Capitolo 7

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Capitolo 7


I giorni passarono così in fretta che a Merag sembrò ieri la notte in cui fece irruzione nella biblioteca pubblica per trovare tracce di Durbe. Per un momento aveva ripreso a sperare, ma ormai le doveva essere ovvio che il suo mistero l'avrebbe scoperto solo con l'aiuto di Jessica. Jeiha, detta sua, si era intromessa più di quanto dovesse, così ritornò alla sua vita da gatta viziata degli Arclight.

La mente di Rio non faceva altro che pensare a tutto tranne l'imminente festa di compleanno di Yuma. Stava lì davanti allo specchio, cambiandosi d'abito ogni cinque minuti. Ne aveva confezionati così tanti negli anni passati che scegliere cosa indossare sembrava impossibile. Come poteva decidere se neanche riusciva a concentrarsi sulla sua immagine nello specchio, così giovane e distante dalla sua maturità?

«Sei pronta?» domandò suo fratello dietro la porta.

«Non ancora. Ma insomma, la festa è tra due ore!»

«Uff, voi donne non vi capirò mai. Se non sei pronta tra mezz'ora me ne vado senza di te.»

Merag lanciò con forza una scarpa contro la porta, facendo saltare dalla paura il fratello, che la lasciò in pace. Non riuscendo proprio a decidersi, chiese alla zia di farlo al posto suo.

«Tesoro, lo sai che ti voglio bene, ma tutti ti scoprono troppo» le disse dopo averla vista cambiarsi per la ventesima volta.

«E allora? Sono grandi abbastanza per sapere come è fatta una donna.»

«Sei ancora una bambina, quindi metti questo. È un po' corto, ma almeno non hai la bancarella in bella vista.»

Mariko le passò l'abito rosso che teneva appeso allo specchio, l'ultima sua creazione, composto da un corpetto smanicato completamente ricoperto in pizzo e una gonna che le arrivava poco sotto il sedere. Semplice, ma elegante. Indossò delle ballerine rosse e si fece sistemare i capelli a caschetto dalla zia.

«Cosa ti preoccupa? Non mentirmi, lo sai che voglio solo il tuo bene.»

«Ti è mai capitato di sentirti impotente di fronte a qualcosa?»

«Più spesso di quanto pensi. Sai, i miei tempi erano altri tempi. Tutta la libertà che stai vivendo, io e tua madre abbiamo lottato duramente per averla. Mi sono sentita impotente quando tua nonna mi ha cacciato di casa, quando facevo numerosi provini fallimentari all'inizio della mia carriera, quando gli uomini mi rifiutavano perché non volevo avere figli. Non tutto è sotto il nostro controllo, certe volte dobbiamo solo accettare che non possiamo fare niente. In questi casi basta fermarsi un secondo e prendere consapevolezza di quel che ci circonda, a volte non ci rendiamo conto che la realtà è ben diversa da come la percepiamo.»

«Da quando sei così saggia?»

«Colpa del mio personaggio per il film. Ogni parte che ho interpretato mi ha insegnato qualcosa, lei mi fa vedere la vita sotto una luce diversa. Ma comunque rimani sempre la mia bambina» rispose dandole un bacio sui capelli.

«Grazie per tutto quello che fai, sei la zia migliore dell'universo.»

Merag strinse la donna in un forte abbraccio. Sorpresa ma compiaciuta, ricambiò l'abbraccio. Quando uscirono dalla stanza, trovarono Ryoga che guardava il cucciolo di San Bernardo come se fosse un alieno.

«Hai messo un papillon al cane?» domandò.

«Problemi?»

«Se lo vuoi portare alla festa si, è troppo grande per la moto.»

«Si, si. La melanzana è più importante di tutto, lo sappiamo già» scherzò la zia.

«Brumi rimane qui, non preoccuparti.»

I sussurri del passatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora