<<Pronto?>> chiesi falsificando la mia insicurezza in fermezza.
<<Ehi Addy, io sono pronto da 15 minuti, tu a che punto sei?>>
Cazzo.
<<Miller, scusami ma sono distrutta e non mi sento neanche bene, possiamo fare un altro giorno?>> mentii spudoratamente. Mi ero appena ripromessa che non avrei mentito né a me stessa, né a qualcun altro, ma era una bugia bianca alla fine, no? Sbagliavo?
<<Tranquilla, avevo immaginato... allora ci vediamo domani>>
<<Sì, a domani>>
<<'Notte...>> e senza rispondere chiusi la chiamata. Lanciai il telefono sul letto e mi sedetti con un tonfo sospirando. I battiti cardiaci tornavano finalmente ad un ritmo accettabile e un sorriso da ebete comparve sul mio viso. Dannazione, non avrei più potuto fingere di non provare niente per il riccio dagli occhi verdi.
3 OTTOBRE, lunedì
Erano passati due giorni dalla "chiacchierata" con Harry e non avevamo più avuto modo di parlare, se non sporadicamente a qualche incontro. Erano circa le tre del mattino e la mia immaginazione vagava leggera tra sogni notturni, quando il cellulare prese a squillare ripetutamente. Aprii gli occhi con fatica, cercando di mettere a fuoco ciò che mi circondava mentre la mia mente si riconnetteva alla realtà con la velocità di un bradipo. Mi girai sul fianco e cercai a tentoni di afferrare il telefono fallendo nei primi cinque tentativi, ma al sesto presi finalmente l'oggetto che aveva disturbato il mio sonno.
<<Pronto?>> sussurrai schiarendomi la voce, sicuramente una presentazione impeccabile considerando che non sapevo chi mi stesse chiamando a quell'ora. Dall'altra parte ricevetti solo silenzio, così provai a ripetere con voce più sicura, ma una risposta non arrivò mai. Dopo secondi che sembrarono durare ore la chiamata terminò e io rimasi confusa a guardare lo schermo del telefono mentre "numero nascosto" spariva dalla schermata. Sbuffai ed allungai il braccio per poggiare di nuovo il telefono e riprovare ad addormentarmi, ma la suoneria riprese a spezzare il silenzio.
<<Senti, non so tu chi cazzo sia, ma non è divertente>> buttai fuori tutto d'un fiato. <<Addison? Tutto okay?>> rispose Harry con voce preoccupata. Allontanai il telefono dall'orecchio e controllai sullo schermo il mittente di quella chiamata ed effettivamente era stato lui a chiamarmi. <<Harry, scusa... che succede?>>
<<Dobbiamo andare in centrale>>
<<Adesso? Ma sono le tre di notte>>
<<Sì, credo sia successo qualcosa di grosso>>
<<Va bene, va bene>>
<<Passo davanti alla tua camera tra un quarto d'ora, fatti trovare pronta>>
<<A dopo>> risposi e senza aspettare una sua risposta lasciai cadere la mano sul letto. <<Ci mancava anche questa>> dissi ad alta voce poco prima di alzarmi controvoglia.
Dopo esattamente quindici minuti sentii bussare sommessamente alla porta, così aprii. <<Vedo che sei già pronta>> disse Harry sorridendomi, per poi lasciarmi spazio per uscire dalla stanza. <<Spero solo che abbiano un buon motivo per svegliarci a quest'ora della notte>> dissi con voce nervosa, suscitando una risatina sommessa al ragazzo che camminava accanto a me lungo il corridoio. Mi bastò sentire quel tenue suono per sentire i muscoli rilassarsi ed il cuore accelerare. Sorrisi leggermente e mi voltai a guardarlo, ma lo beccai con gli occhi già puntati sul mio viso. Sentii le gote andarmi a fuoco, così decisi di voltare la testa per evitare di essere beccata come una stupida quattordicenne in preda agli ormoni.
<<Lo so che eri arrossita D.>> disse lui ridacchiando, non facendo altro che peggiorare la situazione. Lo colpii giocosamente con il gomito e scossi la testa rassegnata, per poi sentire la sua mano sfiorare la mia. Rimasi immobile per qualche istante, incapace di capire cosa avrei dovuto fare, ma Harry anticipò la mossa intrecciando le nostre mani. Sorrisi e lo guardai, incantandomi davanti al suo sorriso come un bambino a Disneyland.
<<Non mi hai ancora detto perchè mi hai risposto in modo così brusco al telefono>> chiese con insistenza nella voce. <<Ho ricevuto una chiamata strana, numero sconosciuto, ma quando ho risposto dall'altra parte non ho sentito nulla>>
<<Ha riprovato a chiamarti?>>
<<No>>
<<Strano...>>
<<Magari era solo qualcuno che aveva sbagliato numero>>
<<Alle tre di notte?>>
<<No, non credo>> rispose sospirando mentre le porte dell'ascensore si aprivano davanti a noi.
Dopo un viaggio in cui dormii per tre quarti, finalmente arrivammo davanti alla centrale. Scesi dall'auto stringendomi nella giacca, mentre il freddo di ottobre si insinuava tra i miei vestiti. Venni subito investita dall'odore acre del fumo di sigaretta; mi voltai verso i quattro agenti là fuori e fui tentata di accendermene una anche io ma Harry, intuendo il mio pensiero, mi spinse leggermente verso la porta incitandomi ad entrare. Sospirai scuotendo la testa e mi lasciai guidare verso l'ingresso.
Una volta dentro la sala riunioni trovammo già altri agenti attorno al tavolo con al centro un numero considerevole di tazze di carta stracolme di caffè, ne afferrai una e mi lasciai cadere sulla sedia. La ragazza accanto a me mi sorrise dolcemente, visibilmente più riposata di me. <<Finalmente conosco gli agenti Russell e Styles>> iniziò a dire porgendomi la mano. La osservai per qualche istante: la pelle scura come la notte appariva levigata come il marmo, i capelli ricci le contornavano il viso dolce ed un sorriso radioso infondeva buonumore a chiunque incontrasse il suo sguardo. <<Io sono Mikaela Brown>> aggiunse mentre le stringevo la mano. <<Perdonami, ma non credo di averti mai vista>> le dissi confusa
<<Non sono di questa stazione>>
<<E come fai a sapere chi siamo?>>
<<Il vostro caso è seguito in quasi tutta la città, siete un po' le "star" del momento>> rispose senza smettere di sorridere. Rimasi particolarmente sorpresa da quell'affermazione, ma non feci in tempo a rispondere perchè il capo iniziò a parlare: <<Chiedo scusa per questa chiamata improvvisa, ma sono sicuro che quello che sto per dirvi è abbastanza importante>>. Lo guardammo tutti in silenzio incitandolo a continuare. L'uomo buttò sul tavolo delle foto e tutti rimanemmo in silenzio alla loro vista. <<Calvin e Luke Newton sono stati trovati morti questa notte all'interno della loro abitazione dopo che quest'ultima ha preso fuoco intorno a mezzanotte>> disse tutto d'un fiato. Dopo queste parole nessuno ebbe il coraggio neanche di respirare. Merda.
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"Piccolo" colpo di scena, cosa accadrà ora?
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se sì, vi chiedo di lasciare una stellina ⭐️
Detto questo, al prossimo capitolo❣️
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Naive ||H. S.||
FanfictionDue poliziotti, due cuori, due caratteri diversi ed un caso che li unisce. Addison amava il suo lavoro ed amava i suoi colleghi, ma Harry tra i due amava solo il lavoro, mentre reputava stolti coloro che erano in quell'edificio. Costretti a lavorar...