CAPITOLO 4:non oltrepassare il confine.

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mi alzai di colpo sul letto della stanza, una figura abbastanza mascolina era girato di spalle e stava frugando nelle mia valigia, non ho capito chi fosse vedevo sfocato, forse stavo piangendo o semplicemente non ci vedevo, ogni tanto mi succede, la figura non mi stava guardando ma potevo capire che avesse notato che mi fossi svegliata, di solito la gente normale urla o fa qualcosa quando qualcuno ti guarda le cose personale nella borsa o valigia, ma io, io normale? nahh.
mi alzai semplicemente, presi il mio telefono e iniziai a scorrere su tik tok «Smettila di guardarmi le cose» dissi tranquilla non osservando più la figura, lei fece come richiesto e corse in bagno, durante tutti questi anni avevo imparato una cosa. l'indifferenza era la soluzione migliore, l'indifferenza spaventa e non avrei permesso a nessuno di sottomettermi, mai, se non a me stessa.

sfregai gli occhi per vedere bene, bussai alla porta del bagno per capire chi fosse il cosiddetto "ladro" «Tom?» ,non so perché dissi il suo nome, ma mi aspettavo di venir messa con mocio di turno, nessuno mi rispose quindi mi allontanai e andai a vedere che cosa stava cercando il ragazzo, vidi il libro di fotografie aperto e lì crollai. non potevo crederci aveva letto le didascalie..per me era come arrendersi, andavo in crisi se qualcuno mi toccava anche con un dito o leggeva le mie cose, tom questa cosa la sapeva bene.
«Tom» dissi secca «Tom» urlai di nuovo
«mocio» continui a dire a quel nome la porta si aprì e vidi il ragazzo uscire.
«Rimetti apposto grazie»
andai fuori dalla stanza e lo lasciai lì
«T/n!» sentii urlare dietro di me dalla voce di bill «Bill» replicai girandomi verso di lui.
«vogliamo andare nel famoso posto?» mi domandò con un sorriso a trentadue denti
«Va bene»
mi prese per mano e andò a chiamare Gustav e Georg «E tom?» domandò Gustav
«Oh, ha da fare lo sapevate che è un ladro di libri?» risposi ridacchiando e i sorrisi degli altri mi accompagnavano.

Dopo essere arrivati nel cimitero

tutti e quattro stavamo cercando le tombe dei miei genitori,non ero mai venuta a trovarli forse perché mi sentivo in colpa, per questo mi ero portata 2 pastiglie non si sa mai che mi venga un crisi.

Presi bill per mano e andai in un angolino appartato «ho paura mi venga una crisi durate un intervista o concerto» ammisi al mio migliore amico «in quel caso ti farei rimpinzare di pillole per salvarti.» mi rispose stringendomi a sé «a te capita di aver voglia semplicemente di esser fatto di porcellana e romperti da solo
o immaginare di essere una bambola in uno scaffale immersa nel buio della cameretta di una bambina
e ad un certo punto, bam ti sei buttato per terra per distruggerti e vedere il volto di quella bimba che prima aveva un volto tanto felice invece adesso, adesso ti sta guardando in mille pezzi piangendo ma sarà di dolore o gioia?
forse quella bambina odiava quella bambola con tutto il cuore e la teneva perché l'aveva sempre avuta o perché quella bambola era stata la prima di 10 e poi 100 e 1000 fino ad arrivare a 8 millardi
e tutte quelle bambole che ti circondano sono esseri umani
che hanno una voglia di buttarsi e rompersi
ma non hanno il coraggio perché poi cosa succederebbe? a te capita mai di pensarci?» domandai guardando bill negli occhi «non lo so» mi rispose semplicemente, bill dopo qualche secondo di silenzio si abbassò facendomi segno di salirgli in spalle come facevamo sempre da piccoli e corse per tutto il cimitero finché non arrivammo alla tomba dei miei genitori, bill mi mise giù e mi accarezzò i capelli «Sarebbero fieri per quanto sei bella t/n» mi disse d'improvviso, quel commento mi sorprese piu del dovuto.
d'un tratto, senti la sua presenza. si sentivo la piccola me guardarmi da dietro un angolo con un sorriso a denti aguzzi, gli occhi spalancati e la pelle pallida, leggermente più alta. sembrava un..un mostro, si, esattamente un mostro.
i miei occhi erano fissi guardare quel orrenda creatura, non era la prima volta che io la vedessi ma mi spaventava a morte, dovevo andarmene ma in hotel in stanza con quello sarebbe stato ancora peggio.

*

ormai t/n era fuori casa da un po'. avevo sentito, anzi capito che volesse andare al cimitero per questo aveva più "crisi" del solito, avrei voluto stare accanto e tenerle la mano o semplicemente essere lì per lei, ma mi odiava e non mi avrebbe mai permesso ti toccarla, non di nuovo.
se provasse quello che provo io, le avrei dato dei nomignoli carini come lei ad esempio Mademoiselle, amour o semplicemente piccola, la mia piccola.
«Scusa t/n, sono un disastro» sussurrai convinto di essere da solo in stanza. ma mi sbagliavo c'era qualcuno sulla soglia della porta a fissarmi con pietà. riuscivo a percepire gli occhi spalancati della persona in questione e mi disse semplicemente «Hai fatto?»

*

«Hai fatto?» domandai appoggiata alla soglia della porta con le braccia conserte «bei reggipetti» mi rispose ironicamente mostrandomi uno di essi, «maniaco, farò richiesta per cambiare stanza» mi distesi su un lato del letto aspettando l'orario di cena, nel momento in cui fui arrivata sentivo tom parlare, ma non capivo cosa dicesse e non avevo intenzione di chiederglielo.
«Senti t/n, visto che ci odiamo, su questo sia abbastanza d'accordo entrambi, che ne diresti se mettessimo un confine, delle regole o qualsiasi cosa per tenerci lontano?» mi propose il mocio, non me lo sarei aspettata sinceramente, ma annuì presi dello scotch nero e iniziai a creare una linea al centro della stanza per separarci «Questo è il mio lato, potrai oltrepassarlo solo se devi uscire» dissi a braccia conserte «il bagno di entrambi anche se è sul mio lato» mi propose, io annuì di nuovo e mi buttai a letto aspettando l'orario di cena

Potrei essermi innamorato di te. «TOM KAULITZ»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora