24. Poppy

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Poppy pov

Arrivata l'ora di cena, tutti si siedono ai posti assegnati al loro tavolo.

Trovato il mio, mi accomodo.

Immersa nei miei pensieri, non sento nemmeno la sedia al mio fianco venire occupata.

"Poppy" Chelsea mi prende la mano fra le sue preoccupata.

"Non mi piace stare lontana da loro" sussurro portando i miei occhi tristi verso il loro tavolo, al quale ora si sono seduti anche Alex, Ben e Maya.

Non dice niente, mi stringe più forte la mano ed appoggia la nuca sella mia spalla.

Faccio la stessa cosa appoggiando la mia testa sulla sua e cerco di smettere di guardarli.

"Ti va una sigaretta prima che portino le prime portate?" propone cercando di distrarmi in qualche modo.

"Si, ne ho davvero bisogno, andiamo" ci alziamo e sorpassiamo i vari tavoli fino al balcone, percependo vari occhi su di noi.

Chiuse le finestre di vetro, percorriamo il poco spazio che ci divide dalla ringhiera in pietra, la quale affaccia su un prato ben curato con una bellissima fontana funzionante.

"Tieni" mi porge la sigaretta già accesa per poi portarsene anche lei una alla bocca.

"Grazie" la ringrazio aspirando la nicotina e guardando il bel paesaggio che si trova sotto di noi.

"Come vanno le cose con Alex, Ben e Maya?" domando curiosa e bisognosa di una distrazione vera e propria.

Già, poco tempo fa Chels mi ha raccontato di come si sia ritrovata a casa loro dopo aver bevuto, di quello che è successo il giorno dopo al centro commerciale e di come si sente in presenza degli amici di Scott ed Emily.

Mi appoggio alla ringhiera con i gomiti sporgendo leggermente il busto in avanti.

"Mi hanno portato in un club bdsm e ho detto ad Alex che voglio essere una sua sottomessa come lo sono Ben e Maya" butta fuori, scioccandomi e non poco.

"Wow" non so che altro dire, sono davvero sorpresa.

"E Mark invece chi è?" chiedo curiosa, visto che lui sa chi sono ma io non ho la più pallida idea di chi sia.

"È a capo della Heart Empire, ed è un mio amico, che si da il caso abbia cercato di prendere come suo sottomesso Ben quando ci stavano già provando Alex e Maya anni fa" spiega chi è l'uomo riccio.

"Wow, Chelsea la tua vita è meglio di una serie tv" scoppiamo entrambe a ridere di cuore.

"Mi sa che stanno servendo da mangiare" penso ad alta voce quando giro appena il volto notando all'interno della sala i camerieri avvicinarsi ai tavoli.

"Torniamo dentro allora" buttiamo i mozziconi nel posacenere lì affianco e torniamo dentro.

Evito gli sguardi della coppia e vado a sedermi al mio posto, dove ora ci sono altre persone sconosciute.

"Piacere Steven White segretario della G.B. International" si presenta l'uomo al mio fianco allungando la mano verso di me.

"Poppy Red segretaria della Inc. Corporation molto piacere" mi presento anch'io stringendogli la mano educata.

"Chelsea Stewart impiegata della Inc. Corporation" si presenta anche la mia amica con un sorriso gentile in volto.

"È la vostra prima volta qui?" chiede l'uomo sporgendosi verso di noi interessato, appoggiando il mento sul suo pugno.

È un bel ragazzo, biondo occhi verdi e sorriso smagliante il classico principe azzurro.

"Si nota tanto?" mi stiro il vestito sentendomi insicura del mio aspetto.

"Oh, no per niente, solo che partecipo ogni anno ed è la prima volta che noto due bellissime ragazze come voi" ci lusinga mostrandoci i suoi denti bianchi grazie all'enorme sorriso che ha in volto.

"Grazie" lo ringrazio ricambiando il sorriso.

"Grazie per il complimento" fa lo stesso Chelsea con le gote rosse, imbarazzata.

"Volete saperne un po' di più?" propone tutto eccitato di poter spifferare in giro segreti altrui.

"Di che cosa stai parlando di preciso?" domanda Chels guardandolo confusa.

"Degli invitati ovvio, devi sempre sapere cosa e chi sono prima di approcciarli" parla come un sensei, facendoci ridacchiare.

"Allora, la donna alla destra del sig. Ramirez è sua moglie e se la fa con il suo collega Jeremy Bixver seduto affianco al tavolo dei Johnson" parla sottovoce per non farsi sentire dagli altri ospiti del nostro tavolo.

"Poi c'è Larry, che come ogni volta che ci sono feste mondane si porta la prostituta di turno" indica discretamente un cinquantenne bitorzoluto affiancato da una rossa sui vent'anni.

"Sasha, quella donna mi terrorizza, l'anno scorso ha minacciato il suo segretario con un coltello da bistecca" ci racconta con faccia intimorita verso una donna di mezza età rossa con occhi da pazza.

Direi che capisco benissimo il perché della sua paura, sembra nuovamente pronta ad accoltellarti con una posata da un momento all'altro.

"Cosa sai dirci su Miller?" domanda Chelsea curiosa di scoprire voci da corridoio sul suo 'ragazzo'.

"Miller è un brav'uomo anche se dall'aspetto non si direbbe e la sua ragazza Maya altrettanto mentre Brown me lo farei molto volentieri" guarda il rosso con occhi affamati mordendosi il labbro inferiore.

"Oh, sei gay" parla sorpresa la mia amica.

"Bisessuale tesoro" le fa l'occhiolino leccandosi le labbra.

"E sui Johnson invece cosa sai?" questa volta chiedo io.

"Scott è ricco di famiglia e lavoro, Emily è un'esperta d'arte davvero eccezionale e sono una coppia bellissima sia per gli occhi e che per il cuore" dice con voce sognante ed occhi a forma di cuore.

"Perché per il cuore?" lo guardo non comprendendo la frase.

"Perché tutte le coppie aspirano ad essere felici come lo sono loro, guardateli" ci voltiamo tutti e tre a guardarli, si stanno sorridendo dolcemente a vicenda, Scott le carezza il dorso della mano per poi portarsela alle labbra baciandola ed Emily apprezza il gesto con un dolce bacio sulla guancia del marito.

Mi si crea un magone assurdo nello stomaco.

Loro sono felici, non hanno bisogno di me per esserlo.

E con questa nuova consapevolezza mi alzo dal tavolo.

"Devo andare" poso il fazzoletto che avevo messo sulle gambe, afferro la mia borsetta e me ne vado.

"Poppy, Poppy" Chelsea mi rincorre per i corridoi verso l'uscita della villa.

"Poppy ti prego fermati" mi supplica aumentando ancora di più il passo per starmi dietro.

Ma non la ascolto, penso solo ad arrivare alla mia auto.

"Poppy" mi prende la mano girandomi di forza verso la sua figura ansimante.

"Parla con me, dimmi che cosa succede Poppy" mi stringe entrambe le mani preoccupata.

"Loro.." mi scende una lacrima solitaria.

"Loro sono felici anche senza di me" fa male dirlo ad alta voce, ancora di più d'averlo solo pensato.

"Poppy" mi stringe forte in un abbraccio.

Mi aggrappo alla corvina quasi disperatamente piangendo a dirotto.

"Andiamo" una volta calmata, mi apre la portiera del passeggero e poi monta anche lei.

"Dove stiamo andando?" chiedo quando la macchina è già per strada.

"Da nonna Aria" mi risponde tenendo gli occhi sulla strada.

Annuisco e riporto la testa sul finestrino guardando le stelle nel cielo ormai notturno.

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