●Capitolo 8●

651 51 0
                                    

《Bene,facciamo l'appello.
Anzi,no. Signorina Donato,visto che lei è nuova si alzi in piedi e si presenti alla classe.》

Diventai subito rossa,sentivo le guance che diventavano calde.
Ma non capisce che sono già parecchio imbarazzata?

《Mi chiamo Marta e vengo d'Ancona.》 risposi io.

《Nient'altro signorina Donato?》

《No.》la guardai quasi con aria di sfida ma lei non mi degnò neanche di uno sguardo.

《Non male come prima impressione.》disse la ragazza di fianco a me.

《Lascia stare. Neanche un minimo di comprensione da parte sua eh!》

《Tranquilla, l'anno scorso ha messo in imbarazzo tutti,compresa me. Comunque piacere Marta,io sono Silvia.》

《Piacere mio.》

Le ore passarono veloci al fianco di Silvia,è simpatica e non sembra una di quelle persone con la puzza sotto il naso.
Era l'ora di uscire e andare a casa. O meglio dire,in albergo.

L'uscita era come sempre affollata e vidi a malapena mia madre in macchina ad aspettarmi.

《Com'è andata la scuola tesoro?》

《Bene,ma quella di matematica è una stronza.》

《Iniziamo bene eh! Almeno hai conosciuto qualcuno?》

《Sì,una ragazza,si chiama Silvia.》

《Ah,benissimo! La puoi invitare stasera a cena a casa nostra! Ce ne andiamo dall'albergo prima di cena.》

《Mamma,ho detto che l'ho conosciuta,non che è diventata la mia migliore amica.》

Ero consapevole del fatto che mia madre insisteva nel volermi far fare nuove amicizie per non farmi sentire sola,ma tempo al tempo. Approposito di migliori amiche,mi mancava Beatrice.
A quest'ora sarei stata a pranzo con lei al parco. Il venerdì andiamo sempre al parco per studiare latino,ci sembra meno pesante accompagnare lo studio con un panino all'aria aperta.
Mi misi le cuffie aspettando di arrivare in albergo.

《Cosa volete ordinare?》

Ci sedemmo ad un tavolo nell'aria ristorante.

《Io prendo della pasta al pomodoro.》

《Io invece del risotto allo zafferano. Tu Marta cosa prendi?》

《Non ho fame papà,vado a vedere cosa c'è al buffet.》

《Già che ci sei,mi vai a prendere del pane?》

Mi diressi verso il buffet. Volevo prendere qualcosa di leggero e cercai della frutta.

《Siamo a dieta percaso?》
Feci un salto dalla sorpresa. Dinuovo lui,il tipo che mi ha accompagnato in camera mia. Ma mi stava seguendo?

《Ehm io? No no,stavo guardando,cioè stavo scegliendo cosa prendere...ma non so cosa.》

Accennò un sorriso. Un bel sorriso.

《Sicuramente quelle pesche acerbe non mi sembrano un buon pranzo.》

《Lo penso anchio,non mi ero accorta che erano verdi.》

Rise ancora.

《Vieni con me.》

Mi prese per un braccio quasi tirandomi. Ma chi era lui? E dove mi stava portando? È la seconda volta che decido di seguirlo per andare da qualche parte e non so perchè ma mi fido di lui,cioè sò che non andrò a finire in qualche casino,o quasi.
Così mi lasciai trascinare.

Dopo aver attraversato tutta la cucina dell'albergo, si diresse verso una porticina nascosta in un angolo della stanza e entrammo.

Era meraviglioso.
Un piccolo praticello circondava un orto ricco di frutti colorati. Mi sembrava quasi di essere ritornata indietro nel tempo quando aiutavo mia nonna a raccogliere i pomodori,poi me ne faceva sempre portare a casa qualcuno.

Mi giro di scatto e mi ritrovo davanti lui,con una cesta di pesche mature in mano.

《Meglio queste di pesche, no?》

Trattenei le risate mettendomi una mano davanti alla bocca.
Era troppo buffo,mi sembrava un contadino.
Presi una pesca dal cesto e diedi un morso.

《Hai ragione,è proprio buona.》

《Questo è un piccolo spazio verde dove noi dell'albergo coltiviamo un pò di cose.》

《È un bel posto.》

《Puoi venirci quando vuoi.》

L'atmosfera fu interrotta dal suo cellulare che squillò.

《Scusami devo rispondere,a presto Marta.》Uscì dalla porta sul retro che dava direttamente sulla strada.

Chi era quel ragazzo dai capelli neri? Cosa voleva da me? Cosa stava cercando di fare? Ci rimasi male quando andò via. Era una strana senzazione. Qualcosa che partiva dallo stomaco e arrivava alla gola. Forse perchè quello sconosciuto era stato il primo a farmi sentire a mio agio a Milano.

Le pesche sono buone. Ma mai come un abbondante piatto di pasta. Ora mi era venuta proprio fame.

Ti ricordi di me? | Mattia Briga |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora