Quel venerdì decisi di fare colazione in hotel per evitare di vedere troppe persone, considerando che la mia faccia rendeva abbastanza palese il fatto che nelle ultime notti le mie ore di sonno si fossero ridotte al minimo. Presi dal buffet ciò che desideravo e mi avviai verso il tavolo, quando Harry entrò nella sala. Ignorai la sua presenza ma, mentre mi avviavo verso il tavolo, sentii il suo sguardo bruciarmi la nuca.Appoggiai il piatto sul tavolo e spostai la sedia, quando un "buongiorno" borbottato alle spalle attirò la mia attenzione. <<Cos'è adesso finalmente si accorge che esisto?>> buttai fuori con acidità, ma invece che un sussurro mi uscì con un tono un po' troppo alto. Il ragazzo decise di non rispondere e di continuare la sua camminata verso il cibo, così io mi sedetti al mio posto e iniziai a fare colazione.
Non feci in tempo neanche ad arrivare a metà del mio croissant quando il ragazzo prese posto di fronte a me. Sollevai lo sguardo e lo guardai intensamente cercando di capire quali fossero le sue intenzioni, ma lui rimase impassibile guardando solamente il tavolo che aveva davanti. <<Come puoi trattarmi male per tre giorni e poi sederti di fronte a me? Con quale coraggio?>> dissi alzandomi e allontanandomi. Non feci neanche due passi quando mi sentii afferrare il polso, e quando mi girai la mano di Harry mi teneva ferma mentre con gli occhi mi osservava anche l'anima. <<Siediti per favore>> disse in un sussurro e io non potei che ubbidire. Ripresi il mio posto e spostai il cibo davanti a me, incapace di continuare a mangiare visto che il nervosismo aveva deciso di togliermi l'appetito già di prima mattina.
<<Avanti, cosa devi dirmi?>> chiesi sospirando
<<Mi dispiace>> rispose in un sussurro, così basso che fui io a credermi di aver sentito male. <<Ti dispiace?>>
<<Sì>>
<<Non mi interessa>> risposi alzandomi, nonostante un groppo in gola ed il cuore che mi diceva di rimanere seduta. I suoi occhi dispiaciuti si alzarono sul tavolo, ma un accenno di rabbia era nascosto nei meandri del verde dei suoi occhi. <<Addison ascolta, non renderla più difficile di quanto già non lo sia>>
<<Difficile? Per te? Solo perchè devi chiedere scusa?>>
<<Non devo chiedere scusa, mi dispiace di questa situazione, anche tu hai sbagliato>>
<<Lo so, e io ti chiedo scusa>> risposi riprendendo posto davanti a lui. Calò per un attimo il silenzio ed Harry iniziò a giocherellare con il cappuccino che aveva davanti, mentre un respiro profondo abbandonava le sue labbra. <<Abbiamo sbagliato entrambi, io in primis lasciandoti da solo l'altra notte>> iniziai a parlare io. <<Mi dispiace che i miei sentimenti e la mia paura abbiano preso il sopravvento sulla ragione e io mi sia comportata in modo così stupido. Ma i messaggi non li ho letti davvero, non ti ho lasciato da solo in piscina ad aspettarmi un'ora cosciente di tutto ciò>>
<<Va bene, ti credo. A me dispiace di averti trattata con meschinità negli ultimi tre giorni>> rispose sorridendo leggermente e io sorrisi in risposta. Era una tregua? Era semplicemente un "riporre le armi"? Non lo sapevo, ma non glielo chiesi neanche. L'importante era che quella tensione che c'era tra di noi si fosse affievolita.
<<Andiamo, prenderemo un caffè mentre arriviamo in stazione>> disse rialzandosi e uscendo dalla sala mentre io lo seguivo trattenendo un sorriso.
Durante il viaggio si era creata di nuovo una situazione di silenzio, durante il quale pensai a che tipo di rapporto avessimo al di fuori di quello lavorativo. Non potevo nascondere di provare qualcosa per lui, ma non ero sicura né che lui ricambiasse e né che io fossi pronta a qualcosa di più.
<<Vedo che finalmente il cane e il gatto hanno smesso di litigare>> disse Miller vedendoci entrare nella sala insieme. <<Buongiorno anche a te Miller, e fatti gli affari tuoi>> rispose Harry con la solita stizza, ma quando incrociò il mio sguardo porse il caffè a Miller in silenzio per poi andarsene.
<<Ma che gli prende? Sembra un cane bastonato>> disse Anthony dopo che il riccio si fu allontanato. <<Credo abbia capito che il suo atteggiamento non giovava a nessuno>> risposi sollevando le spalle.
<<Cosa abbiamo da fare oggi?>> chiesi sedendomi alla mia scrivania e accendendo il computer
<<Dobbiamo capire che pista seguire perché siamo di nuovo senza>>
<<Come stanno andando le ricerche per quanto riguarda la ricostruzione degli spostamenti della vittima?>>
<<Saranno pronti a mezzogiorno>>
<<Perfetto, ci saranno utili, ho questa sensazione>> risposi sorridendo
<<Stasera hai da fare?>>
<<No, perchè?>>
<<Voglio portarti a vedere la città>> rispose sorridendo. Rimasi un attimo sorpresa da quella proposta, ma accettai senza farmi troppe domande, cosa sarebbe potuto accadere di male?
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Buongiorno miei piccoli lettori, nuovo sabato, nuovo capitolo. Anche questa volta il capitolo è molto corto, poiché il prossimo conterrà una parte molto importante per la storia.
C'è però una simil-riappacificazione tra Harry ed Addison, ma fino a che punto? É solo per un quieto vivere? E soprattutto, Miller che intenzioni ha? Fatemi sapere nei commenti cosa pensate e, se vi va, lasciatemi una stellina ⭐️
Detto questo, al prossimo capitolo❣️
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Naive ||H. S.||
FanfictionDue poliziotti, due cuori, due caratteri diversi ed un caso che li unisce. Addison amava il suo lavoro ed amava i suoi colleghi, ma Harry tra i due amava solo il lavoro, mentre reputava stolti coloro che erano in quell'edificio. Costretti a lavorar...