Capitolo 17 BIS

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- Struggle arc / Arco di battaglia

Capitolo 17 BIS*


Su Barian si respirava un'aria tesa, fin troppo tesa per i gusti di Arito. Lui che adorava tanto combattere nel suo tempo libero, odiava quella frenesia creatasi a causa della mancanza di Vector. Durbe aveva chiesto a loro imperatori di coprire i suoi compiti, per questo non aveva più modo di incontrare Girag nella loro palestra personale. Andava avanti ed indietro nel campo di addestramento dell'esercito per compilare dei documenti noiosi. Li lasciava poi nell'ufficio di Nash, ormai diventato l'ufficio del Grigio. Non lo aveva mai visto tra quelle quattro mura, ma sapeva che ci andava grazie al disordine che trovava ogni volta. L'ex leader era sempre stato un tipo ordinato, mai lasciava qualcosa fuori posto o a casaccio come Durbe. Si vedeva proprio la differenza, soprattutto perché Nash lo sigillava sempre, faceva entrare pochissime persone e solo in sua presenza. Invece il leader attuale lasciava le chiavi nella serratura e chiunque poteva entrarci senza la sua autorizzazione. Arito lo considerava un atteggiamento strano, considerando che il laboratorio in cima alla torre era sempre protetto con qualche incantesimo sconosciuto.

Mentre si stava dirigendo nell'ufficio per l'ennesima volta, con l'ennesima pila di documenti da far firmare, incrociò Girag tra i corridoi.

«Amico ti vedo nella mia stessa situazione. Di cosa ti stai occupando?» gli chiese.

«Scartoffie delle guardie, pare che tra i civili ci sono dei simpatizzanti del dio bariano.»

«Roba brutta. A me toccano le scartoffie dell'esercito, sono duplicate le richieste di arruolamento e mancano gli istruttori.»

Arrivati davanti all'ufficio, trovarono la porta socchiusa. Bussarono ma non ricevettero risposta, così entrarono e lasciarono i documenti sulla scrivania. Il posto era decisamente più disordinato del solito, anzi sembrava proprio che qualcuno ci avesse frugato. Si guardarono perplessi, come per dire che concordavano su quelle osservazioni.

«Dobbiamo chiamare Grigio? Insomma, ci ha chiesto di non disturbarlo per cose di poco conto» disse Arito confuso.

«Però se qualcuno stava curiosando per davvero non mi sembra una cosa di poco conto.»

«Ma sono solo supposizioni.»

Girag si mosse verso la seduta della scrivania, i cassetti erano tutti aperti e il contenuto in parte rovesciato sul pavimento in cristallo. Anche i vari armadietti accostati al muro si trovavano nello stesso stato. Arito, invece, notò che i tomi delle librerie laterali sostavano quasi tutti sul pavimento, come se fossero stati lanciati. E, cosa più importante, le chiavi della porta si trovavano all'interno.

«Qualcuno ha veramente frugato qui dentro. Vado a chiamare Grigio.»

«Non ce n'è bisogno.»

I due bariani si voltarono, l'imperatore si trovava proprio dietro di loro. Con una mano sulla maniglia e l'altra poggiata sul fianco, vagava con sguardo serio nell'ufficio. Chiuse la porta con la chiave e la estrasse dalla serratura senza dire nulla. Raggiunse Girag dietro la scrivania ed cacciò da sotto il ripiano un fascicolo dall'aspetto insolito.

«Che roba è?» domandò Arito avvicinandosi.

«Quello che cercava il ladro. Sospettavo che a palazzo ci fosse un intruso, non mi sbagliavo.»

«E perché lo tenevi lì sotto?»

«Per vedere quanto intelligente fosse questo ladro, era un esca e non l'ha trovato. Direi che abbiamo a che fare con un dilettante. Pensaci, le chiavi sono alla porta così tutti possono entrare, lascerei mai dei documenti importanti qui dentro?»

I sussurri del passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora