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BAKUGO POV

Seduto sulla sabbia del mio giardino zen privato, creato dagli abitanti sul retro del mio tempio, suono tranquillamente il mio ryūteki.

È un flauto traverso fatto in bambù che mi è stato donato dal più antico discendente del mio clan, mi disse che il suono imitava il ​​grido di un drago che vola tra cielo e terra.

Lo suono sempre prima di andare a ritirarmi nel mio tempio, come segno che la notte sta per calare e che il mio lavoro l'ho svolto anche per oggi.

Infatti, ora il potente Sole sta calando, lasciando spazio alla sua amata Luna con le sorelle stelle.

A interrompere però il mio momento di pace, sono il rumore di alcuni passi pesanti alle mie spalle.

Senza smettere di suonare, giro il viso verso la fonte del suono.

Trovo così Eijiro che mi fissa stupito, quasi come un bambino davanti a qualcosa di nuovo.

Soffio l'ultima nota e poggio poi lo strumento a terra, avvicinandomi al rosso.

"Sei bravissimo! Non ero mai riuscito a sentirti suonare, ora ne sono davvero felice!"

Sorrido e lo bacio dolcemente, sentendo subito le sue mani poggiarsi sulla mia vita.

"Te sai suonare qualcosa?"

Ci pensa su per qualche secondo, poi annuisce energicamente.

"Sì! Il taiko!"
"Non credo che ora potrai farmi vedere come lo suoni, fà parecchio casino e spaventeresti gli abitanti" ridacchio accarezzandogli le guance.

Mi mostra una faccina triste e mi abbraccia con forza.

"Perché il villaggio deve avere paura di me? Solo perché sono un oni? Agh, io voglio venire accettato dagli abitanti! Anche dal tuo clan!" esclama a testa bassa.

Mugolo e gli accarezzo la nuca scarlatta, pensando a come potergli rispondere.

È una domanda difficile, come può qualcuno che viene definito un mostro venire accettato?

Continuo a pensare, finché qualcosa non mi viene a mente.

"E se provassi ad insegnarti a portare tutt'altro che distruzione?"

Lui alza di scatto la testa e mi guarda sorpreso, poggiando poi le mani sulle mie spalle.

"Lo faresti davvero?!"

Annuisco e vedo i suoi occhi illuminarsi di speranza, cosa che mi fà sorridere.

Gli porgo la mano e non esita ad afferrarla, così lo conduco fuori dal mio tempio.

Ormai il cielo è diventato blu e le prime stelle cominciano ad apparire per decorare quella distesa scura.

Ad ogni passo che fà sull'erba verde, questa diventa una piccola zolla brulla, così provvedo a camminarci sopra per farla rinascere più rigogliosa di prima.

Andiamo verso un campo di grano, qui le spighe sono già alte ed il loro colore rimanda ai miei capelli.

"Sono pronto per la lezione, sensei!" afferma mettendosi al mio fianco e guardandomi curioso.

Ridacchio per il nomignolo datomi e poggio le dita sulla terra del campo.

"Semplicemente entro in contatto con la natura, cerco di essere il più vicino possibile a lei e le infondo le mie richieste" spiego chiudendo gli occhi.

Vibro le nove code ed inizio a recitare l'antica formula che uso sempre.

Appena inizio a pronunciare le prime parole, sento il terreno già farsi più umido di prima.

Dove nasce il lontano {kiribaku}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora