Stringo tra le mani il volante della mia vettura.
È il terzo e ultimo giorno delle qualifiche e stando ai dati dovrei partire dalla seconda posizione, ma non basta.
Lionel Hammer partirà dalla prima e stargli dietro non è semplice specialmente in una pista come quella di Montecarlo in cui sembra avere il dominio assoluto da anni.
Lui sa come vincere, ma io non sono da meno. Sono ormai tre anni che corro nella Formula 1 e sono altrettanti anni che la rivalità tra noi è motivo di eccitazione per il pubblico.
Gli spettatori si gasano quando durante una gara entrambi lottiamo per il primo posto, perché sanno che lo spettacolo è assicurato. Mi piace tenerli con il fiato sospeso fino all'ultima curva, all'ultimo sorpasso, a l'ultima decina di metri.
Mi elettrizza, mi fa sentire vivo.
In verità non abbiamo mai avuto screzi, ma di base non c'è nemmeno mai stato niente di più che un saluto formale quando si ci incontra o una stretta di mano per congratularsi.
Osservo la sua macchina gialla e nera accanto alla mia, ma leggermente più avanti.
Sembra una gigantesca ape su ruote.
Odio le api, odio gli insetti in generale, ma le api in particolar modo.
Manca ancora qualche minuto al segnale del via.
Fa caldo in pista, anche se siamo già a metà settembre.
Odio il caldo e odio l'estate.
Si, odio parecchie cose.
Odio soprattutto Marcell Loyer.
Quel bastardo di mio padre.
L'ho odiato dal momento in cui ho visto il primo schiaffo mollato sul viso di mia madre.
Non era mai stato un uomo dalle grandi dimostrazioni d'affetto.
Non era quel tipo di padre che usciva prima dal lavoro per venirti a prende a scuola o che veniva alle partite, nel mio caso alle gare.
Non era quello con cui guardare la tv urlando come matti mentre la tua squadra del cuore segnava un gol.
Non era quello che per natale si fingeva babbo natale.
Ne quello che quando rientrava in casa era felice di vederti.
Lui quando tornava a casa era in grado di far spegnere il sorriso di mamma e di Kelly e incutere timore in me.
Kelly è più grande di me di otto anni.
Quando ero piccolo lei era già una signorina, capiva molto bene cosa succedeva se papà tornava a casa ed era arrabbiato.
Così mi intimava di comportarmi bene e di non fare i capricci.
Mi stava sempre vicino e non mi perdeva mai di vista..
Era come un Angelo custode.
Lei..ringrazio solo che lei non avesse mai provato la sensazione dei suoi schiaffi sul volto.
Mia sorella non ha mai fatto arrabbiare nostro padre, mai dato problemi, ha sempre tenuto per se il suo dolore, non lo ha mai manifestato.
Non ha mai versato lacrime in sua presenza, ne è mai stata una che si ribellava.
Lo faceva perché aveva paura e perché non voleva prenderle anche lei.
Un po' la capivo, io che le sue botte le avevo provate sulla mia pelle, mi auguravo che lei non dovesse mai provarle sulla sua.
Faceva male, un male cane cazzo.
Non si fermava finché non crollavi a terra.
Non si fermava finché nei tuoi occhi lèggeva la voglia di ribellarti.
Theo..lui ara un neonato, non poteva di certo levare la sua mano su di lui.
Kelly non ci pensava nemmeno.
Restavamo io e mamma.
Io dei tre figli sono sempre stato quello che era poco incline ai suoi modi di fare.
Gli creavo appositamente dei problemi, mi ribellavo alle sue urla, ai suoi pugni, alle sue scenate.
Mamma invece beh..lo faceva e basta, non faceva nulla? Botte. Faceva qualcosa? Botte. Respirava? Botte.
Non so perché? Il perché abbia iniziato a comportarsi così, ma anche ci fosse una ragione, non sarebbe di certo sufficiente a giustificarlo.
Io le donne non le ho mai toccare con l'intenzione di fargli del male.
La donna è la creatura più bella che Dio abbia creato.
Le donne sono Angeli di Dio caduti sulla terra per mischiarsi agli uomini.
Sono il frutto più buono, l'odore più bello, la visione incantevole di un'alba mozzafiato.
Sono la tentazione più forte, più incontrollata.
Sono perdita della ragione ed ecstasy.
Adoro le donne, ma non amo legarmi a loro, non voglio che mi incatenino in quella situazione di possesso ed esclusività chiamata "Relazione" anche perché non credo di esserne portato.
Lascio che tocchino il mio corpo come più gli piace, ma non permetto loro di toccarmi l'anima..
Il segnale acustico arriva debole alle mie orecchie..troppo immerso nei miei pensieri..
Vedo le altre auto sfrecciare via..
Scuoto il capo tornando a concentrarmi su quello che devo fare.
Correte pure, io vi supererò tutti.
Metto in moto e scalo le ultime posizioni lasciandomi alle spalle un po' di gente.
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Fallen Angel ~L'angelo dalle ali nere.~
RomancePer Isabell Lane era strano trovarsi nuovamente davanti al portone di quel condominio, che nei suoi ricordi era un luogo di pura tristezza. Eppure sua madre Carolyn viveva ancora lì e dopo aver terminato il college pochi mesi fa, non poteva far altr...