-Aiutami a spostare la cassettiera da quella parte.- sistemo meglio gli occhiali sul naso mettere mia madre sbuca dal corridoio.
-Vuoi il letto accanto alla finestra?-
-Si. Molto meglio.-
-Va bene.-
Sono tornata da una settimana, ho chiamato un imbianchino che ridipingesse casa e devo dire che c'è stato un bel cambiamento.
Abbiamo cambiato la cucina e il divano del salotto. La mia camera è totalmente nuova ed anche il bagno. Mamma ha preferito tenere la sua stanza com'era ha solo rinfrescato le pareti.
-È davvero magnifica, non sembra neanche più la stessa casa..- osserviamo l'open space davanti a noi.
-Si, mi piace.- ammetto.
-Dopo il lavoro passo a fare la spesa, ti va qualcosa in particolare?- chiede mentre sistemo i cuscini del divano.
-Mh non fa differenza.-
-Isa, ci sarà qualcosa che ti piace più di altre. No?-
-In effetti c'è, i burritos.-
Sorride.
-E allora burritos sia! Farò la spesa se ti viene in mente qualcosa chiamami e la prendo, che ne so..i tuoi biscotti preferiti oppure lo shampoo qualsiasi cosa va bene?-
-Va bene.- afferra la sua borsa.
-Buona giornata tesoro!-
-Anche a te..ehi! Aspetta! hai preso le medicine?!-
-Si!- esce di casa e resto da sola.
Oggi sono libera..niente lavoro e niente cose da fare, la casa è pronta..
-NON TI VOGLIO QUI! È CHIARO?!- sento urlare, riconosco questa voce come quella del signor Loyer.
È cambiato? Ma dove?
-NON HO PIÙ DIECI ANNI!! TU MIA MADRE NON LA DEVI TOCCARE!- sento un'altra voce.
Axel forse? O Theo?
Beh, non mi importa infondo.
Affaccio alla finestra e l'auto sportiva parcheggiata qui sotto mi conferma che si tratta proprio del secondo genito della famiglia Loyer.
-POSSIBILE CHE A TE STIA BENE FARTI TRATTARE COME UNA PEZZA DA PIEDI??- continuano le urla.
-FUORI DA CASA MIA!- Suo padre sbraita ancora più forte.
Dopo di che il silenzio susseguito da un forte tonfo, strano che non sia crollata la porta.
Apro la porta e lo osservo guardare quella chiusa dell'appartamento dei suoi genitori con la mano ancora sulla maniglia.
-Pessima giornata deduco.- si volta nella mia direzione.
-Non sei divertente Lane. Risparmia il tuo sarcasmo per un'altro momento.-
-Hai ragione, pessimo momento.-
Sospira e si passa una mano sul viso dall'espressione frustrata.
-Senti io qua nemmeno vorrei venirci okey?-
-E allora perché lo fai?-
-Per mia madre, finirà per ucciderla uno di questi giorni. Lo sai bene no? sai cosa fa mio padre..-
-Sono qui da una settimana, ma questa è la prima volta che da di matto, forse il suo problema sei tu.-
-Quello è ormai certo. Ma continua a picchiarla..ha un braccio rotto e un occhio nero.-
-E quando glieli avrebbe fatti? Noi qui non abbiamo sentito nulla e se avessi sentito avrei chiamato la polizia.-
-Non lo so. Questa settimana comunque, non lo aveva l'ultima volta che l'ho vista.-
-Vuoi un caffè?- chiedo mettendo un piede in casa.
-Non si fanno entrare così facilmente i ragazzi in casa Isabell.-
-Non farti strane idee Loyer.-
Sorride per poi seguirmi nella mia abitazione.
Si guarda intorno.
-È diversa da come la ricordavo, decisamente meglio.-
-Già.-
Preparo due caffè e gliene porgo uno.
-Ti spiace se fumo?-
-No, fai pure.-
Va vicino alla finestra e se ne accende una.
Mi siedo al tavolo e sorseggio il mio caffè. -Se decidesse di denunciarlo, potrei fornirle un ottimo avvocato.- suggerisco.
-Anche io potrei fornirgliene uno, ma non vuole sentire ragioni.-
-Ah si? Chi?-
-Non credo tu lo conosca.-
-Fai un tentativo.-
-Ethan Jackson.-
-Un vero stronzo.-
-Lo conosci?-
-Lavorava per il mio stesso studio.-
-Sei un'avvocato?-
-Si, fresca di laurea.-
Sembra sorpreso -Perché fai quella faccia?-
-Non lo immaginavo, beh, congratulazioni.-
-E perché no?-
-Quando eravamo al liceo dicevi di voler diventare un medico. Come mai hai cambiato idea?-
-La vita di merda che facevo qui.-
-Ti ha fatto qualcosa?- mi irrigidisco alla sua domanda.
-No.-
-L'altro giorno..- schiaccia il mozzicone nel posacenere. -Hai detto che a te è andata peggio, cosa intendevi dire?- chiede sedendosi sulla sedia accanto alla mia.
Da me non riceverà alcuna risposta.
-Ti ha picchiata?-
-Mh..-
-Cosa significa "mh"?-
-Non sono affari tuoi.-
-Eppure tu i miei te li sei fatti.-
-Solo perché avete sbraitato come due matti.-
-Anche tuo padre era bravissimo in questo a proposito, lui dov'è?-
-Spero sotto qualche metro di terra. Non lo so, mia madre ha detto che ha fatto i bagagli ed è sparito.-
-Almeno si è tolta un peso.-
-Un macigno direi.-
Sorseggia il caffè.
-Sono passati anni, ma i nostri problemi sono sempre gli stessi.-
-A quanto pare.-
-Perché sei tornata a vivere qui?-
-Cos'è? Un interrogatorio?-
-Una conversazione.-
Sbuffo. -Perché lei..è malata..-
-Tua madre?-
-Vedi qualcun'altra?-
-Cos'ha?-
-Tumore al seno.-
-Mi dispiace.-
-Tua madre è l'unica a poter mettere fine a questa storia, lo sai vero?-
-No, posso farlo anch'io. Togliendolo di mezzo.-
-E finendo in prigione? È meglio se a pagare è solo chi fa del male agli altri.-
-Sopporto la sua violenza e prepotenza da quando avevo sei anni.-
Annuisco.
-Lo so. C'ero..-
-Ora che ci penso, siamo vicini di casa praticamente da quando siamo nati.-
-Non lo siamo più ora, tu vivi altrove.-
-In pieno centro in un meraviglioso attico.-
-Che diavolo di lavoro fai?!- chiedo sorpresa.
-Sono un pilota di Formula 1. Vuoi l'autografo?-
-No, non saprei che farmene.-
-Che ragazza difficile. Eppure al liceo non eri così scontrosa con me..-
-Ah ah simpatico.-
-Guarda che dico sul serio, sembri totalmente un'altra persona.-
-Tu sei andato via un anno prima di me per andare al college, in quell'anno sono cambiate un po' di cose.-
-Il tuo ragazzo deve avere filo da torcere eh?-
-Poverino, in effetti.-
-Hai un ragazzo?-
-No.-
-Ma..-
-Il mio futuro ragazzo ne avrà parecchio di filo da torcere.-
Scuote il capo ridendo leggermente. -La tua ragazza invece?-
-Nessuna ragazza, non sono tipo da relazioni.-
-Oh..ma certo. Che stupida come ho potuto non pensarci!- dico dandomi una manata in fronte.
-Non credo nell'amore o semplicemente nessuno mi ha mai insegnato a farlo. Vedo violenza da quando sono piccolo, non so cosa significhi amare o essere amato. Mia madre non aveva nemmeno modo di amarci, troppo impegnata a dirci di fuggire da qualche parte mentre lei prendeva le botte.-
-Beh, vi ha amato dandovi il modo di scappare via. Mia madre..non è riuscita a far niente..io non sono potuta fuggire..-
Cala un silenzio assordante tra noi..
Il suono delle cicale che proviene dall'esterno quasi mi infastidisce..
-E poi..non è vero che non sai amare..ami tua madre..altrimenti..perché saresti qui..-
Non dice niente e beve il restante caffè rimasto nella tazza.
-E tu perché sei qui? Intendo il vero motivo Isabell, non sei qui solo per tua madre, vero?-
-Non c'è..-
-Bugiarda.-
-Non ti riguarda.-
-Sei assurda, quando si tratta di te bisogna farsi gli affari propri, ma tu ti impicci di quelli degli altri, sei contorta.-
-Grazie, davvero carino da parte tua.-
-Tu sei dura con gli altri e tollerante con te stessa.-
-E questa da dove esce fuori? Credimi che se fossi così tollerante con me stessa non sarei qui! Cosa vuoi saperne tu? Non c'eri quando lui..- mi blocco all'istante..
Non voglio..
Non voglio tirar fuori tutto..
-Quando lui? Finisci la frase..-
-Lascia perdere.-
-Per dodici lunghi anni ci siamo rifugiati in quel terrazzo da quelle merde di padri che ci ritroviamo. Abbiamo condiviso tutto ciò che ci accadeva, tutto. Non penso che quello che mi dirai mi sconvolgerà! Per assurdo credo di essere la persona che meglio possa capirti Isabell.-
Guardo i suoi occhi profondi occhi marroni e vi leggo rabbia e frustrazione...la stessa che vedo nei miei tutti i giorni quando mi guardo allo specchio..
-I nostri occhi..sono uguali..-
-Eh?-
-Hanno la stessa fottuta espressione..-
-Isabell..-
-Hai ragione..sei la persona che forse meglio di tutte potrebbe capire..ma io..se ripenso a ciò che è successo..io non so se riuscirei a riprendermi..io..-
-Certo che ci riuscirai..-
-No tu..non sai cosa..-
-Cosa ti ha fatto?-
Silenzio..
-Dimmelo..sfogarti ti farà bene, io per farlo prendo a pugni un sacco da boxe, vado a correre tutte le mattine, ogni cosa che faccio la faccio per sfogare la rabbia che ho dentro..ma tu? Tu come fai a sfogarla?-
-Axel..-
-Dei tre..era quella che riusciva sempre a farci tornare a casa con la mente un po' più serena, soprattutto a mio fratello Theo che era più piccolo e quindi si lasciava incantare dalle storie che gli raccontavi..per lui eri l'eroina che ti salva dal mostro cattivo, così come lo era Kelly per me.-
-Kelly..come sta?-
-Si è sposata, ha due bambini, due femminucce e vive a Manchester, suo marito è di lì.-
Sorrido.
Kelly è stata una sorella maggiore anche per me.
È stata lei ad insegnarmi molte delle cose che so fare in cucina o a truccarmi, persino a come risolvere i problemi di geometria.
-Sono felice che abbia una vita normale..-
-Fortunatamente suo marito, è una bravissima persona.-
-Meno male..-
-Theo?-
-È al primo anno del college, ingegneria.-
-Qui a Londra?-
-No, a Manchester, lui psicologicamente non può fare a meno della figura di Kelly, per lui è come se fosse sua madre.-
Annuisco..
-Era più piccolo di noi quando ha iniziato a vivere tutto quello schifo..-
-È nato quando quello là aveva già iniziato a metterle le mani addosso per farle del male.-
-Chissà com'è diventato adesso?-
-Grande.-
-Ma và.
Prende il cellulare. -Cosa fai?-
-Lo chiamo.-
-Ax!? Che cazzo chiami a quest'ora? Sono a lezione.-
-Volevo farti vedere una persona. Vai al bagno.-
-Una persona? Aspetta.-
-Guarda un po'.- dice ed io mi alzo mettendomi dietro Axel.
-Ehm..ho un vuoto..- ammette imbarazzato..
-Guardala meglio. Non è cambiata poi molto. Avvicinati un po'.-
Metto le mani sulle sue spalle sporgendomi in avanti.
-Davvero non ti ricordi di me Theo? E pensare che piangevi quando era ora di tornare a casa perché volevi stare con me!- dico.
Sgrana gli occhi..
-Isabell??-
-Esatto.-
-Ehi!! Ma come stai?? Sei sparita!-
-Diciamo bene. Tu come te la passi?-
-Non c'è male! Mamma quanto tempo è passato! Sai che sei bellissima come sempre?-
-Molto gentile grazie. Anche tu sei diventato proprio un bel ragazzo! Beh il potenziale ce l'avevi già da piccolo.-
-Sono irresistibile lo so! Non ti biasimo!-
-Ti prego non dirmi che sei come tuo fratello!-
-Perché? Avresti da ridire?-
-Ovvio, sei un megalomane, lo sei sempre stato Axel.-
-Che ci fate insieme?!- chiede.
-Vive di nuovo qui. Io ero andato a controllare la situazione ed eccoci qua.- spiega.
-Sei matta a tornare lì?-
-È solo una sistemazione momentanea.-
-Tuo padre non vive più li infondo dovrebbe andare meglio.-
Annuisco.
-Molto meglio.-
-Dove sei stata in questi anni?-
-Liverpool.-
-Che fai adesso?-
-Mi sono laureata qualche mese fa in legge. Lavoro in uno studio legale.-
-Grande! Buono a sapersi!-
-Tu fai ingegneria ho saputo.- rubo il telefono di Axel dalla sua mano e inizio a vagare per casa.
-Si! Te l'ha detto Axel?-
Annuisco.
-Ingegneria aerospaziale!- specifica.
-Figo!-
-Non siamo esattamente in tanti a frequentare questo corso, è un po' complicato!-
-Eh beh direi!-
-Potrei riavere il mio telefono?- Axel mi raggiunge alle spalle. -Sai che sei davvero bassa?-
-E tu che sei davvero stronzo.-
-Tu sembri essere molto peggio.-
-Ah. Questa è davvero la cazzata più grossa che potessi dire.-
-Il telefono è il mio.-
-Sto parlando con tuo fratello, sicuramente molto più simpatico e gentile di te.-
-Il bue che dice cornuto all'asino.-
Una risata ci interrompe.
-Posso confessarvi una cosa?- dice Theo.
Catturata la nostra attenzione sorride. -Quando ero più piccolo volevo che voi due vi metteste insieme perché pensavo che Isabell sarebbe diventata mia sorella. Ad oggi dico che vorrei vi metteste insieme perché siete perfetti insieme visti cosi.-
-Mai.- diciamo insieme.
-Figurati se potrei mai mettermi con questo qua.-
-Dovrei essere io a dirlo, sei antipatica, acida e..brutta.-
Lo guardo sorpresa.
Modestamente non credo di essere brutta, nemmeno una top model, ma..
-Brutta?- chiedo.
-Si.- dice.
-Che stronzata.- commenta Theo.
-Non sei il mio tipo.-
-E meno male, ne sono felice.- dico sorridendo.
-Si, immagino.-
-Chi ti credi di essere? Brad Pitt?-
-Meglio.-
Gli scoppio a ridere in faccia ed anche suo fratello minore.
-Sogna pure, è gratis.- dico. -Passami il numero Theo così qualche volta ti chiamo senza che tuo fratello reclami il suo telefono, così che io non debba averci a che fare.-
-Assolutamente!- prendo il mio cellulare dalla tasca e mi segno il suo numero.
-Beh devo rientrare in classe. Ci sentiamo presto! Ciao Axel!-
-Ciao.- chiusa la chiamata mi toglie il suo cellulare dalle mani.
-Tutto tuo.- dico.
-Sembri allegra adesso.-
-Ovvio. Mi ha fatto un sacco piacere sentire Theo.-
-Con me non hai avuto lo stesso approccio.-
-Ovvio anche questo. Tu sei stato uno stronzo con me negli ultimi tempi che hai vissuto qui.-
Ghigna.
-Te lo ricordi?-
-Si.-
-Non l'hai rimosso?-
-No.-
Si avvicina pericolosamente a me.
Prendo il mio mento tra le dita costringendomi a guardarlo negli occhi..Theo
Autrice: Buongiorno e Buona domenica! Come va? Ecco a voi il secondo capitolo della mia nuova storia!!
Isa è combattuta sul fatto di dire a Axel cosa è accaduto l'anno in cui lui è partito per il college.
Lui d'altro canto sembra aver un po' intuito che durante la sua assenza qualcosa abbia segnato Isa per sempre.
Ma cosa è accaduto durante gli ultimi tempi in cui Axel e Isa condividevano lo stesso condominio?
Perché Axel si è comportato a detta sua da "Stronzo".
In questo capitolo facciamo la conoscenza di Theo😍 che ve ne pensate?
Io spero che questo capitolo vi piaccia e vi aspetto nel prossimo!❤️
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Fallen Angel ~L'angelo dalle ali nere.~
RomancePer Isabell Lane era strano trovarsi nuovamente davanti al portone di quel condominio, che nei suoi ricordi era un luogo di pura tristezza. Eppure sua madre Carolyn viveva ancora lì e dopo aver terminato il college pochi mesi fa, non poteva far altr...