Antefatto- L'inizio della fine... o forse no

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Giugno 1991

Manca un ora, alla partenza del treno da Hogsmeade, mi sono rintanata qui ai Tre Manici di Scopa per starmene da sola. 

Manca un ora, alla fine della vita da studentessa di Hogwarts. E dei guai.

Non sono io che trovo i guai, sono loro che trovano me. È la frase perfetta per riassumere la mia vita.

Credo che non ci sia nessuno che può capire ciò che ho passato nella mia vita, beh forse solo Harry Potter.

Un pò invidio i miei amici, che hanno una vita normale che li attende dopo, invece io so che non riuscirò mai a tornare ad una vita normale.

Forse è anche per questo che inizio a pensare che mi farebbe bene una vacanza, dopo quello che ho passato, me la merito.

--Emma Lee?- una voce mi chiama, riportandomi con i piedi per terra.

Neanche ai Tre Manici di Scopa posso starmene in pace? Avrei dovuto andare alla Testa di Porco, almeno lì non mi avrebbero trovato.

Il mio sguardo rimane fisso sul boccale di Burrobirra, non ho voglia di mettermi a discutere con chiunque sia.

--Chi mi cerca?- chiedo.

--Mi chiamo Helena Shaw, vengo da parte del Ministero della Magia...-

Mi hanno già offerto un lavoro da Auror, Spezzaincantesimi, persino un lavoro nell'ufficio per l'Uso improprio della Magia.

-Non sono interessata, grazie-

--Signorina Lee, il Ministro della Magia in persona vuole creare una Task Force di Maghi, sareste al pari degli Indicibili...-

Ora ha la mia attenzione, un lavoro come quello degli Indicibili è interessante, anche se non dovrei sorprendermi che abbiano scelto proprio la sottoscritta.

La cosa che non mi aspetto, è vedere mio fratello che compare su uno degli sgabelli al mio fianco, sta sorridendo.

--Scusa sorellina, Malocchio non può esserci, ha mandato me, credo pensi che possa farti accettare la sua...-

La sua voce muore, quando vede chi mi siede vicino a me, non sembra poi così felice dopottutto.

--Helena Shaw- sibila tra i denti.

--Jacob Lee, non sapevo fosse tua sorella, sembra più sveglia di te-

--Emma qualsiasi offerta ti abbia fatto, non accettarla, è subdola, bugiarda e qualsiasi cosa vuole non...-

--Accetto- mi limito a dire, spiazzando entrambi anche se per motivi diversi.

--Voglio fare qualcosa perché lo decido io, non perché le persone si aspettano che faccia ciò che ho fatto fino ad ora. Sono stanca, Jacob-

Jacob sospira, lui più di tutti sa che ho raggiunto il limite, ho iniziato perché volevo solo indietro mio fratello.

Era nato come un desiderio egoistico, alla fine è diventato la cosa giusta da fare, sono andata avanti per questo, oltre il fatto che tutti se lo aspettavano da me.

Dall'eroina di Hogwarts.

--Te l'ho detto, che ha più cervello di te- sia io che Jack ignoriamo Helena Shaw, anche se noto il sorriso di mio fratello.

--Qualsiasi scelta farai, io ti sosterrò sempre, Nanetta- Jacob lo dice con il sorriso sulle labbra.

Abbozzo un sorriso in direzione di Jacob, annuisco verso Helena Shaw che si lascia scappare un "perfetto! Mi farò viva io" senza dire altro sparisce con un pop.

--Quindi cosa devo dire a Malocchio?- mi domanda Jacob.

--Che ho ricevuto un offerta migliore, che poi è anche vero- mi limito a dire a Jacob.

Il silenzio cade tra me e Jacob, ma entrambi stiamo sorridendo fino a quando non mi rendo conto di una cosa.

--Ora chi lo dice a mamma? Era già in ansia quando avevo a che fare con le Sale Maledette, ma gli Indicibili?-

--Sei nata per spezzare Maledizioni e risolvere Misteri, se c'è qualcuno che si è allenata per questo, quella sei tu-

Ricambio il sorriso di Jacob, anche se questo non mi impedisce di avere un attimo di ripensamento, salvo pensare che ha ragione.

Ho passato i miei anni ad Hogwarts sull'orlo del baratro, anche se a soli undici anni volevo solo mio fratello indietro.

È dal terzo anno in poi che le cose sono cominciate a degenerare, in un vortice di oscurità troppo grande per una ragazzina di quell'età.

Se due anni fa mi avessero chiesto che cosa avrei voluto fare della mia vita al di fuori di Hogwarts, la risposta era un pò scontata.

Spezzaincantesimi o Auror, ma se per puro caso fossi stata impossibilitata a fare le due cose, avevo pronto anche il piano C e il D.

Bevo tutto in un sorso la Burrobirra che ho davanti, consapevole che ho un compito gravoso e pericoloso che mi attende.

Devo parlare con mia madre.

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