𝐈𝐍 𝐂𝐎𝐑𝐒𝐎 | ❝ Da bambina hai mai pensato di diventare madre da grande? Perché saresti davvero la madre che tutti i bambini vorrebbero, fragolina ❞
Busan aveva lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Park Yuri, e dovendosi trasferire in un'a...
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Did you see the snow? Like your eyes Believe in Santa Claus? 너와 따뜻한 선물을 가져갈게
코끝과 같이 이 계절이 올 때마다 -Snow Flower
Yuri
Il tempo che trascorrevo all'interno della villa volava sotto al mio naso con una velocità impressionante.
Non mi ero nemmeno resa conto che da inizio novembre, il periodo di tempo in cui mi ero decisa a fare un cambiamento radicale della mia vita, adesso eravamo finiti quasi al mese di dicembre. L'aria gelida cominciava ad intensificarsi maggiormente, rendendo il rimanere all'aria aperta una missione impossibile. L'odore di neve sciolta pizzicava maggiormente le narici.
E per colpa di questo cambiamento climatico improvviso, avevo trascorso poco tempo nel giardino di Taehyung in quei ultimi giorni e ultimamente non riuscivo nemmeno a mettere un piede fuori dai riscaldamenti di quella villa, proprio perché le dita mi si intorpidivano e il freddo mi costringeva a non uscire. Era un'impresa persino tornare a casa la sera.
Ma nonostante questo, ero riuscita a cavarmela alla grande. Avevo soldi a disposizione, un lavoro che consisteva stare con la bambina più dolce di quel mondo, una chiacchierona con cui parlare sempre, un maggiordomo con una comicità fuori dal comune e Taehyung.
Da quando avevo preparato quella costata in quel pomeriggio uggioso, nei giorni a seguire era stato il dessert più richiesto all'interno della villa. E Taehyung non smetteva mai di farmi i complimenti a riguardo.
E proprio a riguardo dell'argomento crostata, aveva continuato a chiamarmi "fragolina" per ogni evenienza. Quel nomignolo mi faceva scaldare le guance e non sapevo nemmeno il motivo di quella strana reazione del mio corpo.
Ma nonostante questo, adesso l'unica cosa di cui dovevo occuparmi era di trovare una nuova abitazione. Non stavo nemmeno pagando l'affitto del mio monolocale, perché se avrei trovato una sistemazione migliore, non serviva spendere soldi per rimanere in una topaia come quella più tempo del previsto.
Avevo giusto adocchiato, con il mio portatile, un paio di appartamenti che, più o meno, rientravano nel budget che mi potevo permettere. Tenevo alcuni soldi da parte per il momento, non sapevo esattamente per quale motivo, ma mia madre mi aveva sempre insegnato di conservare del denaro per ogni evenienza. E avevo tenuto stretto quel consiglio.
Ogni volta che toccavo la conchiglia appesa alla mia collana, la tenevo stretta nella mano, mi rannicchiavo sul mio materassino gonfiabile e piangevo. Mi disperavo, lasciavo che le lacrime mi rigassero le guance velocemente, sperando di lavare via il dolore. Ma era impossibile quando la realtà mi colpiva le spalle, dicendomi "Ehi, tua mamma è morta, se piangi non la riporterai di certo indietro".
E questo mi faceva sentire male. Mi faceva sentire uno schifo.
Non avevo mai scoperto chi aveva causato l'incidente della mamma e nella quale avevano dichiarato più volte che ero stata l'unica sopravvissuta. E quando ripensavo a quello, ripensavo anche a quel ragazzino alla quale avevo chiesto aiuto e mi aveva voltato le spalle, terrorizzato quanto me.