Capitolo 26- Io voglio essere me stessa

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Le labbra morbide di Dante le fecero dimenticare la tristezza che fino a poco fa stava provando, invogliandola a rendere più profondo quel dolce contatto. Lui, intuendo la bramosia recondita di lei, le carezzò le spalle, scendendo sino alle braccia e invadendola con una piacevole pelle d'oca. Fece scivolare  le labbra sul suo collo, arrestandosi sul suo seno e sfiorandolo attraverso il sottile strato di abiti. Lei sotto l'effetto di quell'eccitazione, che la portavano a gemere , si sbottonò la camicetta lentamente e, bottone dopo bottone, sentì un calore salirle dal profondo della sua intimità. Rituffò le sue labbra tra quelle di Dante, fin quando la porta non si aprì di colpo e Simone fece capolino nella stanza, guardando entrambi con un faccia attonita.

«S-Simone» balbettò lei, coprendosi con le mani la pelle nuda e guardandolo colpevole. Simone però non proferì parola. Distolse lo sguardo da lei, portando lo sguardo verso un punto lontano. Beatrice vide tutta l'altezza del ragazzo, incurvarsi sotto il peso di quel nuovo dolore. Simone strinse gli occhi, quasi volesse cancellare quell'immagine, e si portò una mano sulla bocca, per bloccare i forti e dolori singhiozzi.

«Simone» lo chiamò lei alzandosi di colpo e realizzando che non era nello studio di Dante, bensì nella sua camera, dentro il suo bel letto comodo, e che aveva sognato tutto.

Era solo un sogno,  pensò portandosi una mano sul petto e riconoscendo i profili della sua stanza.

Quella sensazione di eccitazione sfrenata che aveva provato durante il sogno però, era ancora viva in lei e le dava un senso di fastidiosa insoddisfazione. Si alzò quindi abbastanza imbarazzata, per quel sogno così ardito e andò di filato bagno, a fare una doccia per eliminare quel senso di colpa.

E pensare che qualche giorno fa ero in questa stessa situazione a causa di un incubo, pensò passandosi  la spugna rosa sul suo corpo. Non riuscì a fermare subito quelle pulsioni, amplificate dal getto forte e tamburellante dell'acqua. Si ritrovò a chiudere gli occhi, immaginando che li con lei ci fosse Dante che la accarezzava la pelle nuda.

Cavolo, ma che mi sta succedendo?

Quelle sensazioni furono sciacquate via insieme al sapone, ruotò la manovelle e uscì dalla doccia inzuppando tutto il tappeto.

Che strana e piacevole sensazione, pensò guardando il suo corpo nudo riflesso dal grande specchio del lavello di fronte a lei. Non ho mai provato una cosa del genere, neanche quando ho sognato che Simone mi baciava, confessò prendendo un accappatoio e asciugandosi. I baci di Simone erano così dolci e in quel momento volevo tanto che mi stringesse a sé. Quando l'ho visto piangere poco fa, mi sono sentita così triste che avrei fatto qualsiasi cosa per placare il suo dolore. Invece per Dante è stato diverso, non volevo la dolcezza ma...

Decise subito di accantonare quel momento di confessione proibita e uscì dal bagno decisa a svegliare Laura che sicuramente dormiva ancora, visto che era sabato, e fare qualsiasi cosa per pensare ad altro. Purtroppo il suo pensare ad altro fu andare al centro commerciale insieme a Laura per fare la grande spesa settimanale al supermercato. Giulia non sentendosi bene e sapendo, che se avesse mandato il marito a fare la spesa lui l'avrebbe chiamata in qualsiasi momento facendole le domande più assurde, aveva deciso di mandare le due ragazze che ovviamente avevano protestato scocciate.

«Se c'è una cosa che non sopporto è fare la spesa. Tutto quel cercare offerte e vedere quale prodotto scegliere mi annoia da morire» si lamentò Laura una volta che ebbe parcheggiato la macchina nel grande parcheggio all'interno del centro commerciale.

«E pensare che finora l'avevo evitato» disse Beatrice sconsolata togliendosi la cintura di sicurezza.

«Dai forza prima andiamo prima finiamo» disse Laura una volta scesa dalla macchina.

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