CAPITOLO 30

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"Kagea, scappa!"
Mi Urla Pis.

L'urlo di Pis mi penetra fino all'osso, quelle ombre avanzano verso di me.

Non riesco a muovermi, le mie gambe non vogliono collaborare, all'improvviso qualcuno mi prende per il braccio tirandomi a se.

Mi volto vedendo Jonny che mi sta conducendo verso la porta d'uscita secondaria.

mi volto per l'ultima volta verso Pis che ormai ha sfoderato la spada pronto a combattere contro le ombre.

L'ultima cosa che riesco a vedere è Pis che è avvolto da un fumo nero.

"Pis" urlo, ma vengo spinta fuori dalla porta.

"vai Kagea, non ti preoccupare per noi, tieni, cerca tuo padre, e miraccomando fai i sentieri chiusi". Mi dice Jonny dandomi la mappa.

Lo guardo con i lacrimoni agli occhi, mi abbraccia ed esclama.

"cerca Linian, lui saprà cosa fare, ora vai e non voltarti indietro, ti raggiungeremo noi in qualche modo.

Lo abbraccio e gli do un bacio sulla guancia.

Jonny si tocca la guancia e dopo di che entra di corsa chiudendosi la porta alle spalle.

Mi fermo per pensare a cosa fare se entrare ad aiutarli o scappare, quando all'improvviso, sento una voce.

"Scappa, Kagea!"

Non so cosa fare, sono titubante.

Prendo un grosso respiro e questa volta decido di ascoltare la voce che mi perseguita da quella notte.

Guardo la mappa freneticamente.

"Cazzo, dove mi trovo adesso". Impreco, non ho tempo, mi giro e inizio a correre in una direzione sconosciuta.

Il silenzio regna attorno a me, la quiete prima della tempesta.

sto correndo, non smetto di correre quando mi blocco sentendo delle urla strazianti di qualcuno.

Questa voce la riconosco è Pis.

Non riesco A fare nessun'altro passo, il pensiero corre verso di lui.

"Cosa gli sarà successo?"
Il mio cuore si inclina al solo pensiero che pian piano, uno a uno sto rischiando di perdere le uniche persone che tengo stretto nel mio cuore.

"corri" Di nuovo quella voce.

Inizio a corre con le lacrime agli occhi. Corro, corro, non ho più fiato, le lacrime mi oscurano la vista, fin quando non inciampo in un ramo a terra finendo a faccia in giù.

Rimango sdraiata a terra, scoppiando nuovamente in lacrime.

Singhiozzo dopo Singhiozzo, mi giro sdraiandomi a fissare le stelle.

"Se è questo è il mio destino, lo accetto, non scappo più" mormoro.

il mio sguardo cade su una stella in particolare, la più lucente.

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