Capitolo 30- Paura

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Beatrice arrivò a casa alle tre del pomeriggio. Salutata  la madre, che era in salotto intenta a intrattenere un ospite mai visto, si fiondò in camera sua dove accese subito il portatile.

«Dai muoviti» lo esortò con voce affannata per la corsa, prendendo posto sulla sedia girevole e fissando la schermata nera. Senza dargli il tempo di caricare i programmi, portò la freccia sull'icona di internet e la premette freneticamente, finché non si aprì la pagina principale del motore di ricerca.

Se c'è chi può darmi quelle risposte vere questo è internet, pensò digitando le parole:

*Virgilio*Rossetti*

Premette il tasto di avvio che le mostrò una lunga serie di risultati. Dopo averne aperte alcune senza risultati soddisfacenti, si trovò a imprecare rabbiosa. Decise  di aggiungere le parole * incidente d'auto * e *2009* e  premette invio. Nella prima pagina di ricerca, lesse un trafiletto  a caratteri cubitali "Incidente mortale. Muore ragazzo di 28 anni" accompagnato dall'anteprima dell'articolo, dove faceva capolino il nome che lei cercava. Il cuore iniziò a martellarle, cliccò l'icona e non appena la pagina venne aperta, si tuffò nella lettura.

"Tragico incidente nella sera di ieri dove Virgilio Rossetti (28 anni) ha perso la vita. L'incidente è stato causato da un pirata della strada che non ha rispettato il segnale di stop. Dalle prime indagini, sembrerebbe che il ragazzo non abbia fatto in tempo a deviare la macchina e, a causa del forte scontro è stato sbalzato via, battendo la testa contro il marciapiede." Beatrice fece scorrere la rotellina del mouse, scendendo fino alla foto di Virgilio che riconobbe come il ragazzo che aveva visto nella foto del cimitero. "I genitori hanno dato il permesso alla donazione degli organi, riprese a leggere, "Lui è sempre stato deciso su questo punto" ha spiegato Katia Rossetti, la madre del ragazzo."

Beatrice arrestò  la lettura e spalancò la bocca incredula. Fissò la foto del ragazzo che la guardava sorridente e un senso di vertigini mista a nausea le ribollì nello stomaco. Ancora una volta scopriva una schioccante verità: Quel ragazzo era il fratello di Laura.

*

Beatrice rimase in camera rifiutandosi di cenare, ancora troppo sconvolta per la scoperta che aveva fatto. Rimase seduta sulla sedia girevole a fissare senza molta attenzione lo screensaver colorato e gioioso che contrastava  con il suo umore apatico. Avrebbe dovuto provare rabbia nei confronti dei genitori che ancora una volta le avevano mentito, infangandola con menzogne gratuite. Provò invece un profondo dolore per la cugina. Laura, la sua Laura. La ragazza che l'aveva aiutata a tirare fuori la grinta, che le aveva insegnato ad essere se stessa e a lottare per i propri ideali, portava dentro di sé un dolore immenso. Un dolore che nascondeva sotto quegli strati esagerati di mascara, sotto quel sorriso gioioso e quella parlantina molto spesso irriverente. E lei che aveva fatto per tutto quel tempo? Aveva pensato solo a se stessa. Era stata così  concentrata nel cercare qualcuno, che neanche si ricordava più di lei, che aveva lasciato in balia di una tormenta emozionale la persona a cui doveva di più.

Sono un idiota. Perché non mi sono mai accorta di niente? ,si domandò demoralizzata appoggiando la guancia sul legno della scrivania e fissando la Myosotis fiorita sul davanzale della finestra aperta.

Dovrei andare da Laura, dirle che ho scoperto tutto e chiederle scusa per essere stata così cieca e stupida? O dovrei tacere e far finta di nulla? si domandò alzandosi e guardando il piccolo orologio digitale sul lato destro del computer che indicava le ventitré e trenta.

Accidenti! E' già così tardi? Domani mattina come prima cosa andrò a farle le mie scuse, si convinse ritornando con la mente al problema iniziale: Il fratello si chiamava davvero Virgilio?

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