CAPITOLO 13

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Mi sono sempre piaciute le storie che mi racconta.
Ma questa volta mi mette inquietudine, il solo un pensiero che mio padre si trova in quel posto chissà dove e che probabilmente non si ricorda chi è o ancora più grave chi sono mi spaventa.
"Altri?" Dice Endla
"Altri indovinelli? Perché questo non riesco proprio a capirlo"
Mi crogiolo in me stessa per ricordare.
" Se vuoi ottenere ciò che ami
È dover seguire i piani..."
Sbuffo perché la mia mente è stanca
Non riesco più a ragionare.
Endla come se mi ha letto nella mente mi carezza la spalla.
"Su dai adesso basta sei stanca, ci riflettiamo domani, va bene ?".
La guarda e senza emettere una sillaba annuisco.
"Dai,adesso ti mostro la stanza in cui dormirai" aggiunge alzandosi.

Ci dirigiamo verso il corridoio che profuma di biscotti appena sfornati, fermandoci davanti una porta di legno, la apre e davanti a me appare un'insieme di differenti verdi a partire da un verde smeraldo a uno crema.
In mezzo alla stanza si innalza un letto singolo con vari cuscino del medesimo colore.
circondato da una semplice tenda color verde Tiffany con incastrate delle foglie di acero, molto probabilmente finte.
Sui i muri sono appesi dei quadri che raffigurano dei semplicissimi alberi di salice piangente .
In un angolo e predisposta una libreria contenete libri su libri, mi avvicino per dare un'occhiata.
Strano! potevo giuraci che possiede solo libri di mitologia.
Sorrido tra me e me.
Cavolo! Ecco cosa mi sono dimenticato.
Estraggo il libro dalla tasca interiore del mio manto porgendoglielo.
Sul suo volto comprare un'espressione di curiosità. Ma quando legge il titolo allarga le braccia e mi salta addosso.
"Grazie Kagea" dice ancora tra le mie braccia.
La scosto per guardarla chiedendogli se il libro gli piace.
" Si, non lo mai visto questo libro, dove è che lo hai preso?"
Senza proferire parola gli regalo un'espressione innocente.
Scuote la testa mettendosi a ridere, ma subito dopo ritorna seria.
Non gli è mai piaciuto che rubassi. Anche se sa che non lo faccio perché mi piace farlo, infatti noi due ci siamo conosciute Così.

In un bel giorno di sole stavo girovagando nelle stradine del mio villaggio.
Le strade erano desolate per il troppo caldo. Saltellavo passo dopo passo.
Mi divertivo con poco, quando mi fermai in una piccola biblioteca, la guardai indecisa se entrarci o meno.
"Mamma sarebbe fiera di me se iniziassi ad applicami  nello studio" pensai.
Presa dalla situazione entrai. Dentro c'erano poche persone intente a tenere il loro visi mangiando le parole dei libri che possedevano in mano.
Girovagando tra i scaffali ammirando le copertine di mille colori differenti.
Mi imbattei  in uno particolare.
Non sapevo ancora leggere bene (neanche adesso in realtà).
Ma i colori della copertina mi invogliarono a prenderlo.
Non avevo un soldo per permettermelo lo stavo per mettere giù , quando mi balenò in mente una pessima soluzione.
Pensando  che se lo prendevo in prestito non sarebbe successo nulla.
Lo presi e lo nascosi sotto la maglia, guardandomi attorno per rassicurarmi che le persone fossero ancora prese a leggere il loro libro.
Chinai la testa e con passo felpato mi avviai  alla porta.
Stavo per uscire,  già felice di leggere quel libro o almeno di riuscire a capirlo.
Fin quando sbattei contro una persona( o meglio una bambina).

Sapevo poche parolacce ma quel giorno sono sicura di averle dette tutte persino inventate.
Preoccupata di essere stata beccata alzai lo sguardo lentamente con i lacrimoni agli occhi.
Quando la vidi, una ragazzina leggermente paffutella con degli occhiali rotondi più grandi del suo viso, delle ciocche rosso rubino gli cadevano su di esso, raccolti in una coda bassa.

I suoi occhi spalancati mi scrutavano, aveva già capito cosa stessi facendo.
D'impulso gli feci il segno di rimanere in silenzio con il dito. La presi per il braccio e la portai fuori. Correvamo come matte, ma non sapevo bene perché mi seguisse.
Arrivate su una collina sotto l'albero di pesco in fioritura ci buttammo nell'erba alta.
Ridemmo e ridemmo di gusto fino a farci venire il mal di pancia.

Quel ricordo me lo costudisco ancora nel mio cuore.
Risvegliata dai mie ricordi Endla mi diede un bacio sulla fronte per augurarmi  la buonanotte era giorno, si! Ma non mi importa sono stanchissima e Endla l'ha capito.
Esce dalla stanza salutandomi con la mano, lanciandomi un bacio.
Lo presi al volo poggiando il palmo sulla superficie del petto dove si trova il cuore.
L'ultima risata insieme per poi buttarmi  sul letto ormai stanca di tutti questi punti interrogativi, cadendo in un sonno profondo.

"se vuoi ottenere ciò che ami
È dover seguire i piani
Tra le stelle hai reclamato
Perciò il rischio tuo è diventato
per spezzare cio che hai nel cuore
nel sonno più profondo dovrà cadere il tuo più grande amore"

Mi sveglio di colpo con la paura di dimenticarmi tutto.
Salto giù dal letto uscendo dalla porta a grandi passi.
"Endla!" urlo in preda dall'agitazione.
Nessuna risposta.
"Endla" tentai di nuovo.
All'improvviso sento un porta aprirsi, mi volto verso il rumore e la vedo lì con una vestaglia lunga colore panna, con i capelli arruffati.
"Che cosa hai da urlare a quest'ora?"
Dice sfregandosi gli occhi con il palmo della mano.
A quest'ora?
Penso
Mi guardo attorno e noto che la luce intensa che penetrava prima ha spazio al bagliore della luna.
Per quanto ho dormito?
Ma questo non è importante, gli vado incontro ancora con la frase ben fissa nella mente.
"Scusa, ma non ho tempo" affretto prendendogli il braccio.

"Tempo? Per cosa?" Esclama fermandosi in mezzo al corridoio.
"So che cosa dice l'enigma!"
Aggiungo freneticamente, afferro di nuovo il braccio portandola verso il salotto, arrivate mi siedo sul divano e con la mano picchietto la superfice di esso incentivandola a sedersi.

Endla sbuffa ma subito dopo mi sorride.
Quanto mi può voler bene?
Penso facendomi scappare un sorriso.
"Non puoi dirmelo domani pomeriggio, sai io domani devo andare a scuola".
Mormora mentre si siede
"Sono sicura quanto esistevano gli dei che non me lo ricorderò più domani".

Aggiungo spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Ok ok sentiamo allora"
"Se vuoi ottenere ciò che ami è dover seguire i piani tra le stelle hai reclamato perciò il tuo rischio è diventato
Per spezzare ciò che hai nel cuore ..."

Per mille Dei
"Non me la ricordo più" dico mettendomi una mano tra i capelli.
"Spremi quelle meningi Kagea, non pesar che mi hai svegliato per niente"
Punzecchiò sorridendomi.
Come cavolo finiva!
Ripeto il primo pezzo fino allo sfinimento

"Per spezzare ciò che hai nel cuore"
Mormoro tra me e me
"Ok Kagea riflettiamo su quello che ti ricordi.
Il primo pezzo dice se vuoi ottenere ciò che ami è dover seguire i piani".
mi guarda come per farmi capire se quello che sta dicendo sia giusto.
Senza dire niente annuisco.
"Va bene, allora cosa pensi che potrebbe   riferirsi?"
La guardo incredula, perché una domanda così banale da lei non me l'aspettavo.

"Endla secondo te se so cosa si riferisca sarei qui? Ti voglio bene, ma sarei altrove alla ricerca di mio padre." Dico esaurita.
Abbassa lo sguardo e sussurra qualcosa di incompressible.
Cavolo!
Non dirmi che si è offesa.
"Endla?"
Allungo la mano per spostargli le ciocche che gli coprono il viso.
"Endla"
Nessuna risposta.
"Che cosa hai?"
Alza il viso e noto una lacrima che solca il viso.
Il mio cuore si ristringe mi fa male vederla piangere.
Istintivamente l'abbraccio.
"Ho detto qualcosa che ti ha ferito ?"
Annuisce sulla mia spalla.
"Pensavo che mi avresti comunque cercata a prescindere. Lo sai che io per te ci sono e ci sarò, io per te potrei aiutarti anche a cercarlo.
Mi stacco dall'abbraccio e la guardo con un lieve sorriso.
"Lo so, ma non voglio esporti a pericoli che nemmeno io posso sapere quali siano".
Corrugando la fronte esclama.
"Non mi interessa che pericoli possiamo incombere io per te darei la vita e questo lo sai" .

Rimango sbalordita dalle sue parole, mi sento bruciare gli occhi.
Ecco ci risiamo sto per piangere.
(Nemmeno nei libri drammatici).
"Grazie" l'unica  cosa che sono riuscita formulare.
"E scusami tanto" aggiungo abbassando lo sguardo cercando di non guardarla negli occhi.
Mi sento così stupida.
Mi dà una pacca sulla coscia ,mi volto guardandola sotto le mie ciglia folte.
E in un nano secondo scoppiamo a ridere come due bambine.

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