17- Neutro

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Tanto tempo fa

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Tanto tempo fa...

«Papà, la mamma quando arriva?»

«E' appena uscita dal lavoro, Dorian. Dalle tempo di correre fino a casa..» il papà mi solleva in braccio, stringendomi a se'. Mi fa volare reggendomi fra le braccia forti, e da quassù posso persino vedere la mia scuola distrutta.

Mamma e papà hanno detto che siamo in guerra contro le altre fazioni, si sentono continuamente botti e spari. Spari e urla. Sospiri e dolore. Ma finirà, mamma ha promesso che ci trasferiremo nella zona acqua una volta finito tutto, li, c'è la sede della Z0D14C. Li, saremo al sicuro. Tutti e tre.

Papà riceve una chiamata, sembra preoccupato, poi gli spunta il solito sorriso: quello che fa quando la mamma gli dice che lo ama. «Dorian, rimani qui, per piacere. Io vado a prendere la mamma da lavoro, i bus sono tutti pieni.» annuisco correndo dentro casa, e osservo la sua auto sfrecciare via.

Continuo a leggere il libro che mi ha regalato al mio compleanno e schizzo alla porta quando sento il campanello. E' la mamma.

Ma è da sola.

«Papà?» mi domanda, e non so cosa dire.

Lei mi guarda per qualche secondo, poi, nota una lettera sul tavolo della cucina. Mentre la legge, il foglio trema terribilmente.

Mamma ha pianto tanto quella notte, io, non versai una lacrima. Accolsi mia madre fra le mie braccia e la consolai, asciugai le sue lacrime.

Quella, fu la prima volta  che vidi sul mio volto apparire una maschera.

Presente

«Non posso rimanere, ragazzi. Io non..non posso, okay?» spalanco le braccia cercando di tenere i miei amici lontani da me, ho paura di fargli male.

E se avessi un altro episodio?

Inizialmente ero sollevato di aver trovato una risposta a tutte le mie domande, a tutte le mie cazzo di paranoie, notti insonni. Ma ogni mia convinzione adesso è andata a farsi fottere.

I miei sentimenti per Nicole sono reali? I suoi per me lo sono? Quello che ho sentito, vissuto, toccato, amato, odiato, meritava quel genere di trattamento?

E' come se la testa mi stesse scoppiando, come se tutto si stesse spezzando in minuscoli frammenti, che mai sarebbero tornati al proprio posto.


Mai.

«Dorian, ehi.» la madre di Damien mi raggiunge, posandomi una mano sulla spalla sinistra. «Ascolta almeno il piano, okay? Sei dei nostri in ogni caso» annuisco distrattamente, mentre torno immediatamente a sedermi.

Non voglio creare casini. Ascolterò.

«Fase uno, Octavia.» lei fa qualche passo in avanti, fronteggiandoci tutti. Si è svegliata da ormai qualche giorno, e stranamente è più in forma di quanto pensassi.

Love in DisguiseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora