La settimana è praticamente volata, tra la preoccupazione per Theo che man mano svaniva visto che i medici ci aggiornavano ogni giorno sulla sua saluto che a detta loro stava migliorando a vista d'occhio, per fortuna, aggiungerei.
E il sesso, tanto sesso, io ed Isabell avevamo varcato una porta insieme e nessuno dei due sembrava intenzionato ad andarsene. Quando eravamo insieme nello stesso posto, l'aria era carica di elettricità, tensione e desiderio. Era del sesso molto calmo, delicato e soprattutto coinvolgente, Isabell aveva bisogno di essere rassicurata che sarebbe andato tutto bene, non era ancora pronta a viversi il sesso completamente senza pensieri. Avevo paura di fare qualcosa che l'avrebbe messa a disagio o che le avrebbe rievocato brutti ricordi.
Era delicata, dolce e inesperta, ed io ero felice di guidarla nei meandri più oscuri e peccaminosi di quell'atto carnale e primitivo.
Mi sentivo bene, ma bene davvero e non perché ero appagato da ciò che facevamo in camera mia tutte le sere, ma per le sensazioni che lasciava in me dopo. Mi sentivo libero di fluttuare leggero in aria. Come se niente potesse ferirmi, come se i miei demoni si fossero improvvisamente dati una calmata, con lei era così. Era come se buio e dolore non esistessero e avessero lasciato il posto alla luce più brillante e alla calma. Quando però la magia perdeva il suo effetto, mi sentivo di nuovo angosciato e pieno di rabbia, questo accadeva quando lei non era con me. Era come se fosse la terapia adatta alla mia instabilità mentale. Perché fisicamente stavo benissimo, ma nella mia testa si scontravano pensieri diversi, la pausa di essere nessuno, le insicurezze, il terrore di non essere abbastanza di non poter fare ciò che volevo. Il desiderio di essere felice. Volevo esserlo, ma allo stesso tempo avevo paura che tutto questo sarebbe finito subito. Non volevo ferirla, ma il mio cuore era barricato dietro ad una spessa e alta muraglia, e per quanto lei avesse già iniziato a scalarla da un bel pezzo, non ero sicuro che riuscisse ad arrivare alla cima per poi entrarvici dentro. Era forte e determinata, ma comunque una persona, che come me, aveva sofferto molto e lottava ogni giorno per un futuro decisamente più radioso del suo passato; volevo che arrivasse li, dentò il mio cuore, ma c'è l'avrebbe fatta? Non potevo saperlo. Se avesse avuto bisogno di aiuto però sarei stato lì per lei, pronto a calarle una fune per rendere la sua scalata più semplice, ed era quello che incoscientemente stavo facendo da qualche giorno.
Ero un casino. Non la meritavo, avrebbe dovuto soltanto cercare di meglio e più volte le avevo ribadito di non sapere amare, se da un lato volevo che non si innamorasse di me, dall'altro non volevo che si innamorasse di qualcun altro, non uno chiunque almeno.
Si, ero decisamente contorto.
La frase che mi aveva detto ieri sera mi si era incisa in testa.
Ricordo quel momento come se lo stesso rivivendo in questo preciso istante, eravamo a letto, avevamo appena finito di farlo e stavamo entrambi fissando il soffitto della stanza in silenzio, quando lei parlò. -Ti trattieni. Lo sento.-
-Si, lo faccio.-
-Perché?-
-Non voglio fare qualcosa che potrebbe farti stare male solo per il mio desiderio di lussuria.- avevo risposto. Ed ero stato sincero.
-Ma non sei tu così e credo che ti piaccia farlo in un modo diverso da questo. Non devi farlo così con me solo per paura di fare qualcosa di sbagliato, sii te stesso, non porti dei limiti, so benissimo che se non volessi fare qualcosa, tu ti fermeresti subito quindi..non essere un'altra persona. So che sei Axel, quando ci sei tu, Peter non esiste più, non ci sono più le sue mani, nemmeno i suoi occhi, non c'è niente che me lo ricordi, perché mi basta guardarti per capire che non serve avere paura, quegli occhi non mi spaventano neanche un po', anzi mi fanno volere..di più..- le era costato molto dirmi questo, sarà anche Isabell, la piccola acidella che con la sua schiettezza e forza riusciva sembrare tanto sicura di sé, ma conserva, nonostante il suo passato, ancora la sua innocenza e purezza.
-Mi stai chiedendo di non trattenermi? Mi stai chiedendo di fare sesso senza..avere paura di..-
-Se dovessi avere paura, ti fermerei io. Ma tu non farlo se non senti una mia richiesta..-
Con la punta dell'indice traccio i contorni del suo splendido profilo..-Non dirmi questo, potrei non controllarmi più..-
-Allora non farlo, saprei fermarti in ogni caso.-
-Ne sei così sicura?-
Annuii -Ma tu..ascoltami..e capisci cosa voglio e cosa no..-
-Lo faccio.-
-Lo so.-
Mi aveva chiesto di non farmi problemi, ma conoscendo il suo passato sarebbe stato brutto pensare solo a me.
Il sesso a cui ero abituato io, era egoista. Il mio unico obbiettivo era soddisfare le mie voglie infischiandomene delle donne a cui concedevo le mie attenzioni.
Non mi interessavano i baci, ne le carezze, tantomeno le chiacchiere e c'erano cose che non permettevo loro di fare. Richieste a cui non acconsentivo.
Esistevo solo io e io.
Di loro non mi importava niente, ma con Isabell era tutto dannatamente diverso.
Volevo lei, la volevo tutta.
In qualsiasi modo.
Volevo i suoi occhi, la sua bocca, il suo corpo, la sua anima e il suo cuore, prendermi ogni briciolo di lei.
Per lei non c'erano regole, poteva fare di me ciò che voleva, avrei assecondato ogni sua richiesta, mi sarei preso tutto, ma le avrei dato altrettanto.
Era uno scambio reciproco e non una cosa a senso unico.
Non c'era chi otteneva di più e chi meno, in parti uguali noi ci prendevamo qualcosa dell'altro.
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Fallen Angel ~L'angelo dalle ali nere.~
RomancePer Isabell Lane era strano trovarsi nuovamente davanti al portone di quel condominio, che nei suoi ricordi era un luogo di pura tristezza. Eppure sua madre Carolyn viveva ancora lì e dopo aver terminato il college pochi mesi fa, non poteva far altr...