Un passo alla volta

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«Allora ciao.»

La voce con cui Simone pronuncia quelle parole è bassa e incredibilmente felice, le labbra sono sollevate di poco verso l'alto e gli occhi brillano di una luce nuova: la prima fiamma di colori dopo mesi asettici e grigi.

Lo sussurra a poca distanza dalle labbra di Manuel, che sorridono nel medesimo modo. «Allora ciao.» replica lui, imitandolo, mentre stringe con più forza le mani sulle sue guance e lascia un altro tenero, lungo e sentito bacio sulla sua bocca.

Simone sorride. «Devo proprio andare, Manu.» biascica, con le labbra premute con quelle di Manuel.

«Mh-mh» mugugna l'altro, senza però mollare la presa, bensì stringendo un po' di più.

E Simone, con l'espressione più serena che Manuel gli abbia mai visto, un po' cede e per un attimo si accoccola sul suo petto, finendo con il corpo schiacciato tra quello di Manuel e il portone di metallo del garage dietro di sé: l'unico posto nel quale possono essere loro stessi.

Tuttavia, dopo pochi istanti, è costretto a creare una certa distanza con l'altro ragazzo, ché sta facendo davvero tardi e Dante e Virginia lo attendono a casa per il pranzo domenicale. Solleva, quindi, il proprio viso di poco, quanto basta per potergli lasciare un bacio sulla punta del naso. «Ci vediamo stasera.»

Manuel sospira, affranto, e finalmente allenta un po' la presa, lasciandolo andare. «Stasera.» dice, annuendo.

Simone gli lascia un ultimo bacio sulla fronte e si volta per poter aprire il portone alle proprie spalle e dirigersi verso la propria vespa; tuttavia, quando è sul punto di compiere tali intenzioni, un braccio, stretto intorno al proprio polso, lo blocca.

«Un altro.» mormora Manuel, con un sorriso a mostrare i denti, prima di prendersi un altro bacio.

Simone sorride e, ahimè, di negargli l'ennesimo bacio scambiato tra le mura di quel posto, non ne è in grado.









Quando Manuel rientra in casa, Anita se lo ritrova davanti con un'espressione da vero ebete in faccia: i capelli sono scompigliati, gli occhi persi nel loro mondo e le labbra perennemente sollevate verso l'alto.

«Tutto ok?» gli chiede quindi la donna, mentre, seduta al tavolo, sbuccia le patate che le serviranno per preparare il pranzo.

Manuel si limita ad annuire, senza nemmeno guardarla in viso; poi crolla sul divano, creando un leggero tonfo, che fa alzare gli occhi al cielo ad Anita, ché se te butti così su 'sto divano quando poi 'o rompi 'o compri te.

Tuttavia, ora, di fargli la ramanzina su come bisogna sedersi composti, non se la sente proprio; ché forse è la prima volta che vede Manuel così sereno, senza quel velo di strafottenza e indifferenza che da anni si costringe a portare, e sia lodato il cielo o chiunque lo faccia stare in quel modo - ché lo sa che c'è qualcuno, anche se Manuel si ostina a negare.

Quindi, senza insistere e senza intaccare tale momento, si limita ad un semplice: «Non so che c'hai e che t'è successo, però me piace il Manuel di adesso.»

Solo in quell'istante Manuel si decide a sollevare il capo, ancora chino sul cellulare - per essere precisi, sulla chat con Simone - e guarda la donna, con espressione perplessa. «Il Manuel di adesso?»

«Eh!» conferma Anita, tranquilla, posando in una bacinella la patata appena sbucciata. «'N te vedevo così felice da quando c'avevi dieci anni.»

Nel medesimo momento in cui Anita pronuncia quelle parole, che un minimo riempiono il cuore di Manuel, un leggero ticchettio segnala l'arrivo di un nuovo messaggio da parte di Simone:

Per ogni tocco di lancetta - Simuel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora