𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟏 | 𝐁𝐢𝐥𝐥𝐢𝐨𝐧𝐚𝐢𝐫𝐞

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만약 게임이라면또 load하면 되겠지만I guess I gotta deal with this, deal with thisReal world -Jamais Vu

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만약 게임이라면
또 load하면 되겠지만
I guess I gotta deal with this, deal with this
Real world
-Jamais Vu

Qualche anno più tardi


Yuri

Ondeggiavo le braccia per accompagnare il mio passo lento, mentre camminavo tra i marciapiedi di Seoul tra uno sbuffo ed un altro, facendo slalom tra le persone che mi passavano accanto in fretta e furia. Avevano il cellulare attaccato all'orecchio, blaterando parole che per me in quel momento erano incomprensibili.

Ero persa nei miei pensieri, rimuginando sulle ultime scelte di vita che avevo intrapreso in meno di una settimana. Completamente drastiche ma necessarie.

Avevo abbandonato Busan, la mia città natale per trasferirmi nel cuore pulsante della Corea, la capitale affollata e trafficata di cui tutti mi parlavano da quando ero bambina. Ed in effetti c'era da aspettarselo.

In compagnia della solitudine, avevo traslocato da un giorno ad un altro, trovando il primo monolocale disponibile e lasciandomi la mia vecchia città alle spalle, con tutti i suoi ricordi e avvenimenti, felici e dolorosi che siano.

Certo, non era il massimo il posto in cui stavo da meno di sette giorni, il che era chiaramente paragonabile ad una topaia dove per dormire utilizzavo un materassino gonfiabile bucato e che avevo tappato con del nastro adesivo. Molto utile devo dire.

Ma era il minimo necessario per andarmene, finalmente.

Busan mi faceva soffrire, aveva squarciato il mio cuore in due e non c'era stato modo di ricucirlo alla perfezione. Era ancora distrutto, sanguinante, irreparabile. Ma rimanendo comunque la città che mi ha accolta e che però, alla prima possibilità, avevo abbandonato.

Perciò la mia drastica decisione nel trasferirmi era dovuta principalmente al desiderio di arrivare in un'altra città e poter ricominciare la mia vita da zero, senza rimpianti, senza dolore, senza ripensamenti. Anche se era parecchio difficile per una ventiduenne che ha abbandonato l'università e con pochi spiccioli nelle tasche.

E per dare la possibilità a questa rinascita di essere effettuata, avevo bisogno anche di un lavoro. Alla quale ero già in cammino per raggiungerlo.

Non appena avevo inalato l'aria della capitale e scesa dalla metropolitana era cominciata la caccia al lavoro più conveniente, e umile soprattutto, che non richiedeva sforzi inutili per un salario basso.

Sapevo che Seoul era piena di risorse, che molti dei miei coetanei e anche più piccoli si recavano per cercare un futuro migliore, un lavoro migliore e di crearsi una vita fruttuosa, magari anche frequentando le università. Io invece ero lì per scappare dal mio passato, per evitare di essere ancora rincorsa dai ricordi e di non lasciare più nulla al destino.

𝐁𝐀𝐁𝐘𝐒𝐈𝐓𝐓𝐈𝐍𝐆 | 𝐤𝐭𝐡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora