seven

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tanti auguri a te
tanti auguri a te
tanti auguri a yunho
tanti auguri a te

no. tanti auguri un cazzo.

ventitré marzo. oggi compievo ventiquattro anni.

il ventiquattresimo compleanno più triste della storia. ero da solo. ma proprio da solo. non c'era nessuno per festeggiare.

yeosang si era preso la bronchite due giorni prima del mio compleanno – io gli avevo detto di coprirsi bene quel giorno – e di conseguenza jongho doveva prendersi cura di lui, non potendo venire.

yuqi era in viaggio di studio in giappone e, purtroppo, lo studio viene sempre prima di tutto. mi aveva chiamato in lacrime la settimana scorsa dicendo che non sarebbe potuta esserci il giorno del mio compleanno. la avevo tranquillizzata dicendole che non era un problema. inoltre hari era dai suoi nonni a jeju, quindi non potevo stare nemmeno con lei.

mi ero detto mentalmente che non era nulla, che non era colpa loro se non potevano esserci per stare con me durante il mio giorno, che rimanerci male male per una cosa del genere era da bambini. ma cazzo, ci ero rimasto male eccome.

i miei amici erano la mia famiglia, senza di loro non ero nessuno, e aver aspettato questo maledetto giorno solo per stare da solo mi aveva amareggiato non poco.

quella mattina mi svegliai verso le undici, più tardi del solito – non avevo lezione fortunatamente – e la prima cosa che feci fu sperare di trovare qualche messaggio di auguri per me. il solo pensiero che qualcuno si fosse dimenticato del mio compleanno, di me, mi faceva paura come poche cose nella vita.

sorrisi quando trovai dei messaggi da yeosang – un video dove mi cantava tanti auguri insieme a jongho. trovai una marea di messaggi da yuqi e alcuni messaggi pure da instagram dagli amici di mingi con cui avevo legato di più.

ci rimasi un po' non trovando nessun messaggio da mingi; ricontrollai la sua chat un milione di volte per essere sicuro, e ogni volta trovavo sempre messaggi di qualche giorno prima.

stavo per alzarmi dal letto una volta per tutte quando ricordai che era troppo presto per pranzare, e non avevo nemmeno voglia di fare colazione. anche se mi fossi alzato non sarebbe cambiato nulla, avrei comunque vissuto la mia routine monotona anche quel giorno, nonostante non volessi.

mi risdraiai, guardai il soffitto e stetti in quella posizione per minuti interi; forse era meglio tornare a dormire.
prima di posare il telefono sul comodino tornai sulla chat di mingi e mi arresi quando non trovai ugualmente nessun messaggio.

la mia guancia in meno di pochi secondi fu bagnata da una lacrima solitaria, che fu presto asciugata dalla manica del mio pigiama. scossi la testa un paio di volte stringendo gli occhi come per rimproverarmi della cosa.

quanto sono patetico, piangere per uno stupido messaggio di compleanno.

sentivo come se quella giornata non sarebbe andata affatto come volevo.

⤷‧₊˚ 🌙

qualche ora dopo mi ritrovai sul divano, ancora in pigiama, con degli avanzi di cibo di qualche giorno fa, davanti alla tv accesa su un programma che non stavo seguendo per nulla.

era davvero tardi; saranno state le tre del pomeriggio, mi ero svegliato da poco e non avevo nemmeno così tanto appetito. tutte le cose che avevo pensato mi avevano fatto chiudere lo stomaco, ma mi feci forza e mangiai qualcosa anche se poco, altrimenti non mi sarei nemmeno tenuto in piedi.

sentii la suoneria del telefono, mi precipitai a vedere chi mi stesse chiamando con la speranza che ancora non era morta del tutto: il sorriso fiducioso si smorzò vedendo che yuqi mi stava videochiamando.

𝗕𝗔𝗕𝗬𝗦𝗜𝗧𝗧𝗘𝗥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora