six

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la notte era scesa su seoul ormai da ore, il manto di stelle luminose aveva ricoperto il cielo insieme alla luna, splendente quella sera.

regnava il silenzio nella mia stanza fino a quando non fui svegliato dal telefono che squillava: mugugnai dalla frustrazione, poiché la suoneria mi aveva svegliato. allungai la mano verso il comodino, ci misi un po' per prendere il telefono – per via del sonno – ma appena vidi il nome del contatto mi svegliai di scatto; era mingi.

cosa voleva a notte fonda? mi preoccupai e prima di rispondere sperai che non fosse successo nulla di grave.

《 mingi? perché mi chiami alle due del mattino? 》

a rispondermi però non fu la voce del rosso, ma bensì quella di hongjoong.

《 yunho, sono hongjoong, ti ho chiamato dal telefono di mingi perché non ho il tuo numero: siamo in disco e mingi non si sente molto bene- 》

mi si bloccò il respiro sentendo quelle parole.

《 come si chiama il posto? lo vengo a prendere subito, dieci minuti e sono lì 》

attaccai di fretta e mi alzai dal letto come se ne andasse la mia vita – in realtà da una parte era così.

mi vestii con le prime cose che trovai in camera e corsi a mettermi le scarpe: intanto hongjoong mi aveva inviato la loro posizione sempre dal telefono di mingi.

corsi giù per le scale del condominio, arrivai al parcheggio, salii in macchina e misi in moto alla velocità della luce.

guidai più veloce che potevo verso il club e appena arrivai, scesi correndo dalla macchina verso i ragazzi, che si stavano sbracciando per farsi vedere.

vidi mingi mezzo sdraiato, la testa sulla coscia di wooyoung, rosso in faccia come non lo avevo mai visto.

mi avvicinai al suo corpo: era in uno stato di dormiveglia, lo scossi un poco per svegliarlo.

« mingi? mingi sono io, sono yunho » dissi scuotendo la sua spalla. si risvegliò piano e sembrava molto frastornato. non lo avevo mai visto in queste condizioni.

gli posai una mano sulla fronte: bruciava, la sua pelle era ustionante.

« ha bevuto qualcosa? » chiesi agli altri presenti.

« solo un paio di shot, nulla di più » rispose subito wooyoung davanti a me.

« avete notato qualche strano comportamento da parte sua? »
« io avevo notato che avesse un po' freddo, poiché continuava a coprirsi con la giacca, ma lui negava tutto » continuò seonghwa, vicino al suo fidanzato.

« a una certa ci ha detto che gli girava la testa, così lo abbiamo portato qui fuori, dove ci ha detto di chiamarti perché voleva che tu lo portassi a casa per stare con lui » disse poi hongjoong. ero stato chiamato per volere di mingi?

dopo altre poche parole presi il rosso e lo portai in macchina per portarlo a casa mia: per una notte sarebbe rimasto lì, non potevo lasciarlo da solo a casa sua in quelle condizioni. se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.

appena arrivati al condominio fu un po' più complicato portarlo su per le scale e farlo entrare in casa: ero più alto di lui di alcuni centimetri ma in massa fisica mi batteva alla grande.

lo portai direttamente in camera mia, accesi la luce, non curante del fatto che fossero letteralmente le due del mattino passate e cercai dei miei vestiti; non potevo lasciarlo vestito in quel modo con la febbre che si ritrovava.

𝗕𝗔𝗕𝗬𝗦𝗜𝗧𝗧𝗘𝗥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora