one

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la sveglia suonò.
non sapevo minimamente che ora fosse perciò feci tutto con calma: mi svegliai, mi sporsi tranquillamente verso il comodino per spegnere la sveglia e...

...oh merda.

erano le sette e trentadue.

mi ci vollero un paio di secondi per capirlo: passati quei secondi, strabuzzai gli occhi e balzai in piedi alla velocità della luce.

per poco pensai di essermi rotto la schiena a causa dello scatto fatto per mettermi in piedi. corsi in bagno, mi guardai allo specchio e i miei capelli sembravano un nido di rondini, ma quello era probabilmente l'ultimo dei miei problemi.

mi sciacquai il viso in modo disordinato e tornai di corsa in camera, infilando una maglietta a caso tra quelle ammucchiate sulla sedia della mia scrivania – che mi accorsi solo dopo aver messo al contrario – e per poco non caddi di faccia a terra mentre mi mettevo i soliti jeans con i buchi, dove puntualmente infilavo i piedi in questi ultimi e non nel posto giusto.

corsi fino all'ingresso, infilandomi le scapre senza allacciarle perché non avevo tempo e prendendo in bocca una merendina trovata nello scaffale.
salii in macchina e per poco partii anche senza zaino.

quando fui sicuro di essere pronto del tutto, partii e guidai il più rapidamente possibile verso l'università.
oggi era il terzo giorno nella stessa settimana che mi svegliavo tardi e arrivavo alle lezioni con una precisione spaziale che vedeva il completo caos in precedenza.

quando sentii i discorsi degli speaker radiofonici su "come fosse bello iniziare la giornata ascoltando la loro musica e bla bla bla" sulla stazione radio che si era autoimpostata, mi venne la voglia di prendere a testate lo schermino dell'auto fino a distruggerlo, sentendo quel genere di discorsi di prima mattina, in ritardo e con dei capelli decisamente orrendi. perché se avevo dei capelli di merda già la mattina, si prospettava essere una giornata di merda sin da subito.

erano le sette e cinquant'otto quando parcheggiai nel parcheggio della KQ university e per poco non scivolai scendendo dall'auto.
corsi fino all'entrata provando a sistemarmi i capelli inguardabili con cui mi ritrovavo e in lontananza vidi yeosang davanti al muretto dell'entrata che mi aspettava con le mani sui fianchi, come faceva mia madre quando la facevo attendere troppo prima di andarla ad aiutare a fare un compito.

« buongiorno fiorellino, anche oggi ci siamo svegliati in orario vedo » mi sfottè yeosang già di prima mattina.

« zitto zitto, almeno oggi non sono uscito in ciabatte o con la marmellata spalmata sulla faccia come le altre volte » dissi io e yeosang accennò una risata al ricordo delle altre giornate quando ero arrivato tardi.

la campanella suonò, sempre in perfetto orario, alle otto in punto.
« andiamo? »chiese yeosang avviandosi nell'ingresso. lo seguii a ruota, con la voglia di fare due ore di biologia pari a zero.


⤷‧₊˚ 🌙


quando uscii dall'università quattro ore prima del solito mi sentii subito molto più sereno rispetto a come lo ero quella stessa mattina.

avevano comunicato alla mia classe che il professore di scienze dello spazio era assente e quindi potevamo uscire prima.

ne approfittai per chiamare yuqi, poiché erano le due del pomeriggio e lei era in pausa in quel momento.
cercai il suo numero nell'elenco delle chiamate e non appena trovai il contatto "yuqi <3 🫶" la chiamai nella speranza che mi rispondesse.

la sua risposta non si fece aspettare: dopo pochi secondi udii la sua voce dall'altro capo del telefono.

《 yuyu!! aspettavo una tua chiamata!! come stai? non dovresti avere lezione ora o mi sbaglio?》

𝗕𝗔𝗕𝗬𝗦𝗜𝗧𝗧𝗘𝗥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora