06- La prima sfida

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And maybe we got lost in translation
Maybe I asked for too much
But maybe this thing was a masterpiece 'til you tore it all up
Running scared, I was there
I remember it all too well
And you call me up again just to break me like a promise..
So casually cruel in the name of being honest
I'm a crumpled up piece of paper lying here
'Cause I remember it all, all, all
Too w e l l

So casually cruel in the name of being honestI'm a crumpled up piece of paper lying here'Cause I remember it all, all, allToo  w e l l

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N i c o l e

Lo ammetto.

Ho paura di espormi, di far vedere le più vere parti di me agli altri, anzi, per essere precisi, a Dorian. Ci ho pensato spesso alla mia paura nei suoi confronti e al mio timore che possa scoprire i miei lati più raccapriccianti. Ho pensato spesso in queste settimane di andare via, di tornare alla mia vita di prima, anche se mi faceva odiare tutto di me stessa.

«Dorian non è così male, Nicole.» Octavia se ne sta a testa in giù sul suo letto e le gambe posizionate sulla testiera del letto.
Fa sgonfiare la pancia, ha detto.

«Come fai a saperlo?» la mia è una domanda sciocca, dopotutto.

Tutti amano Dorian, lui c'è sempre per chiunque, anche per me. Anche per me che lo tratto come spazzatura lasciata al ciglio del marciapiede.

«Se ci parlassi invece di trattarlo male anche solo se respira, lo sapresti.» ribatte dura, ma non mi offendo. Dopotutto ha pienamente ragione.

Ignoro o allontano Dorian per paura che scopra del mio disturbo, e ho il timore di non piacergli più. Preferisco farmi odiare che avere la sua compassione.

«Non è semplice.» tre parole. Queste bastano a zittirla.

«Cosa non è semplice?»

«Non è semplice per me relazionarmi con lui, okay?» questa conversazione inizia a snervarmi, sarà meglio mettersi a letto.

Mi allungo verso il comodino e rispondo agli ultimi messaggi di mia madre, in cui mi dice di riposare, di occuparmi delle interviste.

E di non mangiare cose troppo calorose.

Ripenso inevitabilmente alla pizza che abbiamo mangiato stasera, e un senso di angoscia mi pervade.

«Buonanotte, Octavia.» le sorrido amorevolmente e faccio finta di addormentarmi, per poi sgattaiolare in bagno quando sono sicura che stia dormendo.

Mi ha detto di dormire come un ghiro, ed effettivamente è così. Ogni notte accendo la musica per coprire i conati, e ogni notte torno nel mio letto con un peso in meno allo stomaco ma trenta più pesanti sulla testa.

Love in DisguiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora