Michael si rese conto che quelle parole erano vere e così, abbattuto, si lasciò cadere sul lettino, respirando rumorosamente con gli occhi chiusi. La rassegnazione si faceva strada dentro di lui. Ma poi aprì gli occhi e per la prima volta fece caso a chi avesse davanti. Alex.
La rabbia che prima lo accecava aveva fatto sì che non si accorgesse neanche della ragazza che gli stava di fronte. Eppure alla fine la aveva notata e a quel punto non poté fare altro che chiedersi come mai si trovasse lì.
«Hai ragione, non riuscirei a spaccargli il naso. Comunque, che ci fai qui? Non dovresti essere a lezione?» Alex lo fissò per qualche istante, poi gli rispose semplicemente:
«Lui.. Ti aveva lasciato a terra distrutto, nessuno si è avvicinato a te, tranne il biondo. Così ho chiamato Madame Neken e ti abbiamo portato qui. Siamo qua da almeno 2 ore.» si fermò qualche istante, poi ripensando all'infermiera aggiunse: «Le vado a dire che sei sveglio. Magari tu dovresti scrivere un messaggio a tuo fratello, era preoccupato.» e lo liquidò.
Michael fece per allungare la mano verso di lei, ma si era già allontanata. Così prese il cellulare dal tavolino accanto al letto e compose un messaggio.
"Luke, mi sono appena svegliato. Grazie per aver aiutato Alex." scrisse, poi premette invio. Mentre ingurgitava un po' di acqua, il telefono vibrò.
"Nessun problema, fratello. Sono contento che tu stia meglio, ora esco in corridoio e chiamo la mamma." Michael non rispose. Sarebbe rimasto lì tutta la notte?
Alex ricomparve con accanto una donna sulla cinquantina, con dei capelli biondo cenere e occhi verdi sbiaditi.
«Prendi queste, calmeranno il dolore.» spiegò porgendo al ragazzo una coppia di compresse rivestite, poi non appena gliele ebbe cedute, girò sui tacchi e se ne andò.
«Stai bene?» chiese la ragazza in un sussurro.
«Mi fa male un po' la schiena.» ammise Michael.
«Intendevo tu, come persona, dentro. Va tutto bene?» chiarì.
«Credi che possa essere anche minimamente giusto, o possa far sentire bene ciò che è successo? No. Ma io sono felice per aver reagito e pure se non gli ho spaccato la faccia non mi pento di averlo attaccato.»
«Capisco. In realtà gli hai lasciato un segno lungo tutta la guancia!» esclamò sorridendo. «Era cosi buffo e la cosa più bella è stata che i professori credessero che glielo avesse fatto una ragazza!» rise fragorosamente.
«Hey, il mio nome è Michelle, sono una ragazza carina e sexy e sono una leonessa, aaaargh.» esclamò il ragazzo con una voce femminile, il falsetto praticamente uguale a quello di una donna. Alex rise ancor di più e Michael si unì con le proprie a quelle risate, sbattendo le palpebre e costringendosi a respirare per non ritrovarsi senza fiato.
Quando Madison lo chiamò al telefono, Michael aveva ancora il sorriso sulle labbra. «Michael, ce la fai a camminare?» chiese la donna.
«Non ci ho provato ancora. Aspetta.» rispose. Si alzò in piedi e fece qualche passo, avvicinandosi alla sedia dove Alex era accomodata. «Ce la faccio. Mi fa solo male la schiena.» replicò poi.
«Perfetto.» fece la matrigna. «Ti vengo a prendere fra un'oretta, il tempo di organizzarmi qui in ufficio.» Michael fece un verso di approvazione e riagganciò, restando in piedi accanto al letto.
«Mi vengono a prendere fra un'ora.» disse in risposta allo sguardo incuriosito della ragazza al suo fianco.
Luke si ritrovò a sorridere, non appena vide Michael ridere con Alex. Aspettò che riagganciasse la chiamata con sua madre e poi comparve nella sala, dove il letto del suo fratellastro era l’unico disfatto.
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Here Without You. » Clifford a.u
FanfictionMichael era un ragazzo tutto cuffiette e sigarette. Le cuffie erano la sua casa, le sigarette la sua chiesa, la sua religione, frutti di una vita rivelatasi un completo inferno. A causa sua, certo, ma non solo. Erano 4 anni che non vedeva sua sore...