La notte era fresca, il cielo limpido e terso. Qualche sprazzo di stella, un alito di vento.
Le valigie erano pronte dal pomeriggio, ma Michael non era lo stesso riuscito a chiudere occhio. Luke nell'altra stanza s'affrettava a mettere le ultime t-shirt in valigia, tenendo la luce accesa. Non che infastidisse Michael, comunque, ma la notò. Era ancora buio quando i due uscirono e si fecero strada giù nel giardino per farsi accompagnare a scuola.
L'autobus del King's College partì alquanto presto, cosi da poter fermarsi ad Oxford per fare colazione. Quasi tutti i ragazzi si erano addormentati, cercando di recuperare in viaggio le ore di sonno mancate, e Michael, con la testa appoggiata al vetro aveva impiegato buona parte del tragitto a mimare per cullarsi le parole delle canzoni "lente" di alcune band che aveva messo in una playlist, tra cui My Chemical Romance, Linkin Park e Paramore, per conciliare il riposo, aiutandosi stringendo la mano di Alex. Dietro di loro c'erano suo fratello, Calum e l'altro Luke, Hemmings. Tutti e tre si erano addormentati tenendosi la testa con una mano e risultavano molto buffi. Poi, quando il bus frenò per parcheggiare, il trio per poco non si ritrovò con la testa contro i sediolini davanti a loro, dove Michael rischiava di far sbattere la testa contro il vetro. Il ragazzo, in dormiveglia, si rese conto del cambiamento, sentendo il moto del veicolo arrestarsi quasi bruscamente. e si affacciò. Quando capì che erano arrivati a destinazione diede un bacio sulla fronte ad Alex e la svegliò dolcemente.
«Siamo arrivati.» le sussurrò all’orecchio, poi lanciò uno sguardo ai ragazzi li dietro.
«Ragazzi, basta dormire!» disse a voce alta, scuotendo una mano.
Alex s’era alzata e s’era fatta strada lungo il corridoio affollato del bus. Michael la seguì e poi afferrò le proprie valigie dal bagagliaio.
«Ti porterei la valigia, ma poi inciamperei a portarne due, scusa.» fece Michael porgendo alla sua ragazza la valigia blu.
«Non c’è problema!» ridacchiò, poi strinse la mano libera del ragazzo nella sua.
«Posiamo queste valigie in albergo e andiamo a fare colazione, ho fame.» si lamentò il ragazzo, che s’affrettò a mettere le valigie nell’ascensore e salire al secondo piano, dove i professori li avevano avvisati ci sarebbero state le loro camere. Luke aveva già preso la chiave per la stanza numero 287, quindi Alex andò a recuperare una chiave per una stanza vicina, precedendo Clary, l’amica con cui avrebbe diviso la stanza in albergo.
Per fortuna riuscì a prendere la 292, a dieci metri da Michael.
«Che stanza hai?» le chiese quando la vide tornare: era all’ingresso della propria camera e quando Luke la sentì sventolò la mano per salutarla.
«Ciao Luke!» ricambiò. «292, sono lì.» indicò la propria stanza e Michael se la fissò bene in mente.
Si fece passare la propria valigia dal moro, poi Clary apparve dietro di lei.
«Hai preso già la stanza? Ti prego, dimmi di si, sono rimaste quelle all’inizio del corridoio, fanno schifo quelle vicino all’ascensore.» fece.
«Stanza 292, tutta nostra!» squillò Alex, scuotendo le chiavi. L’altra le diede un bacio su una guancia e corse ad aprire la porta, per posare la propria valigia. Alex la seguì, poi si chiusero la porta alle spalle e la trascinò di nuovo in corridoio, dove Michael aveva lasciato la porta della propria stanza aperta.
«Ti presento due persone, vieni!» esclamò quasi divertita.
Michael si girò sentendo la sua voce e rise sommessamente.
«Lui è Michael» fece sfiorandogli il braccio. «Mentre lui è Luke, è suo fratello.» gli scompigliò i capelli, in preda alla felicità.
«Dai, Alex, smettila.» ridacchiò ancora Michael, notando lo sguardo contrariato di suo fratello mentre si riaggiustava i capelli, ficcando le mani tra le ciocche.
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Here Without You. » Clifford a.u
FanfictionMichael era un ragazzo tutto cuffiette e sigarette. Le cuffie erano la sua casa, le sigarette la sua chiesa, la sua religione, frutti di una vita rivelatasi un completo inferno. A causa sua, certo, ma non solo. Erano 4 anni che non vedeva sua sore...