Capitolo 4

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Capitolo 4


«Astral, che intendi?» domandò Yuma.

Lo spirito si abbassò al suo livello, prendendo posto sul tavolo di legno, proprio di fronte al volume antico. Indicò il ritratto nella prima pagina, un signore anziano, pelato e dai lunghi baffi e pizzetto come le capre.

«Quest'uomo ha forgiato i miei orecchini. Ho deciso di testare una teoria formulata da Rio. In parte è veritiera, non ho accesso ai miei ricordi. Le carte numero sono i frammenti della mia memoria, ma fino ad adesso riuscivo a scorgere solo una parte di quei frammenti. Quelle che sembravano immagini distinte, sono diventati come episodi di una serie televisiva vista dalla mia prospettiva. Bagh è il maestro orefice del mondo astrale, si dice che adora esplorare luoghi sconosciuti per apprendere nuove tecniche e scovare nuovi materiali per le sue creazioni. Per questo dico che siamo sulla strada giusta.»

«L'impaginazione di questo libro è la stessa della pagina che mi mostrò Kazuma. Sembra che le nostre strade si stanno incrociando» disse Byron, venendo squadrato da Kaito.

Il biondo già non aveva approvato la sua partecipazione, e quella del padre, alle ricerche sul bunker. Ma l'idea di coinvolgere Yuma, non la poteva digerire. Se fosse stato chiunque, tranne Jessica o Rio, non si sarebbe posto il problema. Provò a contestare, ma il signore Arclight gli fece cenno con la mano di lasciarlo continuare.

«Vedete, sto finanziando i lavori al locale della mia defunta moglie. Lei ricevette in eredità la katana di suo nonno, discendente di un samurai. Sul cofanetto dell'arma c'è un incisione che mi ha dato da riflettere, 'la katana del maestro delle lame. Solo i più degni sono in grado di brandirla'. Tempo fa a Londra Kazuma fotografò una fontana con un'incisione, 'memoriale di due eroi che hanno dato la loro vita per salvaguardare il popolo dagli aristocratici oppressori. Master of Blades e Frozen Lady Justice, la vostra leggenda verrà tramandata per secoli'. Master of Blades significa maestro delle lame. Ma la loro storia non è menzionata da nessuna parte, e Jessica Sparrot ne è interessata. Quindi fai due più due...»

«Jessica è venuta qui in Giappone per fare delle indagini, ha conosciuto Rio e ha deciso di aiutarla. Guarda caso i poteri di Rio sono collegati al ghiaccio, frozen significa congelato. Stai pensando che tua moglie è discendente di Master of Blades e Rio di Frozen Lady Justice? Per questo siete qui, hai detto che la loro storia non si trova da nessuna parte» dedusse Yuma con l'aiuto di Astral.

«Esatto. Questo si collega alla chiave dell'imperatore, perché credo sia stato Bagh a forgiare la katana della famiglia di mia moglie. C'è un simbolo alla base della lama, si intravede con la luce ultravioletta. Posso fare un tentativo?» domandò il signor Arclight allungando la mano in avanti, con il palmo verso l'alto.

Il campione si sfilò il ciondolo e lo consegnò all'uomo. Quella strana teoria lo eccitava, aveva sempre sognato di essere come suo padre e proprio in quel momento si stava realizzando. Lui, in compagnia di un gruppo di scienziati-archeologi, pronti a fare una scoperta sensazionale degna della prima pagina di giornale. Anche se quella storia non sarebbe mai stata diffusa, rendeva l'idea del livello di felicità nel suo cuore. Anche Kaito e Chris condividevano la sua emozione, ma ad un grado più contenuto e meno evidente. In effetti, il primo ammise solo a se stesso che la partecipazione temporanea di Yuma non poteva che giovare alla loro campagna di esplorazione.

Tutto sembrava collegato, l'unica certezza nella moltitudine di misteri che stavano affrontando dalla scoperta del bunker misterioso. Con il tempo, la teoria che la possibile creatrice del bunker, Natasha Evans, avesse orchestrato tutto per portarli verso un'unica direzione appariva la più verosimile possibile. E stranamente questa idea si formò nella mente del fratello minore di Kaito. Ogni volta che gli scienziati si riunivano per studiare qualcosa, Haruto origliava i loro incontri, così venne a conoscenza di molte cose che non doveva sapere. E il piccolo, ingenuamente, spifferava quel che sentiva a Jessica quando la incontrava tra i corridoi della torre di Heartland. Il suo udito non dava il massimo con un muro davanti e, unito alla tenera età, parte delle conversazioni non le capiva. Infatti non sapeva del bunker, ma anche con le informazioni mancanti aveva trovato il collegamento che tutti fino a quel momento ignoravano: la presenza di forme di vita esterne al pianeta Terra che avevano partecipato attivamente nella sua storia, come il maestro orefice del mondo astrale.

Spente le luci nella sala, Byron cacciò dalla sua borsa una penna viola. In cima aveva un led, che una volta acceso e puntato sulla chiave dell'imperatore, mostrò una piccola firma sul retro del ciondolo.

«È incredibile!» esclamò Yuma, estasiato.

«Ma se è un astrale perché il libro delle sue creazioni è scritto in latino?» domandò scettico Kaito.

«Le persone a volte fanno cose insolite, non tutto ha una spiegazione» rispose Chris, ricordandosi le parole dette da Jessica.

«Concordi con America? Uff, quella donna non la capirò mai.»

«Strano, non è la stessa della katana... Yuma, Astral per il momento teniamo per noi questa scoperta. I tuoi amici hanno già molti grattacapi, non voglio stressarli. Soprattutto Rio, ieri sua zia ci ha fatto una ramanzina che difficilmente scorderò» disse Byron, riconsegnando la chiave dell'imperatore.

Chiusa quella parentesi, ritornarono con la testa sul volume antico in cerca di informazioni. Ma ad un certo punto trovarono i segni di alcune pagine strappate. Lo scienziato anziano si convinse che la stessa appartenuta a Kazuma fosse proprio di quel libro, e non se ne sorprese più di tanto. Tutti i volumi in quella sala furono vittime di trattamenti barbari per essere distrutti, sicuramente l'archeologo non avrebbe mai rimosso quella pagina di sua spontanea volontà.


Alla fine Yuma tornò a casa soddisfatto, giusto in tempo per il pranzo. Mentre mangiava, ripensava allo sconosciuto incontrato quella mattina. Gli aveva nominato l'epoca d'oro dei mistici, ma si era completamente dimenticato di cercarla dopo aver scoperto il creatore della chiave dell'imperatore. Si appuntò mentalmente di chiedere a Byron un'autorizzazione per visitare la sala dei libri rari il giorno dopo.

«Sei distratto, non è normale quando mangi» disse Akari dandogli un buffetto sulla spalla.

«Domani vado in biblioteca» disse con la testa tra le nuvole.

«Biblioteca? Yuma hai sbattuto la testa da qualche parte?»

«No, ma che dici! Papà trascorreva molto tempo in biblioteca a studiare, voglio seguire le sue orme. Tutto qui.»

«È maturato Akari, devi esserne contenta» disse Haru, sorseggiando tè inglese.

Il campione lasciò la sorella e la nonna discutere sulla sua decisione, che non trovava così sconvolgente come tutti credevano. Si rinchiuse in camera sua, cercando invano su internet il periodo storico sconosciuto.

«Eh già, gli antenati sono riusciti nell'intento. Se Wikipedia non ha una pagina dedicata all'epoca d'oro dei mistici, non la troverò da nessuna parte qui.»

«Stai ancora pensando a quell'uomo?» gli domandò Astral, seduto sul letto al suo fianco.

«Si, vorrei incontrarlo di nuovo, ho così tante domande da fargli.»

«E se fosse un nemico?»

«Nah, non mi avrebbe aiutato, non trovi?

«Certe persone sono imprevedibili.»

«Non hai avuto brutte sensazioni con lui? Ti ricordo che con Rei e Patrishka ti sei lamentato di aure oscure.»

«No. C'era qualcosa di diverso in lui, qualcosa che non ho mai visto prima.»

«Ora sono davvero curioso, sai descrivere cosa hai visto?»

«Non ne sono sicuro. Sembravano così familiari i suoi occhi malinconici, forse... Forse non è umano e l'ho già conosciuto nel mio passato. Poteva vedermi, ne sono sicuro.»

Yuma lo guardò perplesso, certe volte non riusciva proprio a capirlo. Ma in fondo cos'è l'amicizia se non una grande avventura, in cui due persone si esploravano a vicenda, trovando dei punti in comune su cui iniziare a costruire un castello di fiducia e amore? Loro due, all'apparenza così diversi, avevano così tanto in comune.

«Astral ti prometto che andremo a fondo in questa storia, troveremo tutti i numeri e riavrai i tuoi ricordi. O non mi chiamo Yuma Tsukumo.»





Capitolo 4 - Yuma che stupisce tutti utilizzando il cervello

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