Capitolo 19

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Capitolo 19


Visitando la città, aiutata bene o male da tutti i romani che incontrò, Merag venne a conoscenza di non essere l'unica straniera. Al Colosseo, l'enorme anfiteatro che aveva di fronte, combattevano due uomini forti come delle montagne, dalla pelle fin troppo abbronzata e le maniere gentili. Incuriosita da ciò, e dalla seguente descrizione degli incontri tra gladiatori, si fece accompagnare all'interno dell'imponente struttura per assistervi.

Accomodata sugli spalti destinati ai paesani, osservò esterrefatta i combattimenti. Uno spettacolo insolito per i suoi occhi, ma allo stesso tempo ci vedeva qualcosa di affascinante. "Lottare per la propria vita e guadagnare la gloria, o morire in prigione dimenticato da tutti." Senza neanche accorgersene, iniziò a fare il tifo insieme agli spettatori romani, cercando sempre di contenersi e non risultare scortese.

Al termine, fuori dal Colosseo, le si avvicinò l'uomo più basso che avesse mai visto, dopo il custode della biblioteca bariana. Sicuramente benestante dato i suoi abiti pregiati, aveva i capelli castani e gli occhi scuri. Si presentò con un inchino.

«Lei deve essere la dea di cui tutti parlano, è un piacere fare la sua conoscenza. Mi chiamo Filippo e sono uno dei finanziatori dei giochi.»

«Il piacere è mio, mi chiamo Minerva» rispose leggendo sul tablet, l'omino arancione aveva scelto quel nome per lei.

«Oh, che nome incantevole. L'ho notata ai giochi e volevo accertarmi che fossero stati di suo gradimento.»

Merag annuì, raccontandogli di come li avesse trovati un'attività interessante e esternò il suo volere di conoscere alcuni dei gladiatori se fosse possibile. Senza farsi domande, Filippo la condusse verso la caserma accanto all'anfiteatro, dove alloggiavano i nominati. Incontrarono i due famosi abbronzati con un giovane uomo, dai capelli azzurri e gli occhi verdi, vestito come il signore che la stava accompagnando.

«Clelio siamo qui solo per combattere al Colosseo, non ci trasferiamo li dentro» disse il combattente a sinistra.

«Concordo, non siamo prigionieri. Non scappiamo da nessuna parte, lo sai benissimo» rispose quello a destra.

Filippo si intromise nella discussione, intimando loro di continuarla in secondo momento e di non far attendere la loro ospite divina. Solo allora i due gladiatori si voltarono. Stupiti ed increduli, le si avvicinarono con gentilezza e, senza intimorirla, la osservarono in silenzio. Uno di loro era alto, spalle larghe, una cresta verde e gli occhi arancioni; l'altro di corporatura più simile a lei, dai capelli castani simili a quelli di Nash e gli occhi verdi.

«Principessa Merag? Cosa ci fate... È perché non siamo autorizzati a stare qui?» le domandò il secondo a bassa voce, in lingua bariana.

«Cosa? No, no. Sono solo in visita... Vi conosco?»

«No, certo che no. Siamo solo due amanti dei combattimenti. Io sono Girag, lui è il mio amico Arito» disse il gigante sorridendo.

«Come siete arrivati sulla Terra?»

«Ehm, ecco... Girag conosce un animale magico che può viaggiare nello spazio.»

Filippo e Clelio osservavano spaesati i tre bariani che facevano amicizia. Parlavano in una lingua a loro sconosciuta, in modo molto amichevole. Era impossibile per loro credere che si fossero appena conosciuti, quindi pensarono bene di sfruttare la situazione a loro vantaggio. Ottenendo la fiducia di una divinità avrebbe aumentato la loro popolarità, e ovviamente il denaro per continuare il loro operato al Colosseo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 29 ⏰

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