dove fossimo diretti.»

Here Without You. » Clifford a.uDove le storie prendono vita. Scoprilo ora