four

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il mattino dopo, mi svegliai un po' stordito: forse ancora per lo shock dell'accaduto della sera prima, sia per il fatto che mi ritrovai da solo in camera.

mi stropicciai gli occhi e guardai la mia stanza dal letto un paio di volte: magari era solo l'effetto del sonno che non mi faceva vedere il mio amico dai capelli rossi in camera.

in realtà avevo visto bene sin da subito, mingi non era dove lo avevo visto l'ultima volta ieri sera prima di addormentarmi, ovvero sulla sedia della mia scrivania.

mi sentii automaticamente in colpa: lo avevo fatto dormire in quella sedia tremendamente scomoda; adesso avrà un gran mal di schiena.

mi alzai dal letto piano piano, ancora un po' stordito, mi infilai le pantofole e mi stiracchiai la schiena per bene: mi sentivo a pezzi.

mentre facevo i miei comodi, sentii un profumo provenire dalla cucina. e chi ero io per non precipitarmi lì a vedere cosa ci fosse di così invitante da mangiare?

camminai verso la cucina, e appena feci il suo interno ci trovai mingi ai fornelli.

ouch. vuole farmi morire? questo non fa bene alla mia cotta per lui.

sorrisi impercettibilmente alla vista di un ragazzo grande e grosso come lui con indosso uno dei grembiuli di mia madre - di colore rosa per giunta.

si girò verso di me, probabilmente si sentiva degli occhi addosso mentre preparava tutto. mi sorrise amorevolmente prima di parlare: « buongiorno yunho »

gli risposi nella stessa maniera: « 'giorno mingi » intanto mi stavo avvicinando alla sua postazione di lavoro.

« ho quasi finito, pensavo che avrebbe potuto farti piacere svegliarti e trovare la colazione già pronta » disse mentre metteva della frutta in una ciotola.

« ti sei proprio dato da fare per uno come me, non dovevi mingi »
« che vuol dire "per uno come te" ? ho fatto tutto ciò perché ci tengo a te e perché mi faceva piacere farti una "sorpresa", se così posso chiamarla » mi disse mentre portava in tavola le ultime cose e si sedeva di fronte a me.

mangiai più di quanto mi aspettassi; di solito la mia colazione consisteva nella merendina o una fetta di pane con la marmellata preparata all'ultimo momento perché ero sempre in ritardo per l'università.

mentre finivo di mangiare l'ultimo boccone del cibo che aveva preparato mingi, i miei capelli decisero di volermi dare fastidio posandosi ripetutamente davanti ai miei occhi.

mentre provavo a sistemarli senza risultati, sentii gli occhi scuri di mingi osservarmi: alzai gli occhi verso di lui, e lo trovai con la faccia appoggiata sul palmo della mano a osservarmi con un espressione incantata sul volto.

« che c'è? ho qualcosa sulla faccia? »

non mi rispose, tornò a finire la sua colazione borbottando un "carino" pensando che non lo potessi sentire.

ma lo avevo sentito eccome, e ora le mie guance erano scarlatte.
yunho contieniti, non sei una ragazzina adolescente alla sua prima cotta del liceo.

nonostante il colore che aveva assunto il mio viso, avevo finito di mangiare, così rimasi seduto aspettando che finisse anche mingi, che stava mangiando più piano.

mi guardò come se avessi commesso un reato gravissimo: « che fai ancora qui? puoi andare a cambiarti, non preoccuparti di me»

feci un'espressione strana sentendo quelle parole: « perché dovrei andarmene? non hai finito e mia madre mi ha sempre insegnato che non bisogna alzarsi da tavola finché tutti non hanno finito »

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