Tw: fa schifo.
Il prompt (bellissimo) è sempre di altich_Quando quella mattina Manuel apre gli occhi, la prima cosa che avverte è una sottile sensazione di freddo dietro la propria schiena, accentuata dalla mancanza di coperte sopra il proprio corpo, il che non sarebbe una novità - data la costante abitudine di Simone di muoversi durante la notte e raccattare l'intero piumone - e Manuel non se ne lamenterebbe nemmeno, visto quanto Simone diventa appiccicoso durante la notte; il problema è che ora, Simone, è rannicchiato su un lato del letto, con la schiena rivolta verso il compagno.
Manuel strizza gli occhi per qualche secondo, in modo tale da potersi abituare alla luce che di poco entra dalle fessure della finestra; si stiracchia a fatica e, solo dopo aver allungato una mano dietro di sé, può constatare che effettivamente Simone c'è, è al suo fianco, ma piuttosto che abbracciarlo, se ne sta sul proprio lato, rivolto con le spalle verso il compagno.
Si volta quindi lentamente nel letto, così da finire supino sul lenzuolo. Gira il capo verso il compagno e posa gli occhi sulla sua schiena. «Simò?» mormora, strofinandosi gli occhi.
Quest'ultimo non dà cenni di vita, si limita a rimanere immobile, senza muovere un muscolo. Tuttavia, Manuel comprende in breve tempo che Simone è sveglio e infatti «'O so che sei sveglio, perché stai così lontano?»
Di nuovo, in cambio non riceve niente.
Manuel aggrotta la fronte, perplesso, capisce in fretta che qualcosa non va, ché Simone appena sveglio è quanto di più sdolcinato e appiccicoso possa esserci e tale atteggiamento nasconde qualcosa che, come al solito, Manuel non comprende.
Ad ogni modo, finché può, cerca di ignorare tale atteggiamento e prova ad allungare un braccio, adagiandolo sulla spalla dell'altro, scuotendolo di qualche centimetro. È solo dopo tale contatto che, qualcosa, di fatto, accade: Simone incrocia le braccia al petto e sbuffa, scostandosi dal tocco dell'altro.
A quel punto, ignorare non serve più. «Ma che c'hai?» gli domanda quindi Manuel, frattanto che si solleva di poco col busto e finisce per mettersi su di un fianco, reggendo il capo con il braccio.
Simone, ancora, sbuffa e si stringe di più su se stesso, rischiando quasi di cadere dal letto, per quanta distanza sta cercando di mettere con l'altro ragazzo.
Manuel, per un attimo, ne è ferito; ripercorre con la mente quanto successo nelle ultime ore e nulla, di quello che riesce a ricordare, può ricondurre ad una motivazione per tale situazione.
Sbuffa anche lui e «Simò?» lo richiama, nel frattempo che si perde ad osservare la schiena dell'altro che si abbassa e si alza velocemente. «Mi dici che c'hai?»
«Sei uno stronzo.» bofonchia in risposta Simone, finalmente, e Manuel ne sarebbe perfino felice, se tale risposta non comprendesse un insulto.
«Non ho capito.» ribatte infatti Manuel, sperando di non aver compreso bene quanto detto dall'altro ragazzo. «E te puoi gira' 'n attimo pe' favore?»
«No.»
«Simò ...»
Simone sbuffa ancora, infastidito e nervoso. «Perché non vai a dormire direttamente con lei?»
Manuel corruccia la fronte, confuso, e anche un po' incazzato, ché sono solo le sette del mattino e già è colpevole di cose che non ricorda di aver compiuto. «Ma che cazzo stai a dì?»
Simone sospira sommessamente e, con un movimento brusco e affrettato, si volta verso l'altro ragazzo. Gli riserva un'occhiataccia minacciosa e «ti ho sognato!» dice soltanto.
STAI LEGGENDO
Per ogni tocco di lancetta - Simuel
FanfictionRaccolta di piccoli momenti dei miei fidanzatini preferiti a cui penso costantemente durante tutto l'arco della giornata.