CAPITOLO 15

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Una lieve luce penetra dalle tende,
Portando in vita i colori della stanza, mi urta così tanto che apro gli occhi, sono mezza rimbambita, non dovevo fare le ore piccole.
A mala voglia mi metto seduta sul letto, strofinandomi gli occhi con la palmo della mano, ci metto dieci minuti buoni prima di decidere di scendere da letto.

Mi dirigo verso la porta del bagno che non avevo notato la scorsa notte, mi avvicino al lavandino e mi guardo nello specchio che mi trovo difronte.
I mie capelli corti sono arruffati, due borse enormi sotto i mie occhi allungati che fortunatamente  non si notano molto grazie alla mi carnagione scura.
Mi sciacquo il viso con l'acqua fredda, giusto per svegliarmi un po'.
Chiudo l'acqua e mi guardo ancora per qualche attimo.
Cavolo sono andata a dormire vestita,
che stupida.
Dopo questo accorgimento esco dal bagno dirigendomi verso l'uscio  che mi porta sul corridoio.
Mi chiudo la porta alle spalle, notando che nella casa c'è ancora silenzio.
Potrebbe eruttare un vulcano, che Endla non si sveglierebbe nemmeno.
Sorrido fra me e me.
Mi avvio verso la porta, ricordandomi dove fosse uscita ieri alla sua soglia busso ma dall'altra parte non arriva alcun suono, busso nuovamente, ma niente.
Non abbiamo tempo, impreco silenziosamente decidendo di aprirla.

Aperta, davanti a mi appare un letto singolo già ben fatto ma di Endla non c'è nessuna traccia.

"Endla" provo ma chiamarla ma nessun suono raggiunge le mie orecchie.

Molto probabilmente non è qui.
Richiudo la porta e mi dirigo verso il salotto, ma nemmeno lì la trovo.

"Possibile che se ne andata a scuola?".
Mormoro tra me e me.
mi guardo attorno, quando noto che sul tavolino c'è un piatto di biscotti, una tazza di latte e un foglio.
Mi avvicino al tavolino cautamente prendendo in mano il foglio e dalle prime righe capisco che questa è una lettera per me.

"Mia cara amica non spaventarti se non sono a casa, non sono andata a scuola. Ho chiamato stamattina e mi hanno dato il permesso di stare a casa qualche giorno.
Sono uscita per noleggiare due cavalli, ok che tu sei una persona sportiva, ma io al confronto tuo non riuscirò a fare chilometri.
Torno presto nel frattempo, sul tavolino ti ho lasciato qualche biscotto e una tazza di latte.
Gustateli se non lo starai già facendo"

Sorrido con mezzo biscotto in bocca
Lei sa sempre tutto.
Mi siedo sul divano prendendo un mano il bicchiere di latte iniziando a berlo.
Quando sento un rumore nel corridoio, mi alzo di scatto allarmata mi avvio verso il suono, prendendo in mano ben saldo il piatto finito.
Mi avvicino lentamente pronta a scagliare addosso il piatto a qualsiasi malcapitato che ha osato entrare in questa casa.
Uno, due, tre,
crak il piatto si rompe sulla testa di quell'uomo svenuto a terra, lo analizzo meglio e dal viso penso proprio che ha più o meno la mia età. Con i capelli biondi cenere. Alto e snelli. Indossa una maglia color azzurra e delle bermuda marrone fango.
Un bel ragazzo decisamente.
Mi avvicino con l'orecchio al suo naso per capire se respirasse ancora.
Sono una ladra mica un'assassina.

Quando all'improvviso sento delle urla mi volto verso la persona per capire chi stia urlando. capendo che si tratta di Endla.
La guardo, guardo corpo del giovane ragazzo e la riguardo.

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