Prologo

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Poppy pov

Abito in questo condominio da mesi ormai, per l'esattezza cinque e volente o no, ho conosciuto quasi tutti i condomini, tutti tranne i miei vicini di casa.

Da quello che mi ha raccontato l'anziana e gentile signora Betty, sono una coppia sposata e senza figli che al momento si trova a casa della madre di lei perché fattasi male, scivolando giù dalle scale.

Dopo una lunga giornata lavorativa, mi sdraio a letto per controllare le ultime e-mail da inviare al mio capo, quando all'improvviso odo rumori soffusi provenire dalla parete dietro le mie spalle.

Non interessata, alzo le spalle e continuo indisturbata con il mio lavoro, poco dopo però i rumori si trasformano in forti gemiti di piacere.

"Ancora di più, si ti prego, più forte" sento urlare da una voce femminile quasi disperata.

Imbarazzata cerco di non pensarci troppo ma odo nuovamente gemiti e quello che sembra uno schiaffo, al quale lei risponde urlando di si.

"Da brava, prendilo tutto come la troietta che sei" parla una voce profondamente roca, la quale mi porta a stringere forte le cosce fra di loro accaldata.

Presa da un'eccitazione primitiva, sposto di lato il computer e allargo le gambe scoperte dai pantaloncini, accarezzandole dolcemente.

Gioco con i miei seni coperti dal tessuto leggero della canottiera che indosso essendo estate.

Abbasso i pantaloncini insieme alle mutandine fradice e passo una mano sulla mia intimità, sentendola bagna più di quanto pensassi.

Incomincio a fare movimenti circolari sul mio clitoride, i quali mi fanno uscire dalla bocca gemiti soffusi coperti da quelli della donna che sta venendo soddisfatta per bene.

"Allarga di più la gambe" ordina l'uomo alla donna ed inconsciamente faccio la stessa cosa.

Avendo bisogno di più, inserisco il dito indice in profondità mente stuzzico e pizzico il capezzolo destro facendo partire scariche elettriche fino al mio clitoride gonfio, portandomi ad impazzire di piacere.

"Ah" lei geme, spingendomi ad aumentare le spinte avanti ed indietro sempre di più in profondità.

"Sto per venire" comunica al suo partner ansimando mentre io porto l'altro dito sul mio bottoncino di nervi, sfregandolo velocemente gemendo più forte.

"Vieni" le concede di venire portandomi al limite, venendo così anch'io emettendo gemiti strozzati.

Solo dopo essermi passato il desiderio che mi ha offuscato la mente penso a quello che ho fatto.

"Oddio" sgrano gli occhi scioccata.

Mi sono appena masturbata al suono della coppia di sposini non che miei vicini fare sesso.

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