32. É proprio questo il problema

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Quella sera ritornammo in hotel carichi di adrenalina per i nuovi sviluppi. <<Stasera credo che chiederò il servizio in camera>> bofonchiai cercando le chiavi della camera nelle tasche. 

Harry mi allungò la sua sorridendo. <<Che ne dici se la ordiniamo per entrambi, mettiamo un bel film alla tele e ci rilassiamo un po?>> chiese sollevando leggermente le spalle. Annuii felice della sua proposta, per poi avviarmi verso le scale. 

<<Non capirò mai perchè ti ostini a prendere le scale quando c'è un comodissimo ascensore>> disse il riccio mentre premeva il bottone della chiamata. Gli feci il verso per poi iniziare a salire i gradini con agilità; non preferivo le scale, semplicemente odiavo gli ascensori: piccole stanze metalliche che ti portavano tra i piani, mentre tu rimanevi fermo cercando di non stare troppo attaccata alle mille persone che affollavano quell'angusto spazio pieno di germi.

Arrivai al piano poco dopo e trovai Harry appoggiato al muro con le braccia conserte, in attesa del mio arrivo. <<Scusi, sto cercando la camera di un certo Styles, sa per caso dove posso trovarla?>>

<<Se mi segue potrei portavici io.>>

<<Oh, non si preoccupi.>>

<<Perchè?>>

<<Non potrei mai seguire uno sconosciuto in un corridoio così vuoto.>>

<<Allora sarò io a portarla con la forza>> rispose per poi cingere i miei fianchi con le sue mani e poggiare le sue labbra sulle mie. Il baciò fu casto -almeno inizialmente- e delicato, per poi trasformarsi in preda al desiderio. Ci avviammo verso la sua camera, che fu aperta con difficoltà dal ragazzo mentre i nostri corpi rimanevano vicini. Passammo dall'illuminato corridoio al buio della stanza, ma non mi feci tanti problemi, lasciandomi portare dal ragazzo verso il letto. Il morbido materasso accolse il nostro peso senza opporre resistenza, mentre il tonfo sordo delle nostre giacche che cadevano a terra era l'unico suono udibile oltre ai nostri sospiri. Lasciai che le sue mani sfiorassero delicate il mio corpo, come setole esperte su una tela da finire, mentre stringevo delicatamente i suoi capelli nel pugno della mia mano.

Al diavolo la cena in camera, al cibo ci avremmo pensato dopo.


7 OTTOBRE, giovedì


Il suono della sveglia mi colse alla sprovvista, interrompendo bruscamente quel poco riposo che eravamo riusciti ad ottenere. Mi girai nel letto per chiedere al ragazzo di spegnere quel rumore fastidioso, ma mi tirai subito a sedere quando notai di essere sola in quel grande letto sfatto. Una sensazione di disagio si fece largo in me, mentre provai a chiamare il suo nome inutilmente. Allungai la mano e spensi con violenza la sveglia, ero in procinto di alzarmi quando sentii la porta aprirsi. Guardai sorpresa il ragazzo entrare, ma sul mio volto comparve un enorme sorriso quando notai il grande vassoio che portava.

<<Buongiorno, agente>> disse mentre chiudeva la porta con un calcio. <<Mi sono permesso di portarle la colazione>> e così dicendo prese posto accanto a me. Appoggiò il vassoio tra i due e quando tirò su la cloche rimasi piacevolmente colpita nel vedere croissant e pancake ricoperti di cioccolato.

<<Harry, non dovevi...>> sussurrai guardandolo con amore. Il ragazzo mi accarezzò il viso per poi lasciarmi un dolce bacio sulla fonte. <<Mangia, che la giornata sarà lunga>> e si alzò dirigendosi verso il bagno.


Arrivammo in stazione in perfetto orario. Entrai particolarmente di fretta, lasciandomi abbracciare dal caldo dell'interno, mentre al ragazzo non sembrò importare più di tanto. <<Muoviti per favore, si congela>> dissi tenendo la porta aperta per lui.

<<Ma ci sono 13°C, non fa poi così tanto freddo.>>

<<No? E per te cos'è il freddo, -7°?>>

<<Dai entra, e non rompere>> rispose ridacchiando e spingendomi delicatamente verso dentro.

<<Russell, Styles, vi aspettiamo in sala riunioni>> disse il capo non appena ci vide. Buttai il contenitore del mio caffè nella pattumiera e mi avviai verso la stanza senza proferire parola. Una volta dentro salutai in modo generale tutti gli agenti al loro interno, per poi prendere posto il più lontano possibile da Mikaela. Non perchè mi stesse antipatica, assolutamente, ma semplicemente perchè non volevo avere distrazioni durante quell'incontro.

<<Agenti, buongiorno -iniziò dicendo il capo- e grazie per essere qui. Come prima cosa per oggi vorrei fare i miei complimenti a tutti voi, in particolar modo agli agenti Styles e Russell per il lavoro che state svolgendo su questo caso>> e poco dopo partì un sommesso applauso da tutti. Sorrisi imbarazzata abbassando lo sguardo, mentre sentivo le mie guance andare completamente a fuoco.

<<Detto questo, vi ho riuniti qui in->>

<<In questa domenica per celebrare la santa messa>> aggiunse un agente destando ilarità tra i presenti. <<Basta, basta, avremo modo di scherzare quando riusciremo ad arrivare alla fine di questa storia>> ci rimproverò l'uomo in piedi alla fine del tavolo. Il silenzio calò con qualche secondo di ritardo, ma la nostra attenzione tornò ad essere alta.

<<Abbiamo emesso un mandato di cattura per Lisa Newton.>>

<<Non si poteva provare a contattarla?>> chiese Michael rimanendo sorpreso, un po' come tutti. <<Ci abbiamo provato, ma con pochi risultati.>>

<<Qualcuno dovrà pur sapere dove si trova.>>

<<Il cellulare risulta spento da tre giorni, la sua coinquilina dice che non la vede da lunedì, ma pensava fosse venuta a Nashville per vedere la famiglia.>>

<<Non può essere sparita nel nulla proprio ora.>>

<<Qualcuno deve averla avvisata>> dissi fissando il piano del tavolo davanti a me. Il silenziò calò nuovamente, mentre facce confuse si voltavano nella mia direzione.

<<Ma chi può averlo fatto? Solo noi della squadra siamo a conoscenza del suo coinvolgimento.>>
<<É proprio questo il problema>>.



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Giusto due righe per dirvi avvisarvi che sono viva e che la pubblicazione della storia, nonostante i mille impegni, sarà rallentata ma non bloccata.

Detto questo, al prossimo capitolo ❣️

Naive ||H. S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora