Lampi e tuoni, il cielo sprigionava energia repressa.
Michael aveva un appuntamento importante, altrimenti avrebbe evitato di certo di uscire giù in strada.
Ma col mestiere che faceva, la strada andava vissuta, i tossici non si fermavano davanti a nulla.
Doveva consegnare i guadagni della festa al boss, così s'era organizzato con Tyler per avere un incontro. Di solito gli altri spacciatori passavano i soldi ai loro capi, e questi tutti insieme li portavano a Tyler o a qualcun altro, dipendeva dalla zona. Nel suo caso, invece, il boss preferiva avere un rapporto diretto, si fidava di lui. E poi, voleva sapere come era andata.
Quando il ragazzo arrivò allo Stockwell Park Tyler lo introdusse in un appartamento vuoto, dove su un tavolo stavano piegati quattro uomini, intenti a steccare il denaro.
Michael aprì lo zaino e ne cacciò i soldi, che non aveva avuto modo di contare, e li posò sul piano.
«Grazie» fece il boss mettendosi dritto. «Come è andata a Oxford?»
«Bene, credo. Non ho contato i soldi, ma penso sia andata come volevate.»
«Si, certo, adesso se ne occupa Devotchka» rispose l'uomo, e Michael fece una smorfia di confusione, non avendo mai sentito parlare di qualcuno con quel nome. «Gestisce la cassa, è una donna sveglia. Ma comunque, ti sei divertito alla festa?»
«Cosa intende dire?» chiese Michael, non capendo dove l'uomo volesse andare a parare.
«Ah, caro Michael, non è successo proprio niente di bello sabato?»
Michael rimase a bocca aperta, non s'aspettava che ci sarebbe voluto così poco.
«Abbiamo mezzi e persone in ogni angolo, in ogni strada, anche se non sembra. Ci sono vedette ovunque, il compito loro è controllare, osservare, senza farsi notare. Ma quando parlano loro, in strada li seguono come fossero delle divinità. Basta chiedere cosa cerchi e loro te lo trovano, non falliscono mai.»
«Ma tutto ha un prezzo..» fece Michael guardando l'ombra della cicatrice sulla mano.
«Saremmo poliziotti se non chiedessimo nulla in cambio. I soldi sono un buon carburante, con quelli il mondo gira veloce, è tutto più facile. Quando le cose non hanno spinte, devi seguire l'onda di un'inerzia che fatica ad arrivare.»
Michael, ancora una volta senza parole, si scrollò le goccioline di pioggia dai capelli, lasciando scivolare via un po' di pensieri.
«Se vuoi, con noi hai fi..» iniziò il boss, la cui identità restava ancora ignota a Michael, ma fu interrotto da Tyler, con una chiamata ancora in corso sul suo smartphone.
«Capo, abbiamo un problema.» comunicò.
Chiusi in un'aula del King's College, Alex, Calum e i due Luke erano intenti a mettere a punto un buon progetto di storia, che permettesse loro di alzare i propri voti senza fare ulteriori interrogazioni prima della fine del trimestre.
«Ma dico io, che cavolo frega a me di Cristoforo Colombo che voleva aiutare la comunità a recuperare quattro spezie?» esclamò Calum spostando il libro dal banco.
«Se facessimo questo discorso per ogni cosa non sarebbe il caso di venire più a scuola..» fece Alex, al che Luke McChesney si sentì in dovere di sottolineare la sua estrema poca voglia di studiare: «Non che ci dispiacerebbe, eh!».
Scoppiarono tutti a ridere, così Luke Hemmings propose di fare una pausa. Calum iniziò a parlare con lui della partita che lo attendeva, mentre Alex si mise a rovistare nel suo zaino alla ricerca di qualcosa da mangiare.
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Here Without You. » Clifford a.u
FanfictionMichael era un ragazzo tutto cuffiette e sigarette. Le cuffie erano la sua casa, le sigarette la sua chiesa, la sua religione, frutti di una vita rivelatasi un completo inferno. A causa sua, certo, ma non solo. Erano 4 anni che non vedeva sua sore...