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Prompt di altich_L'aria di ottobre riesce a regalare, forse, quella tipica temperatura ideale che va dal caldo non troppo eccessivo al freddo non troppo esagerato.
Simone si stringe nella propria giacchetta di pelle nera mentre a passi trascinanti si avvicina all'ingresso di quel locale poco fuori Roma. Ha indossato un pantalone nero abbinato ad una t-shirt dello stesso colore - forse non il massimo per una festa, ma non ha un valido motivo per cui mettersi in mostra - e le solite vans ai piedi.
Manuel gli cammina a fianco, porta anch'egli un pantalone nero e una t-shirt bianca.
Sono entrambi leggermente in ritardo, e ciò non sarebbe successo se Manuel avesse evitato di raggiungere Simone nella propria camera da letto, mentre quest'ultimo era occupato ad indossare il pantalone che poi avrebbe dovuto cambiare perché troppo sporco, per colpa del maggiore - e grazie tante.
Tuttavia, adesso, con un pantalone diverso e quasi un'ora di ritardo, entrambi si affrettano a raggiungere l'ingresso del locale.
Simone è già sul punto di levare la giacca di pelle - ché sicuramente all'interno di quel posto, con l'ammasso di persone che Matteo ha invitato per quella festa, le temperature raggiungeranno i gradi dell'inferno - quando, con uno strattone poco elegante, Manuel lo trascina verso il lato più nascosto del locale, poggiandolo sul muro adiacente al punto in cui si trovano.
Ha già un sorriso strafottente in faccia, lo stesso che Simone provvede a ricambiare. «Damme 'n bacetto.»
Simone solleva un solo sopracciglio. «Ah, ora lo chiedi? Solitamente te lo prendi e basta.»
«E c'hai ragione,» acconsente, con un cenno del capo. «Ma stasera me sento 'n galantuomo.»
Simone gli ride in faccia. «Tu?» gli domanda, indicandolo, frattanto che le sopracciglia quasi gli toccano i ricci alla base della fronte. «Ma quando mai.» lo sbeffeggia.
«Ao!» lo colpisce con una mano sulla spalla, per poi afferrare il bavero della sua maglietta e portarselo a pochi centimetri dalle proprie labbra. «M'o dai 'sto bacio o no?»
Simone solleva solo un angolo della bocca, prima di acconsentire a quanto chiesto dall'altro ragazzo. Quando si allontana, Manuel poggia una mano sulla sua guancia. «Fai er bravo!»
Se tutti non fossero al corrente che quella sia una festa organizzata da Matteo, basterebbe osservare la quantità di gente invitata, la musica scelta e il numero di bicchieri lasciati sui tavolini per rendersi conto che effettivamente sì, quella è proprio una festa organizzata da Matteo.
Manuel è accanto a quest'ultimo mentre, trascinato da Luna, raggiungono la pista da ballo; Simone si è defilato da qualche minuto, scegliendo di rilassarsi ordinando qualcosa da bere.
Sta prendendo posto su uno di quei sgabelli di fronte al bancone quando Manuel scorge un ragazzo fargli vicino, con due bicchieri già in mano.
Lo vede rivolgergli uno sguardo cortese prima di allungare uno di quei drink verso Simone che, con un piccolo cenno del capo, rifiuta.
Se non fosse per quel tacito accordo di mantenere la loro relazione nascosta - per adesso - Manuel gli si sarebbe già fiondato contro; tuttavia, il proprio intervento non sembra rendersi utile, dato che Simone dopo un sorriso mesto e forzato, saluta quel ragazzo e torna sulla pista da ballo, affiancando Laura.
Manuel, con il proprio drink ormai annacquato, è un miscuglio di emozioni e quasi trema per tutto quel turbinio di sensazioni che gli invadono il petto: amore, orgoglio, felicità.
È con un sorriso lieve in volto quando il proprio sguardo incontra quello di Simone, che ora gli balla a qualche metro di distanza; gli regala un occhiolino e un indice della mano destra che finisce per indicare il più piccolo. Lo muove dal basso verso l'alto, con un sorriso a mostrare i denti e gli occhi che brillano di felicità. «Occhio, occhio, occhio!» sogghigna, riferendosi a quanto accaduto con quel sconosciuto; porta poi lo stesso dito a indicarsi il proprio occhio, senza smettere di sorridere.
Simone, che di quella visione di Manuel ne gioverebbe in eterno, scoppia in una fragorosa risata, riempie la stanza e quasi oscura la musica che passa in quel momento; si porta una mano sulla pancia e strizza gli occhi, lasciando l'altro braccio a muoversi libero nell'aria, cercando di recuperare più ossigeno possibile.
È quello il braccio che Manuel afferra e che usa come leva per portarsi Simone più vicino. Quest'ultimo, preso in contropiede, smette di ridere e si limita soltanto a sorridere.
Ha il viso di Manuel ad un palmo dal proprio, ed è lo stesso Manuel, poi, a portargli una mano tra i capelli e scompigliarglieli affettuosamente.
Si guardano negli occhi con trasporto, ed è come se tutto intorno a loro, improvvisamente, sparisse - come sempre da quando stanno insieme, come sempre da quando si conoscono.
Sorridono e annuiscono - non sanno bene a cosa - e tanto basta ad entrambi per avvicinarsi lentamente l'uno all'altro e far scontrare le loro labbra.
Si sorridono in un bacio che non ha niente di passionale, ma solo tanto amore, felicità e fanciullezza.
«Lo hai mandato via.» gli soffia piano Manuel sulla bocca, scostandosi di poco.
«Cosa?» ribatte l'altro ragazzo, confuso.
«Quel ragazzo, l'ho visto.» gli fa presente, portando entrambe le braccia a incrociarsi dietro il collo dell'altro. Gli lascia un bacio sulla punta del naso. «E ho visto pure che l'hai allontanato.»
Simone annuisce, facendo scontrare i loro nasi; le mani sui suoi fianchi e la labbra a posarsi su quelle dell'altro ragazzo. «Non vedo nessuno da quando ci sei tu.» risponde, sussurrando. «Non esiste più nessuno da quando ti conosco, Manuel.»
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Per ogni tocco di lancetta - Simuel
FanfictionRaccolta di piccoli momenti dei miei fidanzatini preferiti a cui penso costantemente durante tutto l'arco della giornata.