●Capitolo 18●

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《Vieni con me.》
Non mi diede neanche il tempo di rispondere che Mattia mi prese per mano.
Lui andava avanti,dando spintoni a chiunque si trovasse sulla nostra strada,ma loro sembravano non farci caso.
Una ragazza mi venne addosso e sentii un liquido gelato scendermi dietro la schiena.
《Ti sembrano questi i modi?》
Disse qualcosa di incomprensibile,Mattia sì girò e con lo sguardo mi disse di lasciar perdere.
Non mi ubriacherò mai,pensai di nuovo.
《Usciamo!》gridò al mio orecchio.

La musica si faceva sempre più ovattata mano a mano che ce ne andavamo. Finalmente le mie orecchie potevano riposare.

《Conosci Alessandro?》interruppe il silenzio.
《No》Dissi io,cercando di dare un'aggiustata al mio vestito bagnato.
《Ma se ci hai parlato un attimo fa...se ti saresti portata qualcosa di più corto e leggero,si sarebbe asciugato più in fretta...》
《Conoscere una persona non significa sapere il suo nome o cognome. Ma cosa...tu,tu ad esempio,non mi conosci abbastanza per parlarmi in questo modo!》Ogni volta rimango stupita dalle sue risposte,così affrettate e maleducate.
《Ehi su,non siamo mica in chiesa!》disse ridendo.
Per quanto fosse bello il suono della sua risata,stava ironizzando troppo.
Tirai fuori dalla mia borsa il cellulare e cominciai a chiamare Silvia,ma senza ottenere nessuna risposta. Si era fatto troppo tardi,dovevo tornare a casa.
Ma come faccio a tornare a casa,senza un mezzo di trasporto? Di certo non mi faccio la strada a piedi,a quest'ora della notte.
《Qualche problema?》
《Assolutamente no,chiamo un taxi.》
《Se vuoi ti accompagno io a casa,non ho problemi per le ragazze travestite da suore.》 Fece l'occhiolino accompagnato da un sorriso.
Anche le battute meno simpatiche,ma uscite dalle labbra di Mattia,erano qualcosa di tremendamente fastidioso,ma altrettanto intrigante.
《Penso che 20 euro possano bastare...》Aprii il portafoglio,vuoto. Avevo lasciato le banconote che mi aveva dato mia madre a casa. Questo, mi ricorda sempre di più,che dovrei trovarmi un lavoro.
《Niente taxi...》Feci per mostrargli il portafogli vuoto,che aprii una portiera di una macchina nera,proprio vicino a noi.
《Non pensavo fossi così gentiluomo da aprire le porte alle ragazze,sopratutto alle suore.》mi piaceva stare al suo gioco.
《Perchè,guidi tu?》fece con totale naturalezza.
《Veramente io...》
《Pensavi davvero che ti aprissi la portiera? Ma neanche Cenerentola!》
Non volevo fargli notare che stavo ridendo,quindi mi finsi un pò arrabbiata,per stare al gioco.
Mise in moto,e le sue braccia possenti,sembravano dominare l'automobile.
Il tragitto era lungo e (per fortuna) a Mattia venne in mente di accendere la radio,per spezzare il silenzio.
Qualcosa mi diceva che quella che stava percorrendo Mattia,non era la strada per casa mia.

《Scendi.》
La luce dell'insegna del suo Hotel,mi appannò la vista.
《Devo prendere della roba,aspettami qua》aggiunse.
《No,vengo con te...se non ti dispiace》per un momento l'idea di restare qui non mi era sembrata male,ma ripensandoci,stare a notte fonda,da sola,in macchina,mi incuteva un pò di paura.

《La stronza non c'è,via libera.》tirò fuori dalla tasca dei pantaloni aderenti una chiave ed entrò in una delle stanze.
Sapevo che si riferiva alla receptionist dalle unghie laccate di rosso,ma decisi di non indagare.
《In fondo a destra c'è il bagno,trovi il phon nel cassetto.》
Ostentai un minuto,ma vedendo che si dirigeva verso un'altra stanza,entrai di corsa e mi misi a cercare il phon per asciugarmi.
Io e Mattia,in camera,nella stessa camera. Ma che mi prende?! No,è solo un amico,e come amico,mi ha aiutato nel momento del bisogno. Mi stava aiutando davvero? O era una scusa per tenermi occupata mentre lui svolgeva cose più importanti?
Dov'è questo phon?》Imprecai ad alta voce,spero non mi abbia sentito nessuno.
Trovato,finalmente. Se avessi aspettato ancora,il mio vestito si sarebbe asciugato da solo.
Attaccai la spina e finalmente l'aria calda mi diede sollievo dall'acqua gelata e appiccicosa del coktail.
Click.
Luce spenta. Sono un disastro.
《Mattia...》quasi sibilai.
《Cazzo...》urlò dall'altra parte della stanza.
《È saltata la luce?》domanda ovvia.
《Sì,capita spesso.》disse sbuffando.
《E ora...come si fa?》
《Aspettiamo.》
Cercai nel buio un piano d'appoggio per lasciare il phon,maledetto phon.
Cercai di orientarmi tenendo le mani sulle pareti,senza sapere davvero dove stavo andando.
《Aspettiamo cosa?》
《Aspettiamo che ritorni la luce.》lo sentivo più vicino,ora non urlava più per rispondere alla mie domande.
《Quanto dovremmo aspettare?》
《Fai sempre così tante domande?》
Faccio sempre tante domande quando sono nervosa.
《Quando fai domande tu,sono tenuto a rispondere,mentre quando le faccio io,tu hai libera scelta?》
《Non eri tenuto a rispondere.》
Intanto continuavo a farmi strada tra la stanza,nella speranza invana di trovare una torcia.
《Ahi!》
《Attenta!》era proprio davanti a me,ma le sue braccia ridussero a zero le distanze.
Un attimo,un secondo,un bacio.
Il sangue nelle vene ora scorreva più velocemente,al contatto delle sue labbra. Le mie mani erano appoggiate sul suo petto come per staccarmi da lui,ma lo sapevano anche loro,che sarebbe stata un impresa difficile.
Le sue avvolgevano i miei fianchi,prima dolcemente,poi più forte. Lo stesso facevano le bocche che premevamo le une contro le altre,sembravano incastrarsi alla perfezione.
Mi lasciai condurre da lui,come ipnotizzata,sentii il contatto del morbido materasso,un brivido mi salì sulla schiena, per il freddo delle lenzuola pulite,ma quella sensazione non durò molto,perchè venne rimpiazzata dal calore del suo corpo sul mio.
Mentre una mano accarezzava la mia gamba,l'altra era impegnata a disegnare cerchi sulla nuca con le dita,portandomi in un mondo nuovo,e in questo mondo si stava davvero bene.
Riaprii gli occhi,giusto per capire se era tutto vero.
La luce era accesa e mi staccai da quell'armonia di movimenti che si era creata.
E trasalì il panico.

Ti ricordi di me? | Mattia Briga |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora