Il Morso

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22 Luglio 1995.

Il dipartimento Auror era a corto di uomini, molti in quel periodo era in ferie con la famiglia, io e Zac non siamo sposati nè abbiamo figli, ci ritroviamo a lavorare d'estate per coprire i turni vacanti.

Quindi siamo stati i fortunati vincitori di un sopralluogo per un possibile attacco da parte di una Creatura, rimasta ancora ignota.

Una famiglia di Maghi durante una scampagnata, era stata attaccata, i genitori sono morti con le bacchette in pugno, il figlio più piccolo di soli tre anni è morto mentre stavano tentando di salvarlo probabilmente, mentre l'altro il figlio di sei anni ne era uscito vivo, ma del bambino non ce ne era traccia.

--Che razza di Creatura può fare una cosa simile? Ad un bambino poi?-

--Un Lupo Mannaro- rispondo quasi distrattamente.

Faccio notare che siamo in una Foresta di notte e la Luna piena sopra la testa, probabilmente il bambino si è spaventato ed è scappato via.

Mi accuccio sui corpi, notando che il Lupo ha attaccato per dissanguare le sue vittime, non gli importava che le avrebbe infettate, voleva eliminarle.

--Perché dovrebbe farlo? I Lupi non attaccano senza un motivo preciso, anche se si tratta della Luna...-

Il mio rimuginare, viene interrotto da alcuni rumori e da quell'idiota che ho per Partner che lancia un Confrigo nel punto del quale si sentiva il rumore.

--Se hai colpito il bambino, giuro che ti lascio in pasto ai Lupi- sibilo tra i denti.

Uso Lumos, mentre mi dirigo verso l'interno della foresta uscendo dalla radura della scampagnata, sperando di non trovare il corpo del bambino.

Lo trovo seduto sotto un albero, tremante come una foglia, ha la testa china, posata sulle ginocchia non sembra essersi accorto della mia presenza.

--Stai tranquillo, è tutto finito il Lupo cattivo se ne è andato...- poso la mano sulla sua testa per tranquillizzarlo, la reazione del bambino è qualcosa che non mi aspetto.

Quando alza il capo, ha la mascella deformata in via di trasformazione, il sangue che cola dai denti sporgenti e aguzzi, gli occhi sono spiritati mentre mi azzanna il collo, io non posso fare altro che urlare presa alla sprovvista.

Il mio urlo deve averlo spaventato, perché sento gli artigli che si vanno ad infilzare su una spalla, oltre che nel braccio destro, gli artigli vanno ad aprirmi il braccio, pronti a squartarlo.

Il mio spirito di sopravvivenza è fin troppo forte, agisco per puro istinto conficcando la mia bacchetta in un occhio del bambino, per fare in modo che lasci la presa sul collo o sul braccio o su entrambi.

Non vado fiera di ciò che ho fatto, ma in quel momento la priorità era sopravvivere a qualunque costo.

Mi porto la mano sul collo, sperando che basti per rallentare il sangue che fuori esce, guardo appena il braccio o il bambino, sono troppo concentrata a rimanere viva.

Anche se ultima cosa che vedo prima di perdere i sensi, è il terreno che si avvicina alla mia faccia, qualcuno che sta urlando il mio nome, poi il buio.

Quando riapro gli occhi, mi ritrovo a fissare il soffitto, qualcuno che mi sta stringendo una mano, sento le lacrime sulle mie dita.

Riconosco la cascata di capelli rossi che ho preso da lei, il nostro tratto, glielo leggo negli occhi che ha creduto di avermi perso sul serio questa volta.

--Mamma... ci vuole ben altro per ammazzarmi- sussurro, ridacchiando.

Alza gli occhi di scatto, mi abbraccia forte facendomi scappare un rantolo per il dolore.

Dark Side Of The MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora