15.

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Quella mattina mi svegliai con il suono del campanello.
Sobbalzai dal letto senza neanche svegliare Lisa.
Improvvisamente sentii delle voci.
"JENNIE APRI, DOBBIAMO PARLARE"
Riconobbi quella voce, era la voce di mia madre.
Lei era una donna ricca, e io l'avevo lasciata per creare una vita tutta mia, senza il suo controllo, volevo una vita indipendente.
Leggeva i miei diari segreti e non mi dava mai l'opportunità di fare le cose.
Il mio primo bacio l'ho dato con Lisa, la mia prima volta l'ho avuta con Lisa. Solo ora stavo iniziando a scoprire cosa significava vivere.
In ogni caso, corsi verso la porta.
"Hm c-cia-buongiorno ma-"
"Jennie dobbiamo parlare"
"Hmmm?! Si- cer-certo dimmi"
"Che cos'è questo?" e mi fece vedere una foto di ieri sera al concerto, con me e Lisa che ci baciavamo.
"Mamma lei è la mia ra-"
"Appunto jennie, è una ragazza e tu non puoi stare con lei. Hai capito da che famiglia viene?! Non può stare con una come te"
Improvvisamente vidi Lisa che stava venendo un cucina.
Era ferma, con la testa bassa. Probabilmente aveva sentito tutto quello che aveva detto mia madre.
"Mamma ma io la amo, e lei ama me" dissi incominciando ad alzare la voce.
"Tu la metti così?! Bene allora verrai a New York con me, muoviti a preparare le cose"
"Che cosa? No io rimango con Lisa. Sono maggiorenne e faccio quello che mi pare"
"No, tu ora ti muovi perché sennò la tua ragazza farà una brutta fine"
Io incominciai a correre in camera, ma Lisa mi seguì.
"Amore, amore fermati."
La feci entrare in stanza e chiusi la porta.
Incominciai a piangere mentre l'abbracciavo.
"Lisa, io non voglio lasciarti, io ti amo"
"hey Jen, non mi lascerai, promesso. Però ti prego, vai. Lì hai molte più probabilità di raggiungere il tuo sogno, diventa una sceneggiatrice. Fallo per me, ma sopratutto fallo per te, che stai lottando tanto."
"Lisa ma tu mi mancherai..."
"Anche a me Jen... tanto" mi disse stringendomi più a se e dandomi un bacio sulla testa.
"Fai una cosa... portati la mia maglia preferita, quella che ti piace tanto. Mettila ogni volta che pensi a me. Porta anche il mio profumo e il mio pupazzo. Abbraccialo quando ti manco, dormi con lui. Fai come se fossi io ad abbracciarti"
Io le saltai addosso.
"Ti amo tanto"
"Anche io, ma ora sbrigati"
Le lasciai uno dei miei pupazzi preferiti, come aveva fatto lei.
Preparammo la valigia e salutai il mio angelo custode.
"Come farò senza di te?" Le chiesi
"Hey io non me ne vado. Starò sempre qui. Un giorno ti troverò e ci rivedremo, promesso"
"Mignolino?"
"Sei proprio la mia bambina" mi diede un bacio a stampo "mignolino" concluse.
Uscii di casa. Io piangevo più di prima, mentre lei aveva gli occhi lucidi la non voleva mostrarlo.
Lasciai il nostro appartamento, ma sopratutto, lasciai casa mia....

LISA'S POV
Non volevo che andasse via, ovviamente. Ma pensai al suo futuro. Un giorno la troverò, glielo avevo promesso.
Appena arrivò a New York mi chiamó e mi rassicurò.
Non avevo intenzione di avere altre relazioni. Non ci eravamo lasciate, io ero sua e lei era mia.
Mi mancava già dopo qualche ora, perciò iniziai a piangere.
Era un misto tra rabbia e tristezza, perciò iniziai a prendere a calci il muro e a buttare i cuscini per terra. Era da tempo che non piangevo.
Mi buttai sul letto, ascoltando la nostra canzone, quella che le avevo dedicato ieri: Call out my name, e mi addormentai abbracciata al pupazzo.
Una volta svegliata, mi fiondai in palestra.
Avevo bisogno di ballare e di raggiungere il mio sogno, per incontrarla di nuovo.
Intanto pensavo a lei.
Ci amavamo, e anche tanto. Ma ero sicura che se il destino era con noi, un giorno ci avrebbe fatto rincontrate. Nulla accade per caso.
Ti troverò amore mio, te lo prometto.

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