24. Piccolo universo

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Quella sera rientrai in stanza completamente distrutta dalla giornata. La testa pesante soccombeva alle informazioni che avevamo ottenuto quel giorno e avevo assolutamente bisogno di riposare. Avevo mezz'ora di tempo prima che Anthony sarebbe passato a prendermi, così decisi di farmi una doccia al volo.

Non feci neanche in tempo a togliere la giacca quando sentii bussare alla mia porta; aprii senza pensarci due volte sospirando, ma mi trovai Harry davanti con il viso nero di rabbia.

<<No ma fai con comodo>> dissi guardandolo entrare in camera senza dire una singola parola. <<Si può sapere che ti prende?>> chiesi abbastanza confusa da quel suo comportamento, ma lui si limitò a girare in tondo per la stanza toccandosi i capelli nervosamente.

<<Harry>>

<<Senti, non so cosa tu voglia dalla tua vita, ma devi capire che non stiamo tutti qua, ai tuoi piedi>> buttò fuori con rabbia. Sgranai gli occhi e lo guardai confusa, ma non feci in tempo a rispondere che lui riprese a parlare: <<Prima ti avvicini a me, poi ti allontani, poi ti riavvicini e finisci per scappare e poi? Chiamare Alvin? Dopo tutto quello che ti ha fatto? Non pensavo saresti caduta così in basso, Russell>>. Sentii la terra mancarmi sotto i piedi e la stanza girare, mentre l'unica cosa ferma nella mia visuale erano i suoi occhi carichi di delusione, che mi colpì il petto come proiettile. Feci un respiro profondo e mi sedetti sconsolata sul bordo del letto. <<Hai sentito...>>

<<Certo che ho sentito. Ti stavo cercando, sei sparita nel nulla in pochi secondi, ma a quanto pare avevi qualcun altro con cui parlare>>

<<Harry, non è come sembra>>

<<No? E allora spiegamelo, Addison. Fammi capire cosa fare e dammi la possibilità di conoscere anche il tuo lato all'ombra>>

<<Io...>> farfugliai, ma come al mio solito, quando si trattava di parlare di ciò che provavo, mi bloccai. Le parole scorrevano come un fiume impetuoso, urlando come un gruppo di pazzi rinchiusi nella mia mente, ma dalla mia bocca non uscì neanche un misero suono. Più mi sforzavo di parlare, più il muro emotivo che mi impediva di farlo si faceva imponente. Una lacrima silenziosa solcò il mio viso, mentre il ragazzo si abbassò davanti a me e mi sollevò il viso con delicatezza.

<<Aiutami Addison, aiutami a capirti, solo così potrò essere io ad aiutare te>> sussurrò asciugandomi delicatamente una lacrima.

<<Io... io ho paura>> dissi in un sussurro udibile solo a lui, come se avessi paura che qualcuno al di fuori del ragazzo potesse sentire il mio cuore trasformato in parole. <<Ho paura di amare, ho paura di aprirmi e dare la possibilità a qualcuno di ferirmi>>

<<Non si può avere paura per sempre>>

<<Lo so, Harry...>>

<<Vorrei solo dimostrarti il contrario, che non siamo tutti in attesa che tu abbassi le difese per strisciare nel tuo cuore e distruggerlo dall'interno>>

<<Vorrei tanto crederti, non sai quanto>>

<<Allora dammi una possibilità>> quasi mi implorò. Feci un respiro profondo, inalando aria per dare modo al mio corpo fragile di adattarsi all'immensità dei miei pensieri. <<Non avrei dovuto chiamare Alvin, lo so, sono stata stupida, compio solo errori>> dissi lasciando che le lacrime mi bagnassero il viso come una lenta pioggia estiva, mentre il ragazzo chiudeva gli occhi prima di parlare:

<<Non fai solo errori>>

<<Ho bisogno di tempo, Harry, per mettere in ordine i pensieri e capire cosa voglio veramente, per imparare a conoscermi e darmi così la possibilità di essere fiera di chi sono, senza ferire chi mi circonda>>

<<Non sempre le cose vanno come vuole il cuore o come vuole la razionalità, non ci sono solo queste due scelte. Ci sono anche le scelte "di pancia", fatte sotto influenza di emozioni troppo grandi per noi che offuscano qualsiasi metro di giudizio. Però, se posso darti un consiglio, non rinnegarle: convivici, impara ad amarle, perchè cambieranno il corso della tua vita e sono parte di noi e della nostra storia. Non avere paura di sbagliare, ciò che è giusto per te può essere sbagliato per gli altri e viceversa. Non siamo fatti solo di carne ma anche di emozioni, ricordi e storie che forgiano fino all'angolo più remoto il nostro essere e noi possiamo solo essere fieri di noi stessi. Fieri di come siamo, di come agiamo e di come spendiamo il nostro tempo sulla terra, che è limitato; e proprio perchè è limitato, perchè privarci di ciò che desideriamo davvero? Per paura ? La paura smuove il mondo e fa scoprire nuove cose, Addison. Io ti darò tutto il tempo che vuoi, ma promettimi che imparerai a non porre limiti al piccolo universo che sei>> rispose il ragazzo, e io rimasi incantata dalle sue parole.

Annuii ed il ragazzo si sedette vicino a me, stringendomi tra le sue braccia. Sorrisi debolmente contro la sua spalla e lo guardai paurosa di incontrare i suoi occhi. Lo vidi sorridente, tranquillo e... sempre più vicino. Guardai le sue labbra carnose avvicinarsi alle mie fino a quando non sentii il suo respiro intrecciarsi al mio come mani di amanti.

Chiusi gli occhi, pronta al dopo, ma uno squillo del mio telefono lo fece allontanare all'improvviso, come se si fosse appena scottato.

<<É Anthony...>> disse passandomi il telefono.

Quando si allontanò mi sentii vuota, un freddo improvviso si impossessò dell'aria attorno al mio corpo ed il ragazzo si alzò in piedi. Mi incoraggiò a rispondere con uno sguardo e così feci. <<Pronto?>> dissi cercando di mantenere un tono convincente. Mentre la voce di Miller arrivava metallica dall'altra parte, Harry mi lasciò un veloce bacio sulla fronte, prima di aprire la porta e sparire dietro ad essa, lasciandomi sola in balia dei miei pensieri. 


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Giuro che ci sono! Questa settimana appena passata ho avuto DAVVERO TANTE cose da fare e non ho avuto tempo di aggiornare, ma eccomi qui!

Questa settimana avrete il capitolo solo oggi, domani è il mio compleanno e vorrei riposarmi :)

Che ne pensate?

Detto questo, al prossimo capitolo ❣️

Naive ||H. S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora