14. Forse sono ingenua

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Quel sabato decisi di rimanere a dormire più del solito. Finalmente era arrivato il sabato, non sarei dovuta andare in ufficio e avrei potuto lavorare per gli affari miei. Non feci neanche in tempo a formulare il pensiero e richiudere gli occhi, che qualcuno bussò delicatamente alla mia porta. "Me lo sono sicuramente immaginato" borbottai tra me e me, ma il rumore si ripeté una seconda volta. Sbuffai e mi voltai per vedere l'ora e con mio stupore notai che fossero le nove passate. Pochi secondi dopo mi arrivò un messaggio:


DA: Styles

"Sei sveglia? Facciamo colazione insieme?"


Sorrisi automaticamente a quel messaggio ma mi bloccai non appena me ne resi conto. Addison caspita, contieniti, è un tuo collega, smettila. Mi alzai sbuffando dal letto ed andai ad aprire la porta. <<Buongiorno D.>> disse il ragazzo non appena mi vide, ma trattenne una risata dopo avermi osservata dalla testa ai piedi. Sicuramente una maglia di 4 taglie più grandi come unico pigiama non era la migliore presentazione, ma mi aveva letteralmente buttata giù dal letto, non poteva aspettarsi di trovarmi pronta e sistemata. <<Buongiorno anche a te, Styles>>

<<Quindi? Colazione?>>

<<Se mi dai 15 minuti per prepararmi, sì>>

<<Perfetto>> e così dicendo mi superò ed entrò in camera. <<Cosa stai facendo?>> dissi guardandolo sorpresa

<<Ti aspetto>> rispose sorridendo ed aprendo le finestre. Sbuffai scuotendo la testa ed andai verso l'armadio. <<Per oggi danno pioggia, tanta pioggia, quindi ti consiglio di vestirti abbastanza pesante>>

<<Grazie mamma, terrò a mente questa cosa>> risposi afferrando un semplice jeans con una maglietta rossa. Lo guardai stendersi sul letto dalla parte ancora intatta ed accendere la tv, per poi entrare in bagno e chiudere la porta alle mie spalle.

<<Allora? Ci vuole ancora tanto?>> disse il ragazzo appoggiandosi al muro accanto alla porta. Sollevai gli occhi all'ennesima volta che mi chiedeva la stessa cosa, nonostante fossi in bagno da solo dieci minuti. Mi guardai velocemente un'ultima volta allo specchio ed aprii la porta. <<Ti ho detto che ci avrei messo un quarto d'ora, sono stata anche più veloce>>

<<Meglio, perché io ho fame>>

<<Se hai fame non potevi scendere prima?>>

<<No, ti volevo aspettare>> rispose sorridendo e io, mi sciolsi nel suo sorriso. <<Grazie>> sussurrai in risposta e, dopo averlo osservato qualche attimo di troppo, mi avviai verso la porta. Sentii la mano di Harry afferrarmi il polso e fermarmi. Mi voltai verso di lui e vidi la sua mano avvicinarsi al mio viso mentre i suoi occhi erano puntati sulle mie labbra. Sentii le gambe trasformarsi in gelatina ed il battito accelerare quando il suo palmo freddo entrò in contatto con la mia guancia calda, poi delicatamente pulì qualcosa dall'angolo della mia bocca. <<Avevi un po' di dentifricio>> sussurrò spostando i suoi occhi nei miei. Rimanemmo a guardarci per qualche secondo che sembrarono durare interi minuti, poi io mi spostai. <<Andiamo, prima che chiudano il buffet>> e, sorridendogli, mi voltai ed uscii dalla stanza seguita dal ragazzo.

Dopo aver cercato il tavolo che ci avevano indicato appoggiammo le nostre cose ci dirigemmo direttamente al buffet. <<Colazione dolce, vedo>> disse il ragazzo avvicinandosi e guardando il croissant alla nutella nel mio piatto, mentre io notai le uova con il bacon che rischiavano di cadere dal suo. <<Come diamine fai a mangiare tutta quella roba di prima mattina?>>

<<Lo faccio sempre, così se succede qualcosa e non posso pranzare non ho problemi>> rispose sollevando le spalle. Aveva senso come ragionamento, ma io non sarei mai riuscita ad ingurgitare tutto quel cibo poco dopo essermi svegliata. <<E, nel caso in cui te lo stia chiedendo, l'altro giorno quando siamo usciti a pranzo, ho mangiato davvero tanto semplicemente perché non avevo fatto colazione>> continuò

<<Io non ti ho chiesto nulla a riguardo>>

<<Ma so che l'hai pensato>> rispose e io sorrisi scuotendo la testa.

<<Credo che oggi lavorerò in camera>> dissi dopo aver addentato la mia brioche.<<Come mai?>>

<<Ho bisogno di silenzio e di concentrazione, poi credo che farò un salto in qualche bar vicino a dove abita Newton>>

<<Siamo senza mandato>>

<<E chi dice che ficcherò il naso? Sono pur sempre un libero cittadino, posso pure andare a bere qualcosa in qualche bar>> risposi sorridendo. Bevvi un sorso del mio cappuccino e afferrai il cellulare per rispondere ai messaggi che mi erano arrivati, ma la domanda che mi fece Harry mi fece bloccare con il telefono a mezz'aria. <<Alvin? L'hai più sentito?>> chiese senza troppi giri di parole. Nascosi la mia faccia sorpresa con un piccolo colpo di tosse, fallendo miseramente. <<Se non ti va di rispondere, puoi anche non farlo>>

<<No, tranquillo. In realtà no, non l'ho più sentito, perché?>>

<<Per sapere, non si hanno più notizie sul caso in cui si è andato a infilare, pensavo sapessi qualcosa>>

<<No, neanche Ashton sa nulla>>

<<Sei amica anche con lui?>>

<<Sì>>

<<Ancora non capisco come tu faccia a fidarti di così tante persone>>

<<Forse sono ingenua, spero sempre che le persone siano buone con me così come io lo sono con loro>>

<<Non rischi di farti del male da sola?>>

<<Le possibilità sono due: o si sta male perché qualcuno si comporta male con noi o perché si è soli e io, sinceramente, preferisco la prima opzione>>.

Dopo aver concluso di mangiare ci accordammo per trovarci dopo mezz'ora nella hall, per poi ritirarci nelle proprie stanze. Chiusi la porta e mi ci appoggiai con la schiena. <<In cosa ti stai andando a cacciare Addison>> mi lamentai per poi finire di prepararmi per la giornata.

Naive ||H. S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora